Media, Agcom: «Preoccupa il vuoto di politica industriale». Lorusso: «Appello a Draghi per affrontare le criticità del settore»
Presentando la Relazione annuale dell'Authority, il presidente Giacomo Lasorella ha messo in evidenza, fra l'altro, gli effetti della crisi strutturale che si protrae da oltre un decennio. «Un allarme che non deve cadere nel vuoto. Serve una legge di sistema per gestire la transizione al digitale e difendere il lavoro», il commento del segretario generale Fnsi.
«In Italia l'effetto più evidente (e più preoccupante) è quello dell'indebolimento dell'industria italiana dei media, il cui valore economico è in calo da oltre un decennio. Ciò conferma non solo la fragilità della nostra industria culturale, ma segnala probabilmente anche un vuoto di politica industriale da colmare in un settore che gode di grande prestigio nel mondo quanto a sapienza tecnica e qualità dei contenuti». A lanciare l'allarme è il presidente dell'Agcom, Giacomo Lasorella (nella foto), durante la presentazione della relazione annuale al parlamento.
Un allarme che «non deve cadere nel vuoto» commenta Raffaele Lorusso, segretario generale della Federazione nazionale della Stampa italiana, per il quale «è necessario che il governo avvii un confronto serrato sul rilancio di un settore vitale per la democrazia italiana, tutelato dall'articolo 21 della Costituzione».
La relazione annuale dell'Agcom, osserva Lorusso, «descrive un quadro preoccupante. Il rischio di infliggere un colpo mortale al pluralismo dell'informazione va scongiurato con interventi strutturali e con una nuova legge di sistema. Così come nel 1981, per governare il passaggio dal piombo alla composizione a freddo, fu messa a punto la legge per l'editoria numero 416, tuttora in vigore, allo stesso modo, oggi, il governo deve mettere tutti gli attori intorno a un tavolo per giungere ad un nuovo impianto normativo che consenta al settore di affrontare la transizione al digitale».
Per il segretario generale della Fnsi, «il vuoto di politica industriale denunciato dal presidente Lasorella rappresenta la principale criticità del settore. Anche di fronte ad un mondo in rapido e in continuo cambiamento, l'approccio delle aziende editoriali è caratterizzato dalla corsa a finanziamenti diretti e indiretti, per lo più a pioggia, dalla riduzione del costo del lavoro e da tagli generalizzati. Fatte salve pochissime eccezioni, non si intravvede una politica industriale né la volontà di affrontare un confronto a tutto campo e senza pregiudiziali su investimenti, trasformazione radicale dei prodotti tradizionali e difesa del lavoro. Da oltre un decennio, prevale la tendenza delle aziende a incentivare le uscite dal mondo del lavoro e a moltiplicare il lavoro precario, senza alcun riguardo alla qualità».
Questa situazione, «unita al quadro di debolezza e difficoltà della stampa italiana descritto nel rapporto sullo Stato di diritto diffuso nei giorni scorsi dalla Commissione europea, richiede, esattamente come per altri settori vitali per il Paese, un intervento deciso e immediato da parte del governo. Per questo – conclude Lorusso – al presidente Mario Draghi rivolgiamo l'appello ad avviare un tavolo per la riforma dell'editoria».
Fra le evidenti criticità, nella relazione annuale il presidente Lasorella evidenzia il perdurare della crisi strutturale della stampa tradizionale, che «si sta rivelando sempre più marcata e mostra di non aver beneficiato particolarmente della accresciuta domanda di informazione dovuta alla crisi pandemica», con una diminuzione nel secondo trimestre 2020 degli italiani che hanno scelto di informarsi sui quotidiani (secondo un trend in discesa comune a tutta l'Unione europea) e una caduta delle copie di quotidiani (-13,4% rispetto al 2019).
Anche la difesa del pluralismo al centro delle attenzioni dell'Agcom. «Nel 2020, nessun editore ha superato la soglia di legge stabilita al 20% della tiratura globale. In questo scenario – rileva Lasorella – l'Autorità è stata particolarmente attenta a vigilare sul pluralismo nei suoi singoli aspetti».
Infine, toccando i temi del digitale e dell'Intelligenza Artificiale, la relazione dell'Authority evidenzia che «la nuova frontiera della garanzia del pluralismo passa in larga misura per la trasparenza delle decisioni algoritmiche (in modo compatibile con il rispetto dei relativi segreti industriali), secondo un concetto lato di neutralità della rete che si estenda anche al pluralismo informativo online che, appunto, è intermediato da grandi piattaforme che selezionano e suggeriscono contenuti».
In conclusione, «una delle sfide più importanti che attendono Agcom in questa consiliatura – dice il presidente dell'Autorità – è quella di contribuire a governare questa fase complessa, caratterizzata da una tumultuosa transizione verso il mondo digitale, a maggior ragione in relazione all'attuazione del Pnrr», slogan che fra l'altro significa «garantire al cittadino comunicazioni veloci, reti efficienti, una informazione e un intrattenimento offerti a prezzi equi e nel rispetto del pluralismo e dei valori della Costituzione, oltre ad una rete internet che costituisca un luogo di scambi e di relazioni improntato alla libertà e al rispetto dei diritti».