UFFICI STAMPA: L’ASSOSTAMPA
SICILIA CHIEDE I DANNI AI BUROCRATI
DEGLI ENTI LOCALI
L’Associazione siciliana della stampa avvierà azioni di
rivalsa in sede civile contro quei dirigenti e funzionari degli Enti
locali che in maniera immotivata e illegittima hanno revocato o negato
l’applicazione del contratto nazionale di lavoro a giornalisti
impegnati negli uffici stampa delle amministrazioni locali sottoposte
al controllo e vigilanza della Regione. (segue)
| | La
Camera approva il testo della riforma dell'Ordine,
che passa ora all'esame del
Senato
Giornalisti professionisti: sì alla laurea
ma non
obbligatoria
I TEMI PER LA RIFORMA PROSSIMA VENTURA
La
stampa ha dedicato grande spazio alla notizia dell'approvazione alla Camera
dell'obbligo per i giornalisti professionisti di possedere
almeno una laurea triennale. In realtà l'emendamento formulato in Commissione
cultura dice ben altra cosa.
"Il settimo comma dell'articolo 33 della legge 3 febbraio 1963, n. 69, è sostituito
dal seguente:
«Ai fini dell'iscrizione nel registro dei praticanti non sono tenuti
a sostenere
l'esame di cultura generale, di cui al quarto comma, i soggetti in possesso
di titolo di studio non inferiore al diploma di laurea triennale»."
La
proposta di legge Pisicchio (atto Camera 2393) "Modifiche alla
legge 3 febbraio 1963, n. 69, in materia di ordinamento della professione
di giornalista",
approvata il 2 agosto 2011 dalla Camera ed ora all'esame
del Senato, ha comunque introdotto il ridimensionamento dell'abnorme
numero dei consiglieri nazionali, dagli attuali 150 a non
più di
90,
con un rapporto
tra professionisti e pubblicisti di 2 a 1.
Sono state cancellate dalla proposta gli articoli che istituivano la
commissione deontologica nazionale e il giurì per la correttezza
dell’informazione.
Il testo
emendato rispetto alla originale proposta
Pisicchio,
presentata il 22 aprile 2009, è assai distante dai contenuti espressi
dal "Documento
di Positano", approvato dal Consiglio nazionale
dell'Ordine dei Giornalisti il 17 ottobre 2008 come documento di indirizzo per la riforma.
Il
Documento di Positano aveva fatto proprie le modifiche proposte con
la "Bozza
Siliquini", approvata dal Consiglio dei ministri il
22 dicembre 2005 e
mai convertito in legge, che introduceva
le nuove regole per l'accesso alla professione con il requisito
di una laurea triennale + laurea magistrale (oppure master biennale)
per accedere all'Esame di Stato per giornalista professionista.
C'è
chi dice che imporre l'obbligo della laurea per essere giornalisti è altrettanto
buffo che prevedere la laurea in lettere per fare gli scrittori.
D'altra parte non si capisce perché possedere una generica
laurea, in Farmacia come in Tecniche radiologiche, debba costituire requisito
per
essere giornalisti
professionisti.
Il
possesso della laurea per i giornalisti professionisti è comunque
in stretta coerenza con l'attuale
regolamentazione delle Scuole
di giornalismo riconosciute dall'Odg, i cui detrattori affermano
essere fabbriche di illusioni per disoccupati. Per altro verso, tanti "valorosissimi" colleghi
pubblicisti di vasta esperienza sul campo si lamentano vedondosi superare,
nei concorsi per addetto stampa nella pubblica amministrazione,
da giovani e giovanissimi
colleghi professionisti provenienti dalle scuole di giornalismo,
laureati e con master universitario biennale; molto dotati cioè di
titoli ma troppo spesso con scarsissima "autentica" pratica
professionale.
Va
ricordata, infine, la proposta
di istituzione dell'elenco Freelance nell'Albo tenuto dall'Odg,
contenuta nel documento presentato al Consiglio nazionale dell'Ordine
dei Giornalisti del 24, 25 e 26 marzo 2010 dal Gruppo di
lavoro Freelance del Cnog.
