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Ordine: "Giornalisti uniti" denuncia,
forze estranee vogliono impadronirsi della professione

L'esposto presentato dal presidente uscente del consiglio regionale dell'Ordine dei giornalisti di Sicilia conferma le preoccupazioni e i sospetti che il sindacato, in questi ultimi mesi, aveva avanzato sulla regolarità della consultazione elettorale. Non a caso, su proposta di "Giornalisti Uniti", il Consiglio regionale dell'Associazione della Stampa aveva lanciato - anche sul proprio sito - una raccolta di firme per chiedere la presenza dei notai nei seggi di Palermo, Messina e Catania. Una richiesta che, purtroppo, non ha avuto seguito per la ferma opposizione della componente pubblicistica del Consiglio dell'Ordine.
Adesso l'esposto, che segnala telefonate fatte in nome dell'Ordine a singoli giornalisti per controllare a posteriori l'esito del voto, conferma che esiste la precisa volontà di forze estranee di introdursi con tutti i mezzi, anche quelli non leciti, all'interno delle istituzioni professionali per controllarle e per determinarne le scelte, spingendosi fino al controllo del comportamento dei singoli colleghi.
E tutto questo avviene alla vigilia dell'elezione del nuovo presidente del consiglio regionale, dove la componente pubblicistica vuole mortificare la volontà della maggioranza dei giornalisti professionisti siciliani, proponendo di affidare il vertice dell'istituzione al penultimo dei votati.
Da anni il sindacato, e "Giornalisti uniti" in prima linea, denuncia l'accesso indiscriminato alla professione, favorito da un atteggiamento oltremodo permissivo e compiacente dell'Ordine, segnalando anche la intollerabile sproporzione tra il crescente numero di iscritti senza lavoro e il sempre più asfittico turn over. Ancora più inaccettabili le centinaia di iscrizioni all'elenco dei pubblicisti (specie nella provincia di Messina) e la assoluta mancanza, da anni denunciata, di una seria revisione dello stesso elenco che in pochi anni ha portato la Sicilia, come numero di iscritti, alle spalle della Lombardia e del Lazio.
Speriamo adesso che la magistratura, sulla scorta di questa segnalazione, voglia cogliere l'occasione per andare fino in fondo e fare così luce su un sistema di potere che ha gestito in questo decennnio le elezioni professionali, forte di un numero spropositato e illogico di iscrizioni che meriterebbero adeguati riscontri e valutazioni in sede giudiziaria e penale.

 

 
   

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