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Enna, da Camera Penale monito a stampa. Ordine e Assostampa: “Censura anacronistica”

Enna AltaNei giorni scorsi, la Camera Penale di Enna ha diffuso una nota, in merito alla pubblicazione di alcuni articoli di cronaca giudiziaria, con cui ha criticato “il modo di procedere di alcuni organi d’informazione”. In particolar modo l’Assemblea, che si è riunita il 10 luglio, non ha condiviso la scelta di alcuni organi di stampa di “pubblicare notizie su vicende processuali di alcuni indagati che hanno avuto conoscenza degli atti a lor carico prima che a mezzo notifica, direttamente dalla stampa”. Per la Camera Penale ennese, infatti, “la disinvolta anticipazione e diffusione di notizie giudiziarie, ancor prima che vengano a conoscenza degli interessati e dei loro difensori, oltre a comportare una indebita compressione della dignità dell’indagato, scredita e svilisce l’esercizio costituzionalmente garantito della funzione difensiva”. La nota, firmata dal presidente Luigi Spinello, si conclude con un avvertimento: “La Camera Penale di Enna, vigilerà affinché dette violazioni non siano più perpetrate garantendo che le pubblicazioni di cronaca giudiziaria siano effettuate nel rispetto del dettato costituzionale in materia di diritti della persona, prendendo – ove necessario – gli opportuni provvedimenti a tutela della dignità degli indagati e dei cittadini tutti”.

"Appare incomprensibile e anacronistica la nota con cui la Camera Penale di Enna invoca una restrizione del diritto di cronaca, legittimamente esercitato dai colleghi della provincia, nell'ambito dell'inchiesta sulla cosiddetta gettonopoli del capoluogo, che coinvolge anche l'attuale sindaco della città". Lo sostengono in una nota congiunta il segretario dell'Associazione siciliana della stampa, Alberto Cicero, e il presidente dell'Ordine dei giornalisti di Sicilia, Riccardo Arena.

"Siamo vicini ai colleghi e respingiamo con forza qualsiasi tentativo di censura e di delegittimazione del loro lavoro, specie in una vicenda come questa, in cui, trattandosi di una richiesta di rinvio a giudizio, invocare segreto e riservatezza dell'atto appare assolutamente incomprensibile". "Con il massimo rispetto per il lavoro altrui, rispetto che non sembra condiviso dalla Camera Penale ennese nei confronti dei colleghi - prosegue la nota - i giornalisti non fanno i cancellieri né i magistrati né gli investigatori e nemmeno gli avvocati: fanno i giornalisti e basta; e il loro lavoro - il nostro lavoro - presuppone che si diano notizie nel momento in cui queste si apprendono, se esse hanno rilievo pubblico e tanto più se, come in questo caso, sono conoscibili dall'indagato e dal difensore. Non siamo i custodi di presunti segreti e non accettiamo lezioni da parte della Camera Penale di Enna né il tentativo di zittire l'informazione. I giornalisti ennesi e siciliani - concludono Arena e Cicero - non hanno nulla da temere da eventuali "vigilanze" da parte dei legali. Siamo proprio noi, con il nostro lavoro, a vigilare sulla democrazia. E continueremo a farlo".

Tags: Enna

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