| | "Giornalismi
e giornalisti"
Assemblea dei giornalisti in occasione dei lavori per la Carta
di Firenze
ORDINE DEL GIORNO
Premessa
Per
la prima volta in Italia, le nuove identità del lavoro giornalistico
si sono incontrate e confrontate in un'assemblea nazionale che ha posto
al centro del dibattito le tante, diverse condizioni di sfruttamento dei
lavoratori.
Si è così concretizzata una nuova solidarietà tra
colleghi, rappresentanti di movimenti del territorio, raccolta dagli
organismi di governo
della categoria. Ci sono quindi le condizioni per accogliere le proposte
che arrivano dai colleghi di tutto il Paese e dare via a una svolta più che
mai prioritaria e indifferibile, perché la precarietà del
lavoro rende ricattabili i giornalisti e, oltre a ledere la loro dignità professionale
ma anche umana, mette in pericolo la libertà d'informazione e
il pluralismo, e quindi la democrazia.
Per questi motivi l'Assemblea riunita a Firenze il 7 e 8 ottobre 2011
per la manifestazione "Giornalismi e Giornalisti"
chiede con forza agli organismi di categoria, Fnsi, Ordine dei giornalisti,
Inpgi, Casagit, di dare concreta attuazione, ciascuno per le proprie
competenze, ai principi contenuti nella carta deontologica, in particolare
a:
-promuovere una campagna per la dignità del lavoro per sensibilizzare
l'opinione pubblica sulle condizioni lavorative dei giornalisti sfruttati
e senza tutele;
-fare pressione sul legislatore per l'approvazione della proposta
di legge Moffa sull'equo compenso, che prevede in particolare la
mancata
erogazione
dei contributi pubblici agli editori che non rispettano retribuzioni
congrue e, attraverso l'Osservatorio previsto dalla Carta di Firenze,
creare una
black list degli editori inadempienti;
-sollecitare la costruzione di un nuovo quadro normativo che contempli
il lavoro autonomo, anche attraverso sistemi di welfare concertati
tra organizzazioni
dei lavoratori, dei datori di lavoro e degli istituti di previdenza;
-predisporre strumenti sindacali sempre più efficaci e partecipativi
per organizzare la rappresentanza dei giornalisti non contrattualizzati,
in particolare supportando la costituzione di coordinamenti dei collaboratori
per testata che individuino un proprio rappresentante all'interno dei Cdr
o, in alternativa, la possibilità per l'associazione sindacale
regionale di nominare con pieni poteri un collaboratore come proprio
rappresentante
all'interno del Comitato di redazione;
-prevedere nelle contrattazioni aziendali la questione "collaboratori" e
promuovere vertenze collettive specifiche per questi colleghi, come per
esempio sui tempi di pagamento non rispettati oppure per contrastare
tagli unilaterali
dei compensi da parte degli editori;
-porre un freno a un mercato del lavoro sempre più selvaggio, in cui
si è costretti a subire la concorrenza di non giornalisti e stagisti
provenienti dalle scuole e dai master di giornalismo;
-vigilare con puntualità sia sui non iscritti che esercitano la professione
non avendo titoli per farlo, sia sul rispetto dell'art. 2 della legge n.
69/1963 ("Giornalisti ed editori sono tenuti a rispettare il segreto
professionale sulla fonte delle notizie, quando ciò sia richiesto
dal carattere fiduciario di esse, e a promuovere lo spirito di collaborazione
tra colleghi, la cooperazione fra giornalisti e editori, e la fiducia tra
la stampa e i lettori"), comminando a chi viola le norme le sanzioni
previste, ma spesso disattese;
-sostenere e sollecitare sgravi fiscali per le testate che stabilizzano
i lavoratori. Va inoltre creata una rete di "protezione", da studiare
insieme a Inpgi e Casagit, e da proporre al tavolo di concertazione tra editori,
sindacato e governo: dagli ammortizzatori sociali per i precari e i cococo
a una sorta di fondo/tesoretto di solidarietà che permetterebbe di
erogare ai colleghi in difficoltà, in caso di discontinuità del
lavoro o di malattia, maternità e congedi parentali, una sorta
di minireddito/sussidio sociale o prestiti a tasso zero;
-garantire ai collaboratori freelance, collaboratori e lavoratori
autonomi la tutela legale, in particolare ai colleghi che operano
in contesti
ambientali e territoriali a rischio e che sono sottoposti a intimidazioni
e minacce
della criminalità;
- garantire la tutela delle pari dignità e opportunità alle
colleghe, valutando la possibilità di dare il via a comitati di parità all'interno
delle aziende editoriali.
Appello agli editori
Lanciamo un appello agli editori, richiamandoli al dovere della responsabilità sociale
d'impresa sancita dalla Costituzione, che impone loro di impegnarsi a contrastare
i comportamenti di quelle aziende che vengono meno ai principi basilari di
rispetto della dignità professionale ma anche umana, quali per
esempio il vincolo di esclusiva imposto e senza congruo riconoscimento
economico
o la pretesa di prestazioni gratuite. | |