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L'Assostampa contro la legge bavaglio
" La privacy non c'entra, è solo una legge liberticida"

La legge bavaglio, che impone di fatto il silenzio di Stato su tutte le indagini, non è in alcun modo accettabile. Non è una legge sulle intercettazioni, non è una legge che vuole tutelare il diritto sacrosanto alla privacy, ma è soltanto e unicamente una legge liberticida. L’ennesimo atto di un attacco concentrico ai giornalisti e al loro diritto-dovere di informare i cittadini. Ed è un attacco anche al diritto dei cittadini a essere informati e a potere, quindi, decidere in maniera consapevole. La Fnsi, peraltro, aveva lanciato – proprio a tutela della privacy – alcune proposte di buon senso: un’udienza filtro che stralciasse da ciò che poteva essere pubblicato – che cioè fosse di interesse pubblico - tutto ciò che riguarda la privacy, tempi limitati per i segreti e un giury d’onore per le violazioni della privacy, fermo restando il successivo intervento dell’Ordine. Proposte di buon senso che sono state rigettate dal governo, perché lo scopo di questa legge non è la difesa della privacy ma il mettere un bavaglio alla stampa.  
Solo per fare qualche esempio: della vicenda del neonato rapito in ospedale, le uniche informazioni pubblicabili sarebbero state che un neonato era stato rapito e che una donna era stata arrestata. Punto e basta, perché dal momento in cui iniziano le indagini cala la coltre del silenzio di Stato. Anche dei casi di malasanità non si potranno più dare notizie, fino alla chiusura delle indagini che, in Italia, durano anni. Così come non sarà più possibile conoscere i reati commessi da coloro che i cittadini eleggono, impedendo di fatto un consapevole esercizio del diritto di voto.
Per questo, anche l’Assostampa provinciale di Catania è in prima linea: non si tratta di una difesa di categoria, ma della difesa della libertà di stampa, baluardo irrinunciabile della democrazia. Non è una lotta dei giornalisti – o dei magistrati – contro un governo, ma è una civile lotta per la democrazia, contro una legge che a tutti gli effetti rimanda alle leggi fascistissime del Ventennio.
Sul sito della Fnsi si può firmare l’appello messo a punto dalla Federazione. Ci saranno manifestazioni con i componenti della società civile e per il 9 luglio è fissata la giornata del silenzio, che riguarderà sia la carta stampata sia la tv sia il web. Siamo tutti chiamati alla resistenza civile, con tutte le forme che vorremo adottare: dai post it per segnalare gli articoli che non si potrebbero pubblicare se passerà questa legge alla pubblicazione, con grande risalto, dei comunicati delle rappresentanze sindacali di base; dalla pubblicazione ogni giorno del logo listato a lutto messo a punto dalla Fnsi al volantinaggio, dalla pubblicazione di spazi bianchi nelle pagine o al silenzio in tv e nelle radio al posto delle notizie non pubblicabili agli stessi giornali listati a lutto, fino allo sciopero. La resistenza civile va fatta: ognuno scelga il metodo migliore, più congeniale, anche in considerazione del fatto che, al momento, gli editori sono con noi in questa lotta.
Se la legge dovesse essere approvata, la Fnsi si rivolgerà ovviamente alla Consulta e alla Corte dei diritti dell’uomo di Strasburgo. Intanto, come Assostampa provinciale vi invitiamo tutti alla resistenza civile: i mezzi sono quelli che vi ho citato prima e anche tutti gli altri che la fantasia di ciascuno di noi sarà in grado di escogitare. La partita che si gioca non è quella della sopravvivenza della nostra categoria, ma è quella della sopravvivenza della democrazia che l’attuale governo considera un “fastidio”. Ma che non solo un fastidio non è, ma è al contrario un bene irrinunciabile.

 

 
   

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