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Media e pandemia: boom per la tv via Internet, ancora male i giornali. I dati del Rapporto Censis

Presentata a Roma la 17ª edizione del report sulla Comunicazione: evolvono le diete mediatiche degli italiani, anche causa Covid, ma a farla da padrone sono sempre gli schermi (di tv, smartphone e pc). Bene la radio e i libri, in crisi l'informazione stampata.

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Iperconnessi e sempre di fronte a uno schermo a qualsiasi età, tra smartphone, tv e pc: sembra ormai impossibile separare gli italiani, giovani e non, dall'uso quotidiano dei media, per lo più digitali, ormai strumenti necessari di informazione e intrattenimento, ma anche autentiche valvole di sfogo nei difficili mesi del lockdown. Che il Covid abbia dato una spinta eccezionale e decisiva all'accelerazione del processo di evoluzione digitale nel nostro Paese lo dimostra, numeri alla mano, il 17° Rapporto sulla comunicazione del Censis nel quale accanto all'analisi dei media nel post pandemia vengono forniti anche spunti sulle possibili prospettive future. 

Secondo il Rapporto, dopo 18 mesi di restrizioni nel 2021 si sono evolute le "diete mediatiche" degli italiani: se sono aumentati i telespettatori della tv tradizionale e della tv satellitare, la tv via internet ha registrato un vero boom, con la mobile tv che è passata dall'1% di spettatori nel 2007 a un terzo degli italiani oggi.

Di accelerazione straordinaria si può parlare anche per l'uso di internet: l'utenza ha infatti raggiunto quota 83,5%, l'utilizzo degli smartphone sale all'83,3% e aumentano complessivamente al 76,6% gli utenti dei social network. Proprio a questo segmento è legato uno dei dati più interessanti: nel 2021 si accorciano le distanze tra le generazioni, con la percentuale di over 65 che utilizza internet in aumento. Tra gli anziani inoltre crescono anche gli utenti dei social media.

Sul fronte dei media tradizionali, buone notizie riguardano la radio, bene anche il libro, che conquista lettori, mentre si consolida la crisi storica dei quotidiani (-8,2% rispetto a 2019), dei mensili (-7,8%) e dei settimanali (-6,5% nel biennio).

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