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| DOCUMENTO
DELLA COMMISSIONE PER IL LAVORO AUTONOMO La Commissione per il Lavoro autonomo della FNSI crede che la libertà e la qualità dell’informazione, e con esse le problematiche dei giornalisti freelance, e il rispetto dei loro diritti troppo spesso ignorati nel mercato del lavoro, debbano essere le priorità e urgenze nell’azione del Sindacato. Oramai infatti oltre la metà dei giornalisti italiani attivi, 24 mila
a fronte di 20 mila contrattualizzati, non ha un contratto a tempo indeterminato
e guadagna in media nemmeno 10 mila euro lordi l'anno, la maggioranza dei
quali meno di 5 mila. Sono colleghe e colleghi che lavorano per giornali,
radio, tv, agenzie, uffici stampa e siti web, garantendo ai cittadini il
fondamentale diritto all’informazione. Ma troppo spesso hanno pochi
o nessun diritto, sono sottopagati e costretti a una vita di costante precarietà,
lavorativa e personale. Negli ultimi mesi la volontà degli editori di ridurre i costi, aumentare
i profitti e la crisi economica hanno portato la situazione del lavoro precario
a livelli ormai insostenibili. Dopo anni di mancanza di tutele e certezze
per il futuro, spesso nell’illusione di un posto fisso (che per la
maggioranza, in un mercato sempre più flessibile, non arriverà mai),
i freelance stanno ora assistendo a una rapida riduzione delle loro collaborazioni
e dei compensi, quasi sempre già al di sotto dei livelli minimi
di decoro ed accettabilità Per tutte queste ragioni il tema del precariato giornalistico investe non solo i precari e i freelance, ma l’intera categoria giornalistica, il sistema dell’informazione nel suo complesso, e l’intera società in cui viviamo. Siamo consapevoli che si tratta di un problema complesso, in cui entrano in gioco interessi, diritti e opinioni diverse, resistenze e rendite di posizione, e che la strada per migliorare la situazione non sarà né agevole né breve, ma per tutte le ragioni fin qui descritte siamo convinti che l’impegno del Sindacato per i prossimi anni dovrà essere rivolto soprattutto alle crescenti emergenze del precariato e del lavoro autonomo. I primi importanti passi sono già stati fatti: nei mesi scorsi la FNSI ha dato vita a degli organismi nazionali composti da freelance, deputati ad occuparsi di queste tematiche, quali le Commissioni regionali e nazionale per il Lavoro Autonomo, e l'Assemblea Nazionale dei lavoratori autonomi, e in alcune regioni sono sorti, spesso con l'appoggio del sindacato, coordinamenti di base che si occupano di “fare rete” fra i precari e i freelance, di sottolinearne le esigenze e di intervenire su alcuni dei problemi più concreti. Si tratta di strumenti di grandi potenzialità, che ora vanno sviluppati e sostenuti con azioni e risorse adeguate per ottenere quei risultati che l’urgenza delle problematiche della precarietà impone. Riteniamo che su questo fronte l'azione del Sindacato vada sviluppata su due direttrici principali: La
prima dovrà tendere all’assorbimento con contratti
a tempo indeterminato del maggior numero possibile di colleghi,
anche attraverso
percorsi di stabilizzazione. A
tutela del lavoro autonomo, e della stessa qualità dell’informazione,
oltre che per la sostenibilità dell'intero sistema del giornalismo
italiano, riteniamo necessario un impegno della FNSI, coinvolgendo in ciò anche
gli altri Enti di categoria, al fine di: - Affermare in ogni sede il concetto, ignorato in Italia dai datori di lavoro, ma condiviso in altri paesi, che il lavoro autonomo, proprio perché si assume i costi e i rischi di produzione, ed essendo privo di certezze e di molte garanzie, deve costare di più rispetto a quello dipendente. Oggi invece in Italia questo concetto è rovesciato: i freelance sono pagati molto meno rispetto agli assunti. Una situazione, questa, che favorisce il ricorso al lavoro precario e a basso costo, e la ricattabilità economica e psicologica di freelance e precari. - Richiedere tavoli
di confronto, ed eventualmente
aprire delle vertenze, con editori e datori
di lavoro per far
rispettare le norme contrattuali
collettive già esistenti, ma troppo spesso inapplicate,
