Genova, presidio per la dignità del lavoro. L'Assostampa: «Una informazione precaria rende precaria la democrazia»
«Oggi i giornalisti sono sempre più sfruttati», la denuncia del segretario del sindacato regionale, Fabio Azzolini. «Avere un contratto da precario significa essere schiavo degli editori», ha ammonito Alessandra Costante, vicesegretaria Fnsi. In piazza decine di cronisti, l'Ordine regionale e Cgil, Cisl e Uil Liguria. Il sostegno delle istituzioni locali.
Presidio in piazza l'11 gennaio 2022, a Genova, organizzato dall'Associazione Ligure dei Giornalisti per denunciare la condizione dei giornalisti precari e in solidarietà a due colleghi ai quali non è stato rinnovato il contratto dopo aver fatto causa di lavoro. Per raccontare il mondo dei Co.co.co, i lavoratori con contratto di collaborazione coordinata e continuativa, il vignettista Stefano Rolli ha realizzato un fumetto in cui illustra le peripezie di un precario che deve districarsi tra mille collaborazioni, mal retribuite, con inevitabili ricadute anche sulla vita privata.
«Oggi i giornalisti sono sempre più sfruttati – ha spiegato Fabio Azzolini, segretario dell'Associazione Ligure Giornalisti – e una vita precaria, una informazione precaria espone il Paese a una democrazia precaria e noi a questo gioco non ci stiamo».
Il presidio ha visto la partecipazione di decine di giornalisti con il sostegno di Cgil, Cisl e Uil. In piazza anche il presidente del Consiglio dell'Ordine ligure Filippo Paganini e Alessandra Costante, vicesegretaria della Fnsi, che hanno ribadito come avere un contratto da precario significhi «essere schiavo degli editori, con un danno per l'opinione pubblica che si ritrova una informazione non libera».
Uno è Massimiliano Salvo, cronista di Repubblica dal 2010. Salvo è anche tra i fondatori del Coordinamento dei precari di Repubblica che ha cercato un confronto con l'azienda. «Siamo tutti giornalisti – ha sottolineato – che lavorano da 20 anni con contratti illegittimi. E parliamo di colleghi che producono centinaia e centinaia di pezzi all'anno, con un lavoro quotidiano».
Il Consiglio regionale della Liguria ha approvato all'unanimità un ordine del giorno, presentato da Luca Garibaldi (Pd-Articolo Uno) e sottoscritto da tutti i gruppi, che impegna la giunta ad attivarsi presso il governo e i soggetti competenti per arrivare all'abolizione della fattispecie contrattuale Co.co.co. per la professione giornalistica e per chiedere che si concludano al più presto i lavori del tavolo sull'equo compenso. «Il ruolo del giornalismo indipendente è fondamentale in una democrazia», evidenzia il primo firmatario del documento.
Ai giornalisti in piazza anche l'appoggio del presidente della Regione, Giovanni Toti. «Il lavoro giornalistico va tutelato e ora più che mai chi produce informazione deve vedere riconosciuti i propri diritti. In questi mesi di lotta alla pandemia – si legge in una nota a firma del governatore – la categoria ha lavorato duramente per produrre un'informazione sempre chiara e puntuale, diventando un punto di riferimento prezioso per tutti i cittadini, anche nella lotta alle fake news. Porterò il tema del precariato dei giornalisti in Conferenza delle Regioni dopo un confronto che auspico di avere presto con il sindacato».
«Considero di grande valore e ringrazio le colleghe e i colleghi che hanno raccolto l'invito ad essere in piazza contro il precariato. È altresì rilevante - tira le somme a fine manifestazione il segretario regionale Fabio Azzolini - che al nostro fianco ci fossero i sindacati confederali. Merita apprezzamento l'ordine del giorno proposto dal Pd e approvato all'unanimità dal Consiglio regionale che chiede l'abolizione dei co.co.co. per la professione giornalistica. Siamo consapevoli che molta strada è da fare, ma siamo partiti bene. Avanti con coraggio, determinazione e saggezza. Gli editori e il governo ci ascoltino».
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A questo link il racconto della mobilitazione nella diretta di Goodmorning Genova.