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XXXI Congresso Assostampa Sicilia
 
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Ordine Giornalisti di Sicilia


UFFICI STAMPA: L’ASSOSTAMPA SICILIA CHIEDE I DANNI AI BUROCRATI
DEGLI ENTI LOCALI

L’Associazione siciliana della stampa avvierà azioni di rivalsa in sede civile contro quei dirigenti e funzionari degli Enti locali che in maniera immotivata e illegittima hanno revocato o negato l’applicazione del contratto nazionale di lavoro a giornalisti impegnati negli uffici stampa delle amministrazioni locali sottoposte al controllo e vigilanza della Regione. (segue)

 

La Camera approva il testo della riforma dell'Ordine,
che passa ora all'esame del Senato

Giornalisti professionisti: sì alla laurea
ma non obbligatoria

I TEMI PER LA RIFORMA PROSSIMA VENTURA

La stampa ha dedicato grande spazio alla notizia dell'approvazione alla Camera dell'obbligo per i giornalisti professionisti di possedere almeno una laurea triennale. In realtà l'emendamento formulato in Commissione cultura dice ben altra cosa.
"Il settimo comma dell'articolo 33 della legge 3 febbraio 1963, n. 69, è sostituito dal seguente:
«Ai fini dell'iscrizione nel registro dei praticanti non sono tenuti a sostenere l'esame di cultura generale, di cui al quarto comma, i soggetti in possesso di titolo di studio non inferiore al diploma di laurea triennale»."

La proposta di legge Pisicchio (atto Camera 2393) "Modifiche alla legge 3 febbraio 1963, n. 69, in materia di ordinamento della professione di giornalista", approvata il 2 agosto 2011 dalla Camera ed ora all'esame del Senato, ha comunque introdotto il ridimensionamento dell'abnorme numero dei consiglieri nazionali, dagli attuali 150 a non più di 90, con un rapporto tra professionisti e pubblicisti di 2 a 1.
Sono state cancellate dalla proposta gli articoli che istituivano la commissione deontologica nazionale e il giurì per la correttezza dell’informazione.

Il testo emendato rispetto alla originale proposta Pisicchio, presentata il 22 aprile 2009, è assai distante dai contenuti espressi dal "Documento di Positano", approvato dal Consiglio nazionale dell'Ordine dei Giornalisti il 17 ottobre 2008 come documento di indirizzo per la riforma.

Il Documento di Positano aveva fatto proprie le modifiche proposte con la "Bozza Siliquini", approvata dal Consiglio dei ministri il 22 dicembre 2005 e mai convertito in legge, che introduceva le nuove regole per l'accesso alla professione con il requisito di una laurea triennale + laurea magistrale (oppure master biennale) per accedere all'Esame di Stato per giornalista professionista.

C'è chi dice che imporre l'obbligo della laurea per essere giornalisti è altrettanto buffo che prevedere la laurea in lettere per fare gli scrittori.
D'altra parte non si capisce perché possedere una generica laurea, in Farmacia come in Tecniche radiologiche, debba costituire requisito per essere giornalisti professionisti.

Il possesso della laurea per i giornalisti professionisti è comunque in stretta coerenza con l'attuale regolamentazione delle Scuole di giornalismo riconosciute dall'Odg, i cui detrattori affermano essere fabbriche di illusioni per disoccupati. Per altro verso, tanti "valorosissimi" colleghi pubblicisti di vasta esperienza sul campo si lamentano vedondosi superare, nei concorsi per addetto stampa nella pubblica amministrazione, da giovani e giovanissimi colleghi professionisti provenienti dalle scuole di giornalismo, laureati e con master universitario biennale; molto dotati cioè di titoli ma troppo spesso con scarsissima "autentica" pratica professionale.

Va ricordata, infine, la proposta di istituzione dell'elenco Freelance nell'Albo tenuto dall'Odg, contenuta nel documento presentato al Consiglio nazionale dell'Ordine dei Giornalisti del 24, 25 e 26 marzo 2010 dal Gruppo di lavoro Freelance del Cnog.

