| | Perquisizione nella redazione palermitana di Repubblica Reato ipotizzato, rivelazione di segreti di ufficio Dure reazioni della Fnsi e dell’Assostampa Sicilia PALERMO, 27 DIC - La polizia sta effettuando una perquisizione su mandato della Procura negli uffici della redazione siciliana della Repubblica. L'ipotesi di reato è quella di rivelazione e utilizzazione di segreti d'ufficio, in relazione alla pubblicazione sul quotidiano di oggi del cosiddetto "libro mastro" del boss mafioso Salvatore Lo Piccolo. Gli agenti stanno portando via i computer di alcuni giornalisti. Lo dice il segretario provinciale della sezione di Palermo dell'Associazione siciliana della Stampa, Enrico Bellavia. "Ancora una volta - dice Bellavia - si colpisce duramente chi con coscienza e professionalità esercita il diritto dovere di informare l'opinione pubblica. Fermo restando il rispetto per il lavoro dei magistrati, non si può non rilevare come simili provvedimenti finiscano per ledere il lavoro dei colleghi e costituiscano un deterrente, per nulla confortante, per quanti con passione e abnegazione si dedicano al lavoro di cronisti. Della qual cosa dovrebbero preoccuparsi in primo luogo i cittadini". PALERMO, 27 DIC - Sia il comitato di redazione del Giornale di Sicilia che l' Unci esprimono solidarietà "ai colleghi di Repubblica che in queste ore hanno subito perquisizioni". "Pur rispettando il lavoro della magistratura e delle forze dell'ordine - dice il cdr del Gds - riteniamo che il diritto-dovere di informare l'opinione pubblica in maniera completa vada sempre rispettato. Le autorità investigative e inquirenti hanno tutti i mezzi per tutelare a monte i segreti delle indagini. Evitino dunque di ricorrere a forme repressive e intimidatorie nei confronti dei cronisti". PALERMO, 27 DIC - La polizia sta effettuando una perquisizione nell'abitazione dei cronisti di "Repubblica" Francesco Viviano e Alessandra Ziniti, che sono sposati, autori degli articoli sulla documentazione sequestrata nel covo dei boss Lo Piccolo a Giardinello (Palermo). Solidarietà ai giornalisti è stata data dall'Unci regionale e dal Cdr del Giornale di Sicilia. PALERMO, 27 DIC - "Le perquisizioni e i sequestri dei computer di due colleghi della redazione de 'La Repubblicà di Palermo, ordinate dalla Procura del capoluogo siciliano, sono sconcertanti e assolutamente inaccettabili". Lo scrive, in una nota, la Fnsi. "A fronte di giornalisti che legittimamente compiono il loro dovere - prosegue -, informando i cittadini su fatti e documenti di pubblico interesse, come aspetti importanti dell'inchiesta sul boss mafioso Salvatore Lo Piccolo, la Procura anzichè indagare su eventuali fughe di notizie dai suoi uffici colpisce i giornalisti con un'azione che assume il carattere della ritorsione e dell'intimidazione". "A questo punto - continua - è urgentissimo fermare questa deriva e dissolvere al più presto il clima cupo che grava sul diritto-dovere dei giornalisti di informare". "La Fnsi rinnova, quindi, - conclude - la richiesta di un urgente incontro al Csm perchè siano fatte rispettare le regole che devono assicurare all'informazione, in condizioni di rispetto e di indipendenza, la propria funzione di garanzia democratica". PALERMO, 27 DIC - "Pagano sempre e solo i giornalisti". Lo dice il presidente dell'ordine dei giornalisti di Sicilia, Franco Nicastro, dopo la perquisizione della redazione di Repubblica. "L'iniziativa della magistratura - aggiunge - rientra nelle iniziative prevedibili e routinarie con le quali si finisce per colpire solo da una parte e purtroppo con effetti paralizzanti per l'informazione. I cronisti, cui va la solidarietà dei colleghi, hanno in questo caso esercitato nient'altro che un loro compito. E nel rispetto di un principio fondamentale della professione in base al quale il giornalista è tenuto a riportare tutte le notizie di cui viene a conoscenza, anche e sopra tutto nell'interesse del pubblico". ROMA, 27 DIC - "Il ripetersi di questi atti sta compromettendo uno dei diritti fondamentali della democrazia: l'informazione non condizionata da alcun potere". Così il Cdr di Repubblica conclude una nota sulle perquisizioni della Redazione di Palermo. "La libertà di stampa ancora una volta sotto attacco. Oggi, nella redazione di Palermo di Repubblica, la polizia su mandato della procura ha sequestrato i computer dei colleghi Franco Viviano, Alessandra Ziniti e del caporedattore Enzo d'Antona, di fatto paralizzando il lavoro giornalistico, e in seguito ha perquisito le abitazioni di Viviano e Ziniti. Il provvedimento - si spiega nel comunicato del Cdr -, dopo la pubblicazione su Repubblica di un servizio su mafia e