Giornalisti portavoce e addetti stampa, Assostampa Sicilia: “Il trattamento adeguato è la contrattazione di categoria”
Sulla norma relativa al trattamento del portavoce del Presidente della Regione inserita nel testo della legge di stabilità 2021-2023
In merito alla recente vicenda sull'entità del compenso attribuito alla portavoce del governatore, il punto non è quanto esattamente sarà retribuita l’attuale incaricata Michela Giuffrida secondo la Giunta Musumeci (che comunque poco non sarà) ma il seguente.
Piuttosto che fare addirittura una legge ad hoc per una sola posizione in tutta la Sicilia, quella della portavoce della presidenza della Regione, pagandola da alto dirigente, (il che viene percepito come un odioso privilegio), sarebbe semmai stato il caso di applicare il contratto di categoria ai giornalisti degli uffici stampa, stabilendo allo stesso tempo che l’indennità da corrispondere come compenso del portavoce (legge 150/2000, art. 7, comma 2) sia commisurato in coerenza con i livelli retributivi minimi del cnlg (né più né meno).
L’obiettivo del sindacato, ovviamente, è quello di evitare che in un Comune siciliano, se viene deciso di assegnare l’incarico di un giornalista portavoce, lo paghino 100 euro al mese o altra cifra non dignitosa e inadeguata.
La posizione del sindacato dei giornalisti in merito è quella espressa oggi dalla Giunta esecutiva dell’Associazione Siciliana della Stampa.
Nella legge di stabilità regionale appena approvata all’ARS è stata inserita una norma - con naturale corredo di polemiche - che destina specifiche risorse all’attività di portavoce del presidente della Regione Siciliana. Una previsione legittima, ovviamente. Ma è facile cogliere l'occasione per evidenziare come in Sicilia (anzi, come in tutta Italia) la professione giornalistica sia tra quelle più sfruttate e ormai di eterno precariato, con prestazioni pagate talvolta addirittura 1, 2 o 3 euro ad articolo. Le prestazioni sottopagate riguardano anche le attività di portavoce e di uffici stampa pubblici e privati. Per cui, che ci sia attenzione economica per chi svolge questi ruoli è giusto: purché non valga solo per gli incarichi fiduciari.
A tal proposito, ribadiamo come sindacato che lo strumento imprescindibile per garantire pari dignità ed equità retributiva a tutti i giornalisti, nel settore pubblico e in quello privato, è il contratto nazionale di lavoro giornalistico. Naturalmente, il Cnlg non prevede affatto condizioni di carriera per “l’alta dirigenza” (anche se condizioni di miglior favore possono essere previste), ma ha lo scopo di garantire un compenso minimo a tutti i colleghi.
In questo contesto va sottolineato che l’Associazione Siciliana della Stampa ha sempre perseguito come obiettivo l’applicazione del contratto giornalistico per le attività di informazione svolte dalla Regione Siciliana e le pubbliche amministrazioni dell’Isola. Applicazione resa possibile, come confermano le numerose sentenze in merito della Corte Costituzionale, dalla legge 150/2000 laddove all’art. 9 comma 5 prevede espressamente la facoltà di potere scegliere la contrattazione da utilizzare in sede territoriale.
Assostampa Sicilia ha sempre ritenuto fosse più adeguato ed equo applicare per Regione ed enti pubblici locali il contratto giornalistico piuttosto che quello della pubblica amministrazione che invece regola - ad esempio - i rapporti fra Regione e i colleghi dell'ufficio stampa.
Per il sindacato siciliano, in conclusione, è opportuno garantire per le prestazioni giornalistiche, sempre e comunque, condizioni e compensi minimi coerenti al trattamento previsto dal contratto collettivo sottoscritto dalla Federazione nazionale della stampa. Naturalmente, la coerenza dei livelli retributivi del Cnlg va applicata, soprattutto nel caso di enti pubblici, anche ai rapporti di lavoro autonomo. Auspichiamo, quindi che in questa direzione si possa al più presto iniziare un dialogo con il Governo regionale e avviare un confronto operativo con ARAN Sicilia.
Nota diffusa dalla Presidenza della Regione Siciliana il 28 marzo 2021
La norma che riguarda la figura del portavoce del presidente della Regione, approvata nei giorni scorsi, ne individua lo status giuridico determinando il superamento della esistente, stabilita con precedente legge regionale che lo equiparava, unica tra le Regioni italiane, a quello del segretario particolare del presidente e degli assessori. È evidente a tutti come le due figure professionali siano distinte, per compiti e responsabilità.
Il nuovo inquadramento giuridico che, è bene sottolinearlo, allinea così il ruolo del portavoce alla normativa della maggior parte delle Regioni italiane, non comporta automaticamente il trattamento economico massimo previsto dalla norma. La retribuzione, infatti, sarà stabilita con deliberazione della Giunta regionale (e quindi ridotta, come già avvenuto per molte altre posizioni apicali). E ancora una volta sarà in linea con quanto previsto dagli Enti di pari livello. Quindi, molto lontano dalla dimensione ipotizzata, in molti casi strumentalmente e in malafede.
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