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Uffici stampa nelle amministrazioni pubbliche
Quando la tolleranza può diventare impunità

Non è infrequente costatare la commistione tra attività di informazione per conto di una pubblica amministrazione (portavoce o ufficio stampa) e altre attività giornalistiche. Questo nonostante la legge ne stabilisca chiaramente l’incompatibilità. (segue)


Quali sono le pubbliche amministrazioni a cui
si applica la 150/2000

Come si individuano i titoli professionali del personale
degli Uffici stampa

I profili professionali
dei giornalisti negli Uffici stampa statali e regionali

 

 

Lettera aperta ai direttori e CdR delle testate siciliane sul lavoro giornalistico precario

Questa lettera denuncia l’umiliante e vergognosa situazione professionale in cui sono costretti a vivere i giornalisti precari, comunque chiamati: collaboratori esterni, lavoratori autonomi o “freelance”.

I luoghi dove le aziende editrici riescono ad imporre questa situazione di sfruttamento e mortificazione della dignità dei lavoratori sono le redazioni dei giornali.

Sono tanti, troppi i colleghi che, pur svolgendo la loro attività con competenza ed onestà intellettuale, vengono retribuiti solo con pochi euro a pezzo, anche per articoli e servizi che richiedono un’intensa attività di impegno e di ricerca.

Oltre la metà dei giornalisti attivi non ha un contratto a tempo indeterminato

Durante i lavori del recente 26° Congresso della FNSI è emerso un quadro sconfortante, che ha evidenziato come molti freelance siano imprigionati in una condizione di subalternità psicologica che non consente loro neppure di chiedere il rispetto di diritti basilari, attanagliati dalla paura di perdere il posto e magari di essere sostituiti da persone che, senza qualifiche né credenziali, sono disposte a lavorare per una paga, se possibile, ancor più irrisoria.

La grande attenzione posta sulla gravissima situazione del lavoro giornalistico autonomo ha condotto la Federazione Nazionale della Stampa Italiana all’elaborazione di linee strategiche e percorsi concreti da attuare con la massima urgenza sul territorio, per i quali è necessario la sensibilizzazione ed il coinvolgimento di tutte le strutture sindacali e la concreta solidarietà dell’intera categoria.

Oltre la metà dei giornalisti italiani attivi, 24 mila a fronte di 20 mila contrattualizzati, non ha un contratto a tempo indeterminato e guadagna in media nemmeno 10 mila euro lordi l'anno, la maggioranza dei quali meno di 5 mila. Il comparto del lavoro autonomo giornalistico comprende freelance, co.co.co., collaboratori con partita IVA e cessioni di diritto d’autore.

Il precariato sottopagato come condizione lavorativa permanente

La Commissione lavoro autonomo FNSI ha denunciato apertamente che, nell’attuale mercato del lavoro, il precariato sottopagato non è più (come avveniva fino a 15 - 20 anni fa) una sorta di “periodo di prova” in attesa di un impiego contrattualizzato, stabile e ben tutelato, ma una condizione lavorativa quasi sempre permanente, e come tale inaccettabile e umanamente insostenibile. E che una professione che si baserà sempre più sul lavoro autonomo deve mutare profondamente le sue concezioni culturali, le sue regole, i suoi meccanismi di tutela, sia per la garanzia del lavoro di freelance e precarizzati, sia per la stessa tenuta del sistema e della qualità dell’informazione.

Il taglio dei compensi e delle collaborazioni, deciso dagli editori negli ultimi due anni in seguito alla crisi economica, ha portato la condizione dei lavoratori autonomi a livelli insostenibili. Aggravata, tra l’altro, dall’improvviso arrivo nel mondo dei collaboratori esterni di tanti colleghi espulsi dalle redazioni in seguito alle riorganizzazioni aziendali.
I freelance non cercano necessariamente il posto fisso ma chiedono che sia garantita loro la possibilità di vivere decorosamente e dignitosamente con il proprio lavoro.

Le strategie da condividere

Il 26° Congresso ha tracciato per l’attività del Sindacato una serie di percorsi strategici, tra cui:
- affermare il concetto che il lavoro autonomo, privo per definizione di stabilità, deve costare più di quello dipendente;
- studiare forme di coinvolgimento diretto dei collaboratori esterni nelle rappresentanze sindacali aziendali;
- vigilare e denunciare, in collaborazione con gli altri enti di categoria (in particolare, Ordine e Inpgi) l’esercizio abusivo della professione e ogni forma di lavoro gratuito o irregolare.

