Giornalisti, no alla norma in Finanziaria sull’ufficio stampa della Regione
“Un arretramento, dopo anni di battaglie, che non possiamo accettare”. Questo sostiene l’Associazione siciliana della stampa in relazione alla proposta di intervento sulla legge degli uffici stampa presentata dal governo regionale nella legge finanziaria in discussione in queste ore all’Ars.“L'ipotesi di "resuscitare" l'ufficio stampa della presidenza della Regione (azzerato con 23 licenziamenti dal presidente Rosario Crocetta subito dopo il suo insediamento) attraverso la legge di stabilità regionale, crea un grave vulnus alla normativa vigente che prevede l’accesso per concorso e l’applicazione del contratto nazionale di lavoro giornalistico nella pubblica amministrazione".
Spiega il sindacato dei giornalisti che "Il governo inserisce l’emendamento in Finanziaria come comma 3bis dell'articolo 127 della legge n. 2 del 2002 con il quale è stata recepita in Sicilia la legge nazionale n. 150 sugli uffici stampa. E, seppure definito "aggiuntivo", l'articolo propone di fatto un'architettura abrogativa e alternativa dell'impianto normativo vigente, consentendo al presidente della Regione la scelta intuitu personae dei redattori ".
"Per altro - prosegue la nota del sindacato -, il richiamo al Dprs n.8/2001 comporterebbe l'applicazione del contratto dei dipendenti regionali e non quello giornalistico, determinando così un inaccettabile passo indietro rispetto alla giurisprudenza consolidatasi in questi ultimi anni che conferma l'applicazione del contratto Fnsi-Fieg per i giornalisti impiegati nella pubblica amministrazione".
L’Assostampa, tuttavia, ribadisce la "disponibilità ad un confronto col governo per il riordino complessivo dell'intero settore dell'informazione nella pubblica amministrazione".