| | Il CN riunito a Roma il 4 febbraio
2010 nella sede della Fnsi esprime grave preoccupazione per i dati
occupazionali
del settore
dell’editoria
La crisi che sta attraversando
il settore, coinvolgendo tutto il panorama delle aziende editoriali,
solo nell’ultimo anno ha portato a un
ricorso massiccio alla cassaintegrazione e a circa 700 prepensionamenti.
A fronte di questa situazione, con solo 17 mila occupati e un numero
sempre crescente di disoccupati, inoccupati, precari e lavoratori autonomi
con redditi assolutamente insufficienti, è ormai doverosa e non
più rinviabile una profonda e restrittiva revisione dei criteri
di accesso alla professione, così come del resto previsto dalla
proposta di riforma approvata all’unanimità dallo stesso
Consiglio nazionale dell’Ordine.
Ogni anno oltre un migliaio di praticanti superano l’esame ma solo
una esigua minoranza di loro arriva da un percorso di praticantato contrattualizzato
mentre il turn over della professione permette l’assorbimento di
poche centinaia di lavoratori con regolare contratto.
Le migliaia di accessi, frutto di una politica permissiva che non tiene
in alcun conto le regole del mercato e le reali disponibilità di
posti di lavoro nelle redazioni, hanno determinato lo svilimento della
professione portando l’offerta di lavoro ad almeno cinque volte
in più rispetto ai posti disponibili.
Una situazione ormai insostenibile che rischia di travolgere la categoria,
rendendo sempre più difficile il lavoro del sindacato chiamato
a tutelare i colleghi costretti a vivere situazioni disperate.
Il Sindacato dei giornalisti, in accordo con l’Inpgi, ha esteso
l’area della protezione previdenziale e sociale anche a chi non
ha il posto fisso. E si propone di dare a breve una rappresentanza forte
e strutturata ai giornalisti del lavoro autonomo.
Presto però non sarà più possibile tutelare tutti
i colleghi se continueranno a rimanere costanti i versamenti contributivi
a fronte di una spesa che cresce in modo esponenziale per assicurare
il pagamento di disoccupazioni, casse integrazioni e tutele previdenziali.
In questo devastante contesto risulta incomprensibile la politica dei
vertici dell’Ordine dei giornalisti che si sono lanciati in un
attacco prima contro il contratto firmato dalla Fnsi e poi, con le parole
del presidente, contro i Cdr e contro i vertici federali che questo stato
di cose da anni denunciano con coerenza e con ferma convinzione condivisa
da tutto il gruppo dirigente.
Il Cn condanna l’atteggiamento di chi ha voluto criticare il CNLG
senza mai riuscire a formulare una propria valida proposta anche alternativa,
puntando invece a sostituire, in modo surrettizio e con rappresentanze
non istituzionali, gli organismi sindacali, gli unici ancora titolati
di fronte alla legge e agli editori a rappresentare tutti i giornalisti
e a tutelare il loro lavoro in qualsiasi redazione e con qualunque mezzo
tecnologico lo svolgano.
Lontani dalla difficile, e talvolta disperata, realtà della professione,
incapaci di comprendere i mutamenti del mercato del lavoro e di rappresentarne
le esigenze vere, dimentichi della quotidianità delle redazioni
che non frequentano ormai da anni, i vertici dell’Ordine da tempo
hanno lanciato una vera e propria battaglia contro il sindacato, puntando
a sminuirne il ruolo fino a tentare di sostituirlo.
Troppe le accuse e le provocazioni mosse in questi ultimi mesi al sindacato
fino a divenire quasi la voce della controparte editoriale.
Sconcertano le recenti dichiarazioni del vertice dell’Ordine, che
ha definito “autentiche sciocchezze” i veri problemi della
categoria, denunciati con coerenza dai vertici della Fnsi nelle assemblee
dei precari; che ha parlato di conclamata ostilità di qualche
dirigente sindacale e che si è spinto sino alla sconcertante proposta
di censurare il sito della Fnsi.
E ancora: gli interventi scomposti dei vertici dell’Ordine durante
il congresso della Fnsi, e poi durante la delicata fase del negoziato
contrattuale, quindi la diffusione ai praticanti dei corsi pre esame
di una improbabile nota di commento al contratto di lavoro zeppa di errori,
inesattezze e di opinioni personali e fuorvianti, per finire con la raffica
di provocazioni di questi giorni, impongono a tutti una seria riflessione.
Il Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti deve restare
ciò per cui la legge lo ha istituito con questi precisi scopi:
la tutela della deontologia professionale nella massima trasparenza,
rendendo note le decisioni adottate, e una seria e rigorosa gestione
dell’accesso. Null’altro.
Tutti vogliamo una riforma. Seria, radicale e in tempi brevi.
| | | |