Tre richieste dei giornalisti precari ai direttori e ai CdR

Ai colleghi direttori e componenti dei comitati di redazione chiediamo di:
- denunciare e contrastare con ogni mezzo e in ogni circostanza il ricorso a collaborazioni pagate con retribuzioni irrisorie, contrarie al decoro del ruolo professionale del giornalista e della sua dignità personale, ovviamente non adeguate a garantire il livello di qualità dell’informazione;

- promuovere l’introduzione di un rappresentante dei freelance (collaboratori esterni) nei CDR.
In attesa di prevederne la figura all’interno del prossimo CNLG, potrebbe trattarsi, almeno inizialmente, di un membro aggiunto eletto dal corpo redazionale, quindi un collega contrattualizzato.
Il ruolo del fiduciario dei collaboratori dovrebbe essere:
- consultivo per quanto concerne le vertenze che possono partire dai collaboratori
- di coordinamento e raccolta delle richieste che provengono dai collaboratori e di raccordo con redazione e direzione;
- di vigilanza sul rispetto degli accordi economici stabiliti tra testata e collaboratore;
- di rispetto della tempistica dei pagamenti;
- di controllo sull'applicazione del codice deontologico, in raccordo quindi con i colleghi collaboratori entrati nei Consigli regionali e nazionali dell'Ordine dei Giornalisti;
- di emersione di situazioni di mobbing o sopraffazione nei confronti dei collaboratori;
- di verifica del rispetto degli orari, carichi di lavoro, ai quali vengono sottoposti i colleghi collaboratori. Aspetti che devono essere chiari, univoci e non lasciati ad ambiguità.

- impedire semplicemente e alla radice episodi di esercizio abusivo della professione adottando la buona prassi di riconoscere e pubblicare soltanto comunicati stampa recanti in calce nome, cognome e numero di iscrizione all’albo del giornalista.

La deontologia

La stessa professionalità della categoria è a rischio: non sono rari i casi di collaboratori che, per mettere insieme uno stipendio, lavorano come addetti stampa e contemporaneamente scrivono articoli sulle attività degli stessi soggetti per i quali lavorano, attività contraria chiaramente al Codice deontologico.

I freelance finiscono per essere i giornalisti che hanno un rapporto immediato e diretto con la notizia, che seguono i fatti e li raccontano

“ Assistiamo al fenomeno sempre più dilagante che i giornalisti lavoratori subordinati sono coloro che lavorano al desk nelle redazioni obbligati a rivedere testi provenienti dall’esterno e a gestire l’enorme flusso informativo che attraverso le agenzie e la rete invade quotidianamente le redazioni, mentre i freelance finiscono per essere i giornalisti che hanno un rapporto immediato e diretto con la notizia, che seguono i fatti e li raccontano.” [Franco Siddi, Giornalismo: il lato emerso della professione. Una ricerca sulla condizione dei giornalisti italiani, a cura di Pino Rea]

Il futuro precario della categoria giornalistica

Il problema dei lavoratori autonomi riguarda oramai il futuro dell’intera categoria giornalistica: la crescente precarizzazione del lavoro, e il calo del numero degli assunti nelle redazioni, sta portando a un calo dei contributi versati all’Inpgi e degli iscritti alla Casagit, strutture per le quali si teme che in un futuro, nemmeno troppo lontano, non potranno più garantire ai propri iscritti i servizi attuali.

Per tutte queste ragioni il tema del precariato investe non solo lavoratori autonomi e freelance, ma tutta la categoria giornalistica, il sistema dell’informazione nel suo complesso e l’intera società in cui viviamo.

La difesa della qualità e dell’indipendenza dell’informazione, che è l’essenza del ruolo sociale del giornalista, passa oggi in primo luogo dalla capacità che il Sindacato e l’intera categoria avrà di offrire risposte, sostegno e tutela alle istanze dei lavoratori autonomi precari.

Cordialmente

Massimo Bellomo,
Vicesegretario regionale e Presidente Commissione regionale lavoro autonomo
Assostampa Sicilia

Roberto Ginex,
Segretario provinciale Assostampa Palermo e Consigliere regionale
Assostampa Sicilia

Dario Fidora,
Coordinatore Commissione regionale lavoro autonomo
Assostampa Sicilia
e componente Commissione lavoro autonomo nazionale
FNSI

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Accordo collettivo nazionale
lavoro autonomo Fieg-Fnsi

[link]

Le tipologie di lavoro
giornalistico autonomo

Vademecum dell'INPGI
sui co.co.co.
[link]

Assostampa Romana
pubblica una guida
per il giornalista freelance

Giornalista fai da te, vademecum per il lavoro autonomo e parasubordinato" è il nome della pubblicazione realizzata dalla Consulta Feeelance dell'Associazione Stampa Romana a cura di Natalia Marra e Maria Giovanna Faiella.
E' una vera e propria guida che fornisce chiarimenti e risposte a tantissimi problemi "pratici" che riguardano i freelance.(segue)

 
   

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