anche in termini di retribuzioni (v. allegato, punti 1 e 4) - Aprire dei tavoli di discussione con i datori di lavoro, con il supporto dei Cdr e dei colleghi contrattualizzati, per far rispettare la dignità e la professionalità del lavoro dei freelance. - Promuovere un “Osservatorio sul mercato del lavoro”, con particolare ma non esclusivo riferimento alle testate regionali e minori, agli uffici stampa e ai canali informativi su web, settori nei quali sono impiegati molti freelance, ma spesso al di fuori delle forme di tutela previste nei contratti collettivi - E' necessario un intervento urgente del Sindacato nella giungla del web, per dare pari dignità a tutti i “giornalismi”. In quest’ambito, dove ai giornalisti sono anche richiesti contenuti multimediali (foto, video, audio, infografica, animazioni…), i compensi sono particolarmente irrisori, anche meno di 1 euro a pezzo. Le aziende editoriali applicano tariffe per il web molto più basse rispetto al cartaceo, e inoltre vengono lanciati siti a contenuto informativo che non hanno caratteristiche editoriali. In questo ambito, fra l’altro, si esercita con più disinvoltura ogni forma di commistione tra pubblicità e informazione, al riparo dai controlli e quindi dalle sanzioni. Occorre quindi avviare una ricerca nel settore, al fine di individuare le controparti con cui negoziare compensi, tutele e garanzie per i freelance. Occorre inoltre denunciare le anomalie, i comportamenti deontologicamente scorretti e le forme di illegalità. - Promuovere tavoli di confronto e possibile coordinamento con quanti a livello italiano ed europeo (Istituzioni, associazioni e forze sociali) intendono sviluppare interventi legislativi, contrattuali e di welfare a tutela dei precari e del lavoro autonomo, anche in raccordo con altre categorie dalle problematiche affini (v. all A, punto 2). - Intensificare la lotta all'esercizio abusivo della professione, sia verso quanti (specie sul web) esercitano attività informativa-editoriale camuffata da attività non giornalistica, sia verso chi svolge l’attività senza l’iscrizione all’Ordine, e senza rispettarne le regole professionali. - Sviluppare un’attenta vigilanza e denunciare agli organi competenti e agli Enti di categoria (Ordine e INPGI) ogni forma di lavoro gratuito, o irregolare, troppo spesso richiesto e pubblicizzato, sia che questo venga camuffato da stage formativo o di introduzione alla professione, sia che si presenti sotto dubbie forme di “citizen giornalism”, in realtà contributi informativi gratuiti ad imprese editoriali in piena regola. - Sviluppare una rete di convenzioni, servizi e assistenza tecnica per le specifiche problematiche del lavoro autonomo: polizze assicurative per i rischi professionali, tutela legale, sconti per servizi e strumenti per l’attività professionale (telefonia, internet, informatica, abbonamenti, trasporti e altro), assistenza per contributi per l’attività professionale e per le attività in cooperativa, etc. Sarebbe inoltre auspicabile la previsione di un obbligo a carico del committente per eventuali danni da responsabilità civile per i rapporti di collaborazione continuativi. - Garantire, anche con contributi da
richiedere agli editori e alle istituzioni,
qualificati
corsi di
formazione e di
aggiornamento, mirati anche alle
più moderne
esigenze della professione, in riferimento all’informatica, alla multimedialità e
l’online (in riferimento all’ art. 4 CNLG: «Fieg e Fnsi
realizzeranno corsi di aggiornamento professionale per i giornalisti privi
di occupazione o che non abbiano un rapporto di lavoro subordinato»). - Avviare un confronto con l’INPGI per valutare nuove forme di solidarietà per i lavoratori autonomi, che punti ad una maggiore accessibilità e a maggiori servizi di welfare per i freelance (quali, ad esempio, sostegni al reddito nei periodi di disoccupazione, sostegno alla persona e allo start up imprenditoriale, agevolazioni per l’affitto a uso abitazione o ufficio di parte delle proprietà immobiliari dell'Ente). - Sollecitare la revisione delle tempistiche contributive del freelance, dilazionando in più rate il versamento dei contributi o rendendo più agevole il ricorso a prestiti e/o altre forme di agevolazioni, e puntare a una semplificazione che renda più efficace l'interazione tra Inpgi e iscritti, almeno nel momento della comunicazione reddituale, anche per combattere l'evasione contributiva. - Avviare un confronto con la Casagit su un’assistenza sanitaria che risulti più accessibile per i freelance, tenendo conto delle loro limitate disponibilità economiche. Per quanto riguarda infine la Commissione e l’Assemblea nazionale per il Lavoro autonomo, deputate a collaborare attivamente, anche in termini propositivi, con la Segreteria e la Giunta della FNSI su tali problematiche, si ritiene indispensabile che: - La
