Uffici
stampa pubblici: tre aspetti che riguardano la precarietà nel lavoro
giornalistico
Esaminando
le problematiche che riguardano gli uffici stampa ed il lavoro giornalistico
precario emergono tre aspetti di rilievo: i casi di elusione dell'incompatibilità di
legge;
la possibilità per i lavoratori autonomi di una deroga al divieto
di commistione; la formulazione dei bandi di selezione.
L'elusione
dei casi d'incompatibilità
Alcune delle forme elusive del divieto
di commistione tra attività di
ufficio stampa o portavoce nelle pubbliche amministrazioni e qualsiasi
altra attività giornalistica, imposto dalla legge 150/2000, si
attuano facendo svolgere le attività di informazione in strutture
diverse dall'ufficio stampa oppure dando surrettiziamente un incarico
con una denominazione diversa
da quella prevista come, ad esempio, "esperto" o "consulente" in
materia di informazione o comunicazione.
Quando a violare il divieto di commistione è un giornalista assunto
presso una testata oppure l'addetto stampa dipendente pubblico è evidente
che il problema deontologico dell'incarico plurimo riguarda anche la lesione
dei diritti e delle legittime aspettative di lavoro dei giornalisti autonomi
e precari.
Una
deroga per le situazioni di precarietà
Per quanto riguarda invece il caso dei collaboratori autonomi e precari,
prevalentemente retribuiti in maniera inadeguata, troppo spesso insufficiente
a mantenersi dignitosamente
attraverso l'attività giornalistica, il divieto di commistione
potrebbe sembrare penalizzante. Chi guadagna solo alcune centinaia di
euro al mese collaborando
con una o più redazioni vorrebbe fosse lecito potere partecipare
a bandi per l'assegnazione di incarichi in uffici stampa della pubblica
amministrazione.
La Legge (*) ammette che introdurre una deroga al divieto è possibile
ma occorre prevederla
nella contrattazione collettiva (quella vigente
in Sicilia non la contempla).
Si potrebbe inserire in questo modo una deroga
solo per giornalisti lavoratori autonomi, che avrebbero così facoltà
di collaborare con più testate
e svolgere attività in più uffici stampa pubblici fino
però,
auspicabilmente, ad un tetto massimo di reddito complessivo, da indicare.
Introduzione
del bando virtuoso per gli uffici stampa pubblici
I bandi di selezione per giornalisti nella pubblica amministrazione sono
spesso carenti, imprecisi e non coerenti con le disposizioni normative.
Gli aspetti contestabili con maggiore ricorrenza riguardano i requisiti
di ammissione, la valutazione dei titoli, la mancata applicazione del
Cnlg o tariffario, l'assenza di giornalisti nelle commissioni.
In Sicilia una possibile contromisura è senz'altro l'adozione
di un "bando
virtuoso" (analogo a
quello
suggerito dalla Fnsi, da armonizzare con la legge
Barbagallo)
che probabilmente potrebbe essere introdotto attraverso un
aggiornamento
della
contrattazione
collettiva
attualmente in vigore.
(*)
Comma 4, art. 9 della legge 150/2000
Carta
di Firenze sulla precarietà lavorativa nel giornalismo:
costituita
delegazione per le attività preparatorie
La Carta di Firenze sarà approvata il 7 e 8 ottobre nel capoluogo toscano
in occasione della manifestazione “Giornalisti e giornalismi”.
In concomitanza con questi lavori il 7-9 ottobre la Fnsi terrà a
Fiesole un convegno internazionale che affronterà le tematiche
del giornalismo freelance.
Uffici
stampa degli enti pubblici.
Quando la tolleranza
può diventare impunità
Non è infrequente costatare la commistione tra attività di
informazione per conto di una pubblica amministrazione (portavoce o ufficio
stampa) e altre attività giornalistiche. Questo nonostante la legge
ne stabilisca chiaramente l’incompatibilità.
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