Premio Internazionale di Giornalismo Maria Grazia Cutuli, ecco i vincitori
Lynsey Addario, Amalia De Simone e Andrea Tuttoilmondo sono i tre giornalisti vincitori della decima edizione del premio internazionale di giornalismo, organizzato dalla Fondazione Cutuli onlus e intitolato a Maria Grazia Cutuli, l'inviata del Corriere della Sera uccisa con altri tre colleghi in un agguato in Afghanistan il 19 novembre del 2001. La cerimonia di consegna si è svolta al teatro Sangiorgi di Catania, alla presenza, tra gli altri, della presidente della Camera, Laura Boldrini. Un premio speciale del presidente della Fondazione, il direttore del Corriere della Sera Ferruccio de Bortoli, è stato conferito alla giornalista palermitana Laura Anello."Sono passati 13 anni - ha dichiarato il direttore Ferruccio De Bortoli - ma il ricordo di Maria Grazia è molto forte, ha una sua portata educativa, una figura di giornalista libera, indipendente e coraggiosa, che è attuale nelle scuole e tra i giovani. Dobbiamo rallegrarci della conoscenza che i giovani hanno di lei – ha detto De Bortoli - perché la sua eredità morale è significativa. Fare questo mestiere è pericoloso, ma è insostituibile anche nell'era dei social network perché i giornalisti sono testimoni importanti di quello che vedono con i loro occhi, il loro cuore e la loro cultura".
Anche la Presidente della Camera, Laura Boldrini, ha ricordato Maria Grazia Cutuli. "I giornalisti rischiano nelle zone di conflitto, che sono tante e tutte intorno a noi, purtroppo. E questo serve a fare capire quanto sia importante quello che succede attorno a noi e avere la facoltà di mandare inviati capaci di leggere quelle realtà e restituirle all'opinione pubblica. L'importante del giornalismo di prima linea - ha aggiunto la Presidente Boldrini - è sempre determinante affinché i cittadini sappiano cosa accade. Il ruolo del giornalismo è quello di fare la 'lastra’, il cane da guardia di chi svolge funzioni pubbliche. Ed è quindi necessario che siano sempre più qualificati per mostrare la differenza tra informazione 'fai da te’ e quella professionale. E anche per circoscrivere la tentazione che molti politici hanno di fare a meno del giornalista".
"Fare bene questo mestiere – ha spiegato il direttore del Corriere della Sera, De Bortoli, al termine della cerimonia di consegna – è pericoloso. Ma è insostituibile anche nell'era dei social network la presenza dei giornalisti: testimoni che raccontano quello che vedono con i loro occhi e i loro cuori, anche con le loro passione, cultura e conoscenza dei fatti. Se guardiamo quello che è successo negli ultimi tredici anni nel teatro Medio Orientale - ha aggiunto - vediamo che molte delle scelte che sono state fatte sono frutto dell'approssimazione con la quale ci si avvicina a problemi complessi come, per esempio, quello delle diverse entità del mondo islamico. Allora professionisti come Maria Grazia sono esempio di giornalismo, ma anche utili alla società, nel senso che le consentono di conoscere meglio cosa avviene nel mondo e di capirne gli effetti non soltanto su noi stessi. I social network sono un grande e sterile, nella sua immensità, chiacchiericcio. Alla fine, per la maggior parte - ha osservato de Bortoli - discutono di notizie e inchieste che il più delle volte nascono sui giornali di carta o online, ma soprattutto sulle testate storiche. A volte si discute di qualcosa che non si ha neppure l'umiltà di controllare. Spesse volte i nostri articoli sui social network sono degli 'organismi geneticamente modificati’: nascono in un modo e poi, nel passaparola da telefono senza fili, assumono dimensioni diverse e a volte totalmente in opposizione a quello che era l'intento originario. Ma questo - ha concluso il direttore del Corriere della sera - è il meraviglioso mondo dei social network, dove tutti sono convinti di potere fare i giornalisti”.
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