Commissione e l’Assemblea nazionale per il Lavoro autonomo vengano
intese, pur nei limiti delle rispettive competenze, come
dei punti di aggregazione
e coordinamento nazionale
delle istanze dei freelance,
come luoghi propulsori
d’idee, di dibattito e d’intervento,
in sintonia con gli organi
della FNSI, delle Assostampa
regionali e con le
Commissioni regionali
Lavoro
Autonomo. - Che siano dotate di strumenti tecnici e operativi, anche via web, per la discussione ed elaborazione a distanza di idee e progetti (quali gruppi di discussione su web ad accesso limitato ai loro membri), e di uno spazio web nazionale (sito, blog o Facebook), aperto a tutti e dedicato ai freelance e precari alle loro problematiche nel sistema dell’informazione. - Che entro la primavera-inizio estate del 2011 si apra nel sito web della FNSI uno spazio dedicato, con tutte le infomazioni di base utili per le attività di freelance e precari, sia in termini di legislazione, contrattualistica, guide fiscali e contributive che e di modelli-base di contratti e ricevute. Si rileva infatti la necessità di un “vademecum”, tecnicamente affidabile e a consultazione libera, per i freelance e gli operatori del settore, non delegando questo fondamentale supporto tecnico alle sole Assostampa. - Che entro l’estate-autunno 2011 sia avviato un censimento nazionale e permanente dei giornalisti non contrattualizzati a tempo indeterminato, e delle loro condizioni di lavoro. Tale censimento, attuabile via web, dovrebbe venire realizzato dalla FNSI con la collaborazione dell’Assemblea nazionale e delle Consulte regionali per il lavoro autonomo, dei Cdr e degli altri organismi della categoria. L’obiettivo sarebbe duplice: creare un vero e proprio database, indispensabile per qualsiasi iniziativa di mobilitazione e comunicazione da parte del Sindacato, e realizzare un articolato censimento quantitativo e qualitativo delle condizioni di lavoro dei giornalisti freelance e precari in Italia, da utilizzare come base per trattative, contrattazioni collettive ed eventuali vertenze con le controparti. Se necessario, quest’azione strategica di censimento generale può essere realizzata con il contributo di agenzie professionali specializzate. - Che venga
favorito uno stretto rapporto
tra Commissione
e
Assemblea nazionali
e Commissioni regionali
con i Cdr, studiando
forme
di partecipazione e
rappresentanza dei
collaboratori esterni alle
rappresentanze sindacali
aziendali (v. allegato
sui freelance
nei Cdr). Alla
luce delle dimensioni
che la categoria dei
freelance ha assunto
nell'economia
della produzione
editoriale
di quotidiani,
periodici
e nell'online, proponiamo
di verificare la percorribilità della
presenza di un rappresentante dei freelance in
seno ai Comitati di Redazione in tutte
le testate. Riteniamo infine indispensabile che la FNSI mostri sempre più la consapevolezza dell’urgenza assoluta delle problematiche del precariato e dell’attuale mancanza delle condizioni minime accettabili di lavoro per i freelance, essendo vicina in ogni modo ai colleghi “non garantiti”. Solo in questo modo la FNSI e le sue articolazioni territoriali delle Assostampa potranno essere percepiti anche dai freelance come “il sindacato di tutti i giornalisti”, e non solo dei contrattualizzati nelle redazioni. Il presente e il futuro del Sindacato sta nella sua capacità di offrire risposte, servizi e tutele alla qualità e all’indipendenza dell’informazione, nelle quali le problematiche della precarietà e del lavoro autonomo sono sempre più un elemento di crisi e un discrimine strategico. In questa direzione, e su questi obiettivi, noi tutti ci sentiamo impegnati. Testo approvato dalla ALLEGATO: Dall'attuale contratto al prossimo Ipotesi di intervento in vista dei rinnovi contrattuali: riferimenti normativi 1.