TEMI PER UNA RIFORMA PROSSIMA VENTURA
La riforma dell'Ordine, con necessario particolare riguardo alle gravissime, croniche problematiche di disoccupazione e precariato, dovrebbe integrare e armonizzare numerosi aspetti che sono attualmente disciplinati attraverso altre normative esistenti o previsti nei progetti di legge in corso di discussione.

ACCESSO ALLA PROFESSIONE
- possibilità di introduzione del numero chiuso, come avviene in altre professioni (per alcune il numero chiuso è a livello universitario, come per le lauree in architettura, medicina, veterinaria, odontoiatria, mentre per notai e farmacisti c'è un limite di fatto);
- riconversione delle attuali (troppe) scuole di giornalismo in scuole di aggiornamento, formazione e specializzazione rivolte A CHI E' GIA' GIORNALISTA, soprattutto ai pubblicisti
- armonizzazione dei percorsi di accesso facilitati (agevolazioni per l'editore che fa praticanti) con le nuove norme (Testo Unico sull'apprendistato) introducendo regole certe per la stabilizzazione alla fine del praticantato.

FORMAZIONE
- introdurre la formazione continua già adottata da altri ordini professionali; attuazione delle previsioni, attualmente eluse, della formazione in favore dei disoccupati e/o dei precari previste dall'Art. 4 del Cnlg;
- gestione della formazione da parte di enti Fnsi/Odg con eventuale convenzione con Università (non viceversa).

FREELANCE
- istituzione dell'elenco Freelance nell'Albo dei giornalisti, ponendo fine all'equivoco di considerare la parola "freelance" sinonimo di "precario".

EQUO COMPENSO
- le condizioni di generale precarietà dei giornalisti non subordinati impone di stabilire per legge un tariffario dei compensi minimi per le prestazioni professionali autonome dei giornalisti che sia vincolante.


La proposta di legge Moffa introduce l'equo compenso per il lavoro giornalistico Un decalogo sui metodi di applicazione

 


Assostampa Romana
pubblica una guida
per il giornalista freelance

"Giornalista fai da te, vademecum per il lavoro autonomo e parasubordinato" è il nome della pubblicazione realizzata dalla Consulta Feeelance dell'Associazione Stampa Romana a cura di Natalia Marra e Maria Giovanna Faiella.
E' una vera e propria guida che fornisce chiarimenti e risposte a tantissimi problemi "pratici" che riguardano i freelance.(segue)

Lettera aperta ai direttori e CdR delle testate siciliane sul lavoro giornalistico precario
Questa lettera denuncia l’umiliante e vergognosa situazione professionale in cui sono costretti a vivere i giornalisti precari, comunque chiamati: collaboratori esterni, lavoratori autonomi o “freelance”.
I luoghi dove le aziende editrici riescono ad imporre questa situazione di sfruttamento e mortificazione della dignità dei lavoratori sono le redazioni dei giornali.(segue)

Uffici stampa pubblici: tre aspetti che riguardano la precarietà nel lavoro giornalistico
Esaminando le problematiche che riguardano gli uffici stampa ed il lavoro giornalistico precario emergono tre aspetti di rilievo: i casi di elusione dell'incompatibilità di legge; la possibilità per i lavoratori autonomi di una deroga al divieto di commistione; la formulazione dei bandi di selezione.(segue)

Sulle modalità di accesso alla professione: apprendistato, scuole di giornalismo e numero chiuso
La riforma dell'apprendistato, attraverso la formulazione del Testo Unico recentemente modificato dalla Conferenza Stato-regioni e sottoposto alle parti sociali, sarà esaminata in autunno dalle commissioni parlamentari prima del varo definitivo da parte del Consiglio dei ministri. In particolare l'art. 5 del Testo Unico disciplina l' "Apprendistato di alta formazione e ricerca" con cui possono essere assunti in tutti i settori di attività pubblici o privati soggetti di età compresa tra i 18 e 29 anni anche per il conseguimento di titoli di studio universitari o per il praticantato previsto per l'accesso alle professioni ordinistiche.(segue)

 
   

Giornalismo Siciliano - testata dell’Associazione Siciliana della Stampa-FNSI
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