Cronisti intercettati nel caso Lucano, Fnsi: «Vicenda sempre più inquietante. Intervenga la ministra Cartabia»
«Ancora una volta si attenta al diritto alla riservatezza delle fonti dei giornalisti, presupposto indispensabile per l'esercizio corretto del diritto di cronaca e per il soddisfacimento del diritto dei cittadini ad essere informati», rileva il segretario Lorusso commentando le rivelazioni del quotidiano Domani.
«Le intercettazioni delle conversazioni di numerosi cronisti da parte della Procura di Locri, oltre che da quella di Trapani, così come riportato dal quotidiano 'Domani', rendono ancora più inquietante una vicenda indegna di un Paese civile». Raffaele Lorusso, segretario generale della Federazione nazionale della Stampa italiana, commenta così le rivelazioni del quotidiano diretto da Stefano Feltri, che ha pubblicato il 13 aprile, un articolo a firma di Enrico Fierro nel quale si parla di 33 giornalisti, tre magistrati, un viceprefetto e un avvocato intercettati, tra il 2016 e il 2017, nell'ambito dell'inchiesta 'Xenia', che portò nel 2018 all'arresto dell'allora sindaco di Riace, Mimmo Lucano.
«Il fatto che, a differenza di quanto emerso a Trapani, in questi casi si tratti di conversazioni con persone indagate, sempre nell'ambito di inchieste sul fenomeno migratorio, è del tutto irrilevante. È inaccettabile, infatti, che siano state trascritte conversazioni che la stessa polizia giudiziaria riteneva di nessuna importanza», incalza Lorusso.
«Ancora una volta – conclude il segretario della Fnsi – si attenta al diritto alla riservatezza delle fonti del giornalista, presupposto indispensabile per l'esercizio corretto del diritto di cronaca e per il soddisfacimento del diritto dei cittadini ad essere informati. L'auspicio è che la ministra della Giustizia, Marta Cartabia, come già avvenuto per il caso della Procura di Trapani, faccia chiarezza sull'accaduto e prenda in considerazione l'adozione di misure di tutela della libertà di stampa e dell'articolo 21 della Costituzione».