TEMI PER UNA RIFORMA PROSSIMA VENTURA
La riforma dell'Ordine, con necessario particolare riguardo alle gravissime,
croniche problematiche di disoccupazione e precariato, dovrebbe integrare
e armonizzare numerosi aspetti che sono attualmente disciplinati
attraverso altre normative esistenti o previsti nei progetti di legge
in corso di discussione.
ACCESSO ALLA PROFESSIONE
- possibilità di introduzione del numero chiuso, come avviene
in altre professioni (per alcune il numero chiuso è a
livello universitario,
come per le lauree in architettura, medicina, veterinaria, odontoiatria,
mentre per notai e farmacisti c'è un limite di fatto);
- riconversione delle attuali (troppe) scuole di giornalismo in scuole
di aggiornamento, formazione e specializzazione rivolte A CHI E' GIA'
GIORNALISTA, soprattutto ai pubblicisti
- armonizzazione dei percorsi di accesso facilitati (agevolazioni per
l'editore che fa praticanti) con le nuove norme (Testo
Unico sull'apprendistato)
introducendo regole certe per la stabilizzazione alla fine del
praticantato.
FORMAZIONE
- introdurre la formazione continua già adottata da altri ordini
professionali; attuazione delle previsioni, attualmente eluse, della
formazione
in favore dei disoccupati e/o dei precari previste dall'Art. 4
del Cnlg;
- gestione della formazione da parte di enti Fnsi/Odg con eventuale
convenzione con Università (non viceversa).
FREELANCE
- istituzione dell'elenco Freelance nell'Albo dei giornalisti, ponendo
fine all'equivoco di considerare la parola "freelance" sinonimo
di "precario".
EQUO
COMPENSO
- le condizioni di generale precarietà dei giornalisti non subordinati
impone di stabilire per legge un tariffario dei compensi minimi per
le prestazioni professionali
autonome
dei giornalisti
che sia vincolante.
La
proposta di legge Moffa introduce l'equo compenso per il lavoro giornalistico Un decalogo sui metodi di applicazione |
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Assostampa
Romana
pubblica una guida
per il giornalista freelance
"Giornalista
fai da te, vademecum per il lavoro autonomo e parasubordinato" è il
nome della pubblicazione realizzata dalla Consulta Feeelance dell'Associazione
Stampa Romana a cura di Natalia Marra e Maria Giovanna Faiella.
E' una vera e propria guida che fornisce chiarimenti e risposte a tantissimi
problemi "pratici" che riguardano i freelance.(segue)
Lettera aperta ai direttori e CdR delle
testate siciliane sul lavoro giornalistico precario
Questa lettera denuncia l’umiliante e vergognosa situazione professionale
in cui sono costretti a vivere i giornalisti precari, comunque chiamati:
collaboratori esterni, lavoratori autonomi o “freelance”.
I luoghi dove le aziende editrici riescono ad imporre questa situazione
di sfruttamento e mortificazione della dignità dei lavoratori sono
le redazioni dei giornali.(segue)
Uffici
stampa pubblici: tre aspetti che riguardano la precarietà nel
lavoro giornalistico
Esaminando le problematiche che riguardano gli uffici stampa ed il lavoro
giornalistico precario emergono tre aspetti di rilievo: i casi di elusione dell'incompatibilità di
legge; la possibilità per i lavoratori
autonomi di una deroga al divieto di commistione; la formulazione dei bandi
di selezione.(segue)
Sulle
modalità di accesso
alla professione: apprendistato, scuole di giornalismo e numero chiuso
La riforma dell'apprendistato, attraverso la formulazione del Testo Unico
recentemente modificato dalla Conferenza Stato-regioni e sottoposto alle
parti sociali, sarà esaminata in autunno dalle commissioni parlamentari
prima del varo definitivo da parte del Consiglio dei ministri. In particolare
l'art. 5 del Testo Unico disciplina l' "Apprendistato di alta formazione
e ricerca" con cui possono essere assunti in tutti i settori di attività pubblici
o privati soggetti di età compresa tra i 18 e 29 anni anche per
il conseguimento di titoli di studio universitari o per il praticantato
previsto per l'accesso alle professioni ordinistiche.(segue)
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