Tempi di pagamento 2. Nuovo welfare per i meno tutelati 3. Compensi minimi 4. Perfezionamento della disciplina riguardante i collaboratori esterni ALLEGATO: PROPOSTA DI UN RAPPRESENTANTE DEI FREELANCE NEI CDR Alla luce delle dimensioni che la categoria dei freelance ha assunto nell'economia della produzione editoriale di quotidiani, periodici della carta stampata e dell'online, la Commissione Nazionale Lavoro Autonomo si propone di valutare un percorso per inserire un rappresentante dei collaboratori esterni in seno ai Comitati di Redazione in tutte le testate. Potrebbe trattarsi, almeno inizialmente, di un membro aggiunto eletto dal corpo redazionale, quindi un collega contrattualizzato. Nella prima fase, ovviamente, non avrebbe diritto di voto, dato che, secondo quanto previsto dal Cnlg, i componenti dei Cdr vengono eletti dal corpo redazionale, inteso come colleghi stabilizzati. L’obiettivo di lungo termine è invece l’elezione diretta del rappresentante dei freelance da parte dei collaboratori esterni della testata (o azienda), che faccia parte integrante del Cdr, pienamente riconosciuto dall’editore. In futuro, il rappresentante dei freelance potrebbe quindi essere scelto dai collaboratori esterni alla redazione attraverso la presentazione di una lista di candidati. In ogni caso, e sin da subito, il compito del collega eletto nel Cdr e che seguirà i freelance è di vigilare affinché vengano rispettati gli elementari diritti di chi non è assunto ma, comunque, contribuisce regolarmente alla redazione e fattura del prodotto editoriale. Il freelance-rappresentante nel Cdr, inoltre, potrebbe verificare, partecipando alle assemblee o a periodiche riunioni del Comitato di Redazione, che i pagamenti ai colleghi vengano garantiti nei tempi concordati e stabiliti, che non vi siano prevaricazioni o situazioni di carichi lavorativi che indichino la non autonomia della prestazione d'opera ma la subordinazione e la riconducibilità a un rapporto contrattuale ex articolo 1. Eventualità che farebbe propendere per una causa di stabilizzazione. La presenza nei Cdr di un rappresentante dei freelance sarebbe garanzia per tutti i colleghi e punto di riferimento per ridurre nel tempo la distanza tra corpo redazionale e colleghi “esterni”. La partecipazione di un nostro rappresentante all'attività sindacale interna alla testata avvicinerebbe la redazione alle tematiche dei freelance e aiuterebbe a verificare situazioni inique o illegali dal punto di vista deontologico e contrattuale. Un primo test al quotidiano veronese 'L'Arena' gruppo Athesis Un precedente esiste, anche se non è ancora l’obiettivo finale a cui la Commissione vuole tendere, ed è quello del quotidiano veronese L'Arena, nel cui Cdr c'è un membro aggiunto (un collega contrattualizzato della redazione) fiduciario per i collaboratori esterni della testata. La possibilità di mutuare l'esperimento veneto in tutte le testate nazionali, perlomeno in prima battuta prima di arrivare all'ingresso del collaboratore nel Cdr (ipotesi che necessita di una modifica del Contratto nazionale), significa rendere visibile, finalmente, una parte molto rilevante della macchina produttiva dell'informazione, freelance o collaboratori che dir si voglia. Significa, in particolare, portare alla luce situazioni, risorse ed energie al momento sottopagate, sfruttate e senza alcuna tutela di carattere legale, minima dal punto di vista previdenziale e pressoché inesistente sul fronte assicurativo. Far emergere dal cono d'ombra questa massa straordinaria di forza lavoro, vuol dire gettare le premesse per un cambio di rotta legislativo e contrattuale. I Poteri del fiduciario dei collaboratori
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