Ministero del lavoro boccia riforma Inpgi di Camporese. Manovra radicale affidata al prossimo cda. Future pensioni come quelle Inps
Il ministero del Lavoro boccia la riforma della Cassa di previdenza dei giornalisti (Inpgi). È quanto emerge da un documento inviato, prima di Natale, dal dicastero guidato da Giuliano Poletti al ministero dell’Economia (Mef). «Pur ritenendo necessario e improcastinabile modificare l’attuale sistema di tutela sociale di categoria, si ritiene che la delibera del Cda (Inpgi, ndr) 24/2015, nella sua attuale formulazione, non possa avere ulteriore corso». E ancora: «L’Istituto dovrà essere perentoriamente invitato ad adottare, urgentemente e comunque entro il 2016, tenuto anche contro dell’imminente rinnovo delle cariche, un provvedimento di riforma radicale che metta definitivamente in sicurezza la gestione». (Vitaliano D'Angerio - Il Sole 24 Ore)
Pesantissimo il giudizio espresso da "Unità Sindacale Fnsi"
«La manovra sulle pensioni è sì necessaria, è in sostanza il giudizio del Lavoro, ma i conti sono così messi male che quella tracciata da Camporese e i suoi consiglieri di amministrazione è inutile, un’aspirina data a un malato grave. Con un errore da matita blu persino nel contributo chiesto ai pensionati, che potrebbe portare più oneri, per ricorsi dall’esito incerto, di quanto garantirebbe di entrate.»
«I giornalisti italiani, in particolare i più giovani, avranno insomma pensioni analoghe a quelle erogate dall’Inps, e per tutti gli assegni saranno comunque ben più ridotti rispetto al passato e si otterranno a un’età più avanzata. Pagando nel frattempo contributi più elevati. E tutto grazie a una gestione di donne e di uomini che si sono occupati di “salvare” i bilanci con operazioni di rivalutazione del patrimonio puramente contabili, mentre i conti previdenziali andavano a picco.»
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(Vitaliano D'Angerio - Il Sole 24 Ore)