Editoria, la Fnsi lancia l'allarme: «Non c'è rilancio senza salvaguardia dell'Inpgi e lotta al precariato»
Per Giunta Esecutiva e Assostampa regionali «bisogna dire basta alla politica dei tagli indiscriminati tesi a ridurre il lavoro regolare e ad incentivare i pensionamenti anticipati». Occorrono invece un «allargamento della platea degli iscritti all'ente di previdenza e politiche di inclusione nel mondo del lavoro».
«Il settore dell'editoria deve essere rilanciato. Ad essere a rischio è il pluralismo dell'informazione e il diritto dei cittadini ad essere informati». La Giunta Esecutiva della Fnsi e le Associazioni Regionali di Stampa, riunite a Roma, nell'approvare la relazione del segretario generale Raffaele Lorusso, lanciano l'allarme sulla situazione del settore.
«Nel valutare positivamente le aperture del sottosegretario con delega all'Editoria, Andrea Martella – aggiungono – Giunta e Associazioni di Stampa ritengono che qualsiasi intervento per il settore non possa prescindere dalla salvaguardia dell'autonomia e dell'indipendenza dell'Inpgi. La situazione dell'Istituto nazionale di previdenza dei giornalisti italiani è il risultato di un decennio di tagli ed espulsioni dal mondo del lavoro messi in atto dalle aziende editoriali per fronteggiare la grave crisi strutturale del settore. Bisogna dire basta alla politica dei tagli indiscriminati, tesi unicamente a ridurre il lavoro regolare e ad incentivare i pensionamenti anticipati. La salvaguardia dell'Inpgi passa attraverso l'indispensabile allargamento della platea degli iscritti e la messa in campo di politiche di inclusione nel mondo del lavoro che richiedono un'inversione di tendenza da parte delle aziende e azioni di contrasto al precariato dilagante».
Su questi temi ineludibili, concludono Giunta esecutiva e Assostampa regionali – il sindacato dei giornalisti ritiene necessario un confronto a tutto campo, e senza pregiudiziali, con il governo e con gli editori. L'apertura di una nuova stagione di tagli al costo del lavoro e di riduzione dell'occupazione, annunciata da alcune aziende, richiede una mobilitazione di tutta la categoria, con azioni di contrasto e di lotta».