Gruppo Gedi, il Coordinamento dei Cdr: «Lo stato di agitazione continua»
I rappresentanti dei giornalisti hanno incontrato i vertici aziendali ed editoriali a seguito della cessione di due rami d'azienda. «Un incontro che non ci ha visti soddisfatti - il commento -. Inaspettata e criticabile la scelta di non illustrare un piano industriale trincerandosi dietro all'incertezza del momento».
«Martedì 6 dicembre il Coordinamento dei Cdr del gruppo Gedi ha incontrato i vertici aziendali ed editoriali a seguito della cessione di due rami d'azienda di GediDigital, la componente tech che supporta noi giornalisti nell'informarvi ogni giorno. È stato un incontro che non ci ha visti soddisfatti». È quanto si legge in una nota, pubblicata anche sulle edizioni cartacee dei quotidiani di mercoledì 7 dicembre 2022, in cui i rappresentanti sindacali delle testate Gedi, rivolgendosi direttamente ai lettori, intendono informarli sulle vicende interne a gruppo editoriale.
«La cessione ad Accenture – prosegue il comunicato sindacale – è stata presentata come una partnership per aumentare il potenziale tecnologico del gruppo. Siamo troppo abituati a scrivere di esternalizzazioni per crederci a occhi chiusi. Senza contare che i colleghi, oggi in sciopero, saranno costretti a cambiare azienda senza mantenere il loro contratto grafico editoriale ma passando a quello dei metalmeccanici. Modalità e tempi ci sembrano sbagliati, così come l'idea di cedere il nostro know how».
Per i giornalisti, inoltre, «particolarmente inaspettata e criticabile è stata la scelta aziendale di non illustrare un piano industriale trincerandosi dietro all'incertezza del momento. Nessuna azienda – rilevano – procede senza piano e sulla mancata comunicazione abbiamo intenzione di approfondire con la Fnsi possibili reazioni: informare le rappresentanze sindacali è doveroso. Infine nel corso dell'intero incontro mai si è parlato di potenziamento degli organici e le notizie sembrano essere sparite dal tavolo, sostituite da contenuti di tipo non giornalistico più vicine all'infotainment. Il nostro futuro lo immaginiamo ricco di prodotti giornalistici di qualità, non di contenuti più legati al marketing. I Cdr di tutte le testate del gruppo mantengono perciò lo stato di agitazione».