appalti relativi all'inchiesta sul boss Lo Piccolo. A scadenze ravvicinate, con frequenza allarmante, si ripetono episodi di questo genere che, nella sostanza, ledono il principio della libertà di stampa. Il Comitato di Redazione, nel suo ruolo di rappresentante di tutti i giornalisti di Repubblica, denuncia questi episodi come veri e propri atti intimidatori e ha già dato mandato agli organismi sindacali della FNSI di tutelare e difendere, in tutti i modi possibili, il diritto d'informazione e il diritto per i colleghi Viviano, Ziniti e d'Antona e per tutti i giornalisti, di continuare a svolgere senza alcun tipo di censura il proprio lavoro". ROMA, 27 DIC - "Le perquisizioni e i sequestri dei computer di due colleghi della redazione di la Repubblica di Palermo, ordinate dalla Procura del capoluogo siciliano, sono sconcertanti e assolutamente inaccettabili". È quanto dichiara la Fnsi (Federazione Nazionale della Stampa Italiana). "A fronte di giornalisti che legittimamente compiono il loro dovere informando i cittadini su fatti e documenti di pubblico interesse, come aspetti importanti dell'inchiesta sul boss mafioso Salvatore Lo Piccolo, la Procura anziché indagare su eventuali fughe di notizie dai suoi uffici colpisce i giornalisti con un'azione che assume il carattere della ritorsione e dell'intimidazione. Evidentemente neanche l'acuta considerazione fatta pochi giorni fa dal vicepresidente del Csm, Nicola Mancino, secondo il quale quando 'un giornalista è in possesso di una notizia la pubblica, perché questo 'è diritto di cronaca che è pure tutelato dalla Costituzione è servita a nulla" prosegue la nota. "A questo punto è urgentissimo fermare questa deriva e dissolvere al più presto - come chiesto dalla Fnsi appena dieci giorni fa relativamente all'inchiesta napoletana per tv e voti - il clima cupo che grava sul diritto-dovere dei giornalisti di informare. A Palermo si sta addirittura bloccando l'attività di un giornale. Oltre ai sequestri in redazione sono state disposte perquisizioni nelle abitazioni dei giornalisti Francesco Viviano e Alessandra Ziniti. È stato, inoltre, ordinato il sequestro dell'hard disk del caporedattore peraltro in questi giorni non in servizio. Si tratta di vere e proprie intromissioni non solo nella vita personale dei singoli giornalisti ma sul funzionamento di un giornale, e quindi sulla libertà di stampa, determinando un vulnus nei confronti dell'informazione, bene costituzionalmente protetto. Ai colleghi di la Repubblica - conclude il comunicato della Fnsi - va la piena solidarietà della Fnsi che su questa, come su altre vicende simili, non si farà mettere nessun bavaglio. La Fnsi rinnova, quindi, la richiesta di un urgente incontro al Csm perché siano fatte rispettare le regole che devono assicurare all'informazione, in condizioni di rispetto e di indipendenza, la propria funzione di garanzia democratica". PALERMO, 27 DIC - "A Palermo la Procura ha scelto ancora una volta la via più breve, quella di inseguire tardivamente e in modo inopportuno le fughe di notizie, individuando in chi esercita il diritto-dovere di informare i cittadini i responsabili di azioni che non sono certamente a loro addebitabili". Lo dice Alberto Cicero, segretario regionale Assostampa, sulle perquisizioni nella redazione di Repubblica. " In queste ore - aggiunge - si ripete dunque un antico copione in base al quale alle fughe di notizie dai palazzi di giustizia fanno purtroppo puntualmente seguito le perquisizioni e i sequestri ai danni dei giornalisti. Un atto grave che lede un diritto sancito dalla Costituzione e mette a rischio persino l'uscita di un giornale. È una procedura che l'Associazione Siciliana della Stampa ritiene inaccettabile, nella forma e nella sostanza". PALERMO, 27 DIC - Il Cdr del quotidiano La Sicilia in una nota dice di essere "vicino ai colleghi Francesco Viviano ed Alessandra Ziniti, e a tutta la redazione di Repubblica, oggetto di un pesante intervento della magistratura per avere adempiuto al proprio dovere professionale che è quello di cercare e di dare le notizie, tanto più in casi di enorme rilevanza sociale, politica ed economica quali sono quelli relativi alla criminalità mafiosa e alle sue infiltrazioni e pressioni sul tessuto sociale del nostro territorio". MESSINA, 27 DIC - Il comitato di redazione della " Gazzetta del Sud" esprime solidarietà ai colleghi di " Repubblica" Francesco Viviano e Alessandra Ziniti, che hanno subito la perquisizione della propria abitazione e il sequestro dei computer in redazione, "colpevoli solo di aver fatto il proprio mestiere di cronisti in una realtà difficile e complessa quale è quella palermitana". | | | |