Primo Maggio, i giornalisti celebrano la giornata dedicata a tutti i lavoratori
È il 1° maggio. In questo giorno, molto spesso, la domanda ricorrente è stata: “Cosa c’è da festeggiare?”. Forse è l’amarezza che la suggerisce. La crisi del mondo del lavoro non ha mai risparmiato nessun settore, men che meno in questo momento storico.
E dentro ci siamo anche noi, la categoria dei giornalisti; quelli che qualcuno ha difficoltà a percepire come lavoratori. Eppure – al di là dell’appartenenza ad un Ordine professionale – siamo da sempre “operai” di un settore, l'informazione, che è parte integrante e fondamentale di un'economia circolare ampia.
Ecco perché il 1° maggio appartiene anche a noi. Ecco perché il 1° maggio non è soltanto la data per tenere chiuse le redazioni (non tutte) e lasciare senza giornali cartacei i lettori il giorno dopo.
È il giorno per riflettere sul nostro ruolo, su quanto siamo importanti per l’economia di settore e - su tutto - quanto ci sia bisogno della buona informazione e del diritto dei cittadini ad essere informati. E per fare questo serve garantire diritti e
tutele a noi lavoratori.
Applicare contratti, rispettare le norme in materia di uffici stampa nella Pubblica amministrazione, pagare le collaborazioni di quanti, con il loro impegno quotidiano, permettono l’uscita dei giornali o gli aggiornamenti delle testate online.
Le aziende non producono se mancano gli “operai” o se essi sono demotivati. Ecco perché il 1° maggio resta una data importante. Un giorno simbolo dal quale, però, dipende la capacità e la forza di difendere i propri diritti in tutti gli altri giorni dell’anno.
Buon 1° maggio a tutte le colleghe e i colleghi.
Roberto Ginex
Segretario regionale
dell'Associazione Siciliana della Stampa