Assostampa Sicilia ricorda Giuseppe Fava, ucciso 37 anni fa dalla mafia. Iniziative online della Fondazione Fava per le restrizioni da Covid
“Io ho un concetto etico del giornalismo. Ritengo infatti che in una società democratica e libera quale dovrebbe essere quella italiana, il giornalismo rappresenti la forza essenziale della società".
"Un giornalismo fatto di verità impedisce molte corruzioni, frena la violenza e la criminalità, accelera le opere pubbliche indispensabili. pretende il funzionamento dei servizi sociali. Tiene continuamente allerta le forze dell’ordine, sollecita la costante attenzione della giustizia, impone ai politici il buon governo. Se un giornale non è capace di questo, si fa carico anche di vite umane. Persone uccise in sparatorie che si sarebbero potute evitare se la pubblica verità avesse ricacciato indietro i criminali: ragazzi stroncati da overdose di droga che non sarebbe mai arrivata nelle loro mani se la pubblica verità avesse denunciato l’infame mercato, ammalati che non sarebbero periti se la pubblica verità avesse reso più tempestivo il loro ricovero. Un giornalista incapace – per vigliaccheria o calcolo – della verità si porta sulla coscienza tutti i dolori umani che avrebbe potuto evitare, e le sofferenze, le sopraffazioni, le corruzioni, le violenze che non è stato capace di combattere. Il suo stesso fallimento!”
(Giuseppe Fava, da Il Giornale del Sud, ottobre 1981)
In occasione del 5 gennaio, la Fondazione Giuseppe Fava, viste le oggettive difficoltà legate all’emergenza Covid, che limita o vieta gli spostamenti e l’organizzazione di eventi in presenza, ha deciso di rinviare l’assegnazione e la consegna del Premio Giornalistico Nazionale 2021 a data da destinarsi. Sperando in un graduale ritorno alla normalità, la Fondazione comunicherà prossimamente la data e il nominativo o i nominativi dei premiati.
Tuttavia, l’esercizio della memoria non si ferma. Il 5 gennaio, infatti, oltre al presidio social organizzato con WikiMafia, si svolgerà un'altra iniziativa online.
Alle ore 18, in diretta sulla pagina facebook della Fondazione, è previsto un webinar dal titolo “Triste, solitario y final: dove va il giornalismo in Sicilia?”.
Saranno ospiti: Concita de Gregorio (editorialista di Repubblica ed ex direttrice de l’Unità), Nello Scavo (giornalista di Avvenire e premio Fava 2020), Claudio Fava (presidente Commissione Regionale Antimafia), Mario Barresi (giornalista de La Sicilia), Accursio Sabella (ex direttore di Live Sicilia) e Claudia Campese (direttrice MeridioNews). Condurrà e modererà l’incontro il giornalista Attilio Bolzoni.
Un’occasione, nel giorno del 37esimo anniversario dall’uccisione di Pippo Fava, per parlare dello stato del giornalismo al Sud e, in particolare in Sicilia, a 40 anni dall’esperienza coraggiosa de Il Giornale del Sud e de I Siciliani. Un momento di riflessione sui problemi atavici dell’informazione, segnata dalle concentrazioni editoriali, dalle poche risorse e dalla debolezza e frammentazione delle realtà indipendenti.
"L’informazione libera senza alcuna prevaricazione e condizionamenti mafiosi. Questo il messaggio che, a 37 anni dall’omicidio di Pippo Fava, rimane impresso nei giornalisti siciliani. Un obbligo morale da tramandare alle generazioni - ha ricordato il segretario provinciale di Assostampa Catania, Orazio Aleppo, nel giorno della commemorazione dell'uccisione Fava. Ancora oggi, a distanza di anni, la memoria ed il lavoro svolto da Fava è riferimento per tanti cronisti che - ha sottolineato Aleppo - quotidianamente si occupano di inchieste a rischio della propria incolumità".
"Catania non dimentica - ha commentato Filippo Romeo, responsabile della sezione etnea del Gruppo Cronisti di Assostampa Sicilia, aderente all’Unci, - chi con coraggio, denunciando, si è opposto alla criminalità organizzata”. Anche quest'anno, nonostante le limitazioni per l'emergenza sanitaria, decine di cittadini, e tra questi diversi giornalisti, si sono ritrovati per ricordare Pippo Fava. “Un modello sempre attuale, a distanza di 37 anni, per i tanti cronisti che, tra difficoltà e attacchi, continuano a credere e a svolgere questa professione in una terra - ha concluso Romeo - ancora condizionata dalla prevaricazione mafiosa".
Il cronista e scrittore, fondatore del mensile “I Siciliani”, venne assassinato da killer mafiosi la sera del 5 gennaio 1984, davanti all’ingresso del Teatro Stabile di Catania. Fava aveva ricostruito con inchieste coraggiose e dettagliate gli oscuri intrecci tra pezzi della politica, dell’imprenditoria e delle cosche mafiose.
"Il ricordo di Giuseppe Fava, intellettuale a tutto tondo con la passione per la verità, è sempre vivo nei cuori di coloro che lo hanno apprezzato come uomo, come giornalista e come scrittore. Il suo modello professionale privo di compromessi resta un faro per le giovani generazioni di cronisti”. Così la nota del Gruppo cronisti siciliani del sindacato dei giornalisti.
Dal 5 gennaio 2005 un albero dedicato a Giuseppe Fava si trova nel Giardino della memoria di via Ciaculli a Palermo, il sito confiscato alla mafia e gestito dal Gruppo cronisti Assostampa Sicilia, aderente all’Unione nazionale cronisti italiani, e dall'Anm.