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Ispezione a Catania nella redazione di Sud
L’Assostampa Sicilia: “Una grave censura preventiva”

"Sette funzionari di polizia hanno notificato ed eseguito nella redazione di Sud un ordine di esibizione firmato dal procuratore capo Vincenzo D'Agata e dagli aggiunti Michelangelo Patanè e Carmelo Zuccaro" e hanno "visionato e fotografato tutti gli articoli del giornale ancora in lavorazione". Lo afferma la Editori indipendenti, editrice del free press, sottolineando che tutto è "scaturito da una denuncia presentata dai legali del presidente della regione siciliana Raffaele Lombardo che paventavano da parte del giornale la pubblicazione di atti relativi alle indagini a suo carico per concorso esterno all'associazione mafiosa".
Secondo la società editrice "l'attività di esibizione si è protratta per circa tre ore e comporterà un ritardo nella stampa e distribuzione del numero in questione".
"Non può a questo punto non denunciarsi - afferma in una nota la Editori indipendenti - l'intollerabile deriva raggiunta da alcune fondamentali istituzioni che pare abbiano definitivamente superato ogni limite. Deve farsi appello ai presidi democratici affinchè intervengano con assoluta immediatezza per garantire il ripristino di un minimo di decenza istituzionale. Il 'controllo preventivò operato con l'ordine di esibizione, esercitato in danno della libera informazione, non può non considerarsi violazione di diritti fondamentali costituzionalmente garantiti".
"Si fa appello al Capo dello Stato nella sua qualità di presidente del Csm - conclude il comunicato - affinchè vengano finalmente accertati quali siano i criteri ed i motivi che hanno consentito un tale plateale atto intimidatorio, mentre al contrario delicate ed importantissime indagini a carico di primari personaggi languono per anni o conducono a singolari stralci ed archiviazioni. È ormai evidente che ci troviamo di fronte ad un'urgenza non più rinviabile".

La nota dell'Assostampa Sicilia
"La spiegazione dell'Ufficio della Procura sulle motivazioni che hanno portato al controllo preventivo sui contenuti del periodico 'Sud' contribuiscono solo in parte a superare lo stupore e il disagio che un tale provvedimento ha suscitato tra i giornalisti". È quanto si legge in una nota dell'Assostampa.
"Pur rispettando in pieno il delicato lavoro della magistratura", l'Associazione siciliana della Stampa "è costretta a sottolineare come un intervento preventivo sui contenuti di un periodico, ancor prima della sua pubblicazione, suscita una sensazione assai vicina a quella generata da una sorta di censura preventiva".
"Lavorare alla ricerca e alla pubblicazione di notizie, dovendo immaginare di doversi sottoporre al vaglio preventivo dell'autorità giudiziaria - prosegue la nota - non contribuisce alla serenità di chi è impegnato per rispettare il diritto dei cittadini di essere correttamente informati dopo avere verificato col massimo scrupolo l'attendibilità delle notizie nel pieno rispetto dei doveri professionali. Tuttavia, il sindacato dei giornalisti prende atto dell'affermazione dell'ufficio della Procura che, nonostante il provvedimento adottato nei confronti del periodico, non intende minimamente intaccare il diritto di libertà di stampa sancito dalla Costituzione".

La nota dell'Ordine dei giornalisti di Sicilia
" La richiesta del procuratore D'Agata è un atto gravissimo, quasi una sorta di censura preventiva. Non si comprendono, infatti, le ragioni per le quali un giornalista dovrebbe sottoporre il proprio articolo all'esame della magistratura, ancor prima che questo sia stato pubblicato. Nè serve a giustificare una tale richiesta la motivazione che un pezzo giornalistico possa nuocere alle indagini in corso". A dichiararlo il presidente dell'Ordine dei giornalisti Sicilia Vittorio Corradino che ha commentato così la richiesta della Procura di Catania di voler acquisire preventivamente i testi degli articoli prossimi alla pubblicazione sul settimanale "Sud".
"Senza voler entrare nel merito dell'operato della Procura - aggiunge Corradino - riteniamo che una tale richiesta possa costituire un inquietante precedente che metta in pericolo la libertà di stampa, in considerazione anche del fatto che l'Articolo 21 della Costituzione non prevede un'evenienza del genere. Come giornalisti non siamo disposti ad accettare censure di qualsivoglia natura".

 

 
   

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