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   Ufficio Stampa Presidenza della Regione

Sindacato dei giornalisti e Ordine unanimi: da impugnare perché illegittimi bandi e profili professionali dell'Ufficio stampa della Presidenza della Regione

presidenza regione siciliana

Nella riunione dello scorso 30 aprile, l'Osservatorio Odg-Assostampa Sicilia, prendendo atto della gravità dell'atteggiamento del Governo regionale che, nonostante le numerose doverose segnalazioni da parte di Ordine e Sindacato dei giornalisti, ha persistito nell'adottare successivi provvedimenti denunciati come palesemente illegittimi dagli organismi di categoria, ha espresso ai vertici di Ordine e Sindacato la raccomandazione di contrastare ed impugnare in ogni sede competente ogni norma e disposizione regionale emanata in violazione della Legge speciale 150/2000.

Osservatorio Carta di FirenzeI componenti dell’Osservatorio permanente sulle condizioni professionali dei giornalisti hanno approvato un documento con cui "prendono atto delle note dell’Ordine dei Giornalisti, dell’Associazione Siciliana della Stampa e dell’Assemblea degli addetti agli uffici stampa promossa dal GUS Sicilia in merito ai due bandi emanati dalla Regione Siciliana, Dipartimento della Funzione Pubblica, con i DDG n. 2446 e 2447 del 2019, rispettivamente per n. 6 posti di Funzionario direttivo e n. 6 posti di Istruttore direttivo, presso l’Ufficio stampa e documentazione della Regione Siciliana.

Dalle note emerge che nonostante vi siano stati alcuni incontri interlocutori tra il presidente della Regione Siciliana Musumeci e Assostampa, Ordine e Gus, vi sia stata la totale chiusura sulla richiesta di estendere anche ai dipendenti regionali l’applicazione del contratto di lavoro del 2007 per i giornalisti negli Enti locali in Sicilia o comunque sull’intervento di una specifica area di contrattazione per i giornalisti degli uffici stampa pubblici ai sensi della legge speciale n. 150/2000, art. 9, comma 5, così come indicato chiaramente anche dalla sentenza della Corte Costituzionale n. 81, pubblicata l’11 aprile 2019.

È appena il caso di ricordare che nella stessa legge 150/2000, all’art. 10, è espressamente riportato che gli articoli dal n. 1 al n. 10, compresi quindi quelli che riguardano attività di informazione e uffici stampa pubblici “costituiscono princìpi fondamentali ai sensi dell'articolo 117 della Costituzione e si applicano, altresì, alle regioni a statuto speciale e alle province autonome di Trento e di Bolzano”. Ogni legiferazione in merito da parte della Regione, così come gli inquadramenti CCRL Aran Sicilia non concertati con il sindacato violano la Costituzione.

L’Osservatorio non può che esprimere preoccupazione sul fatto che l’Aran Sicilia non abbia dato adempimento alla Legge, non sia stata fatta la prevista contrattazione con il sindacato dei giornalisti, sia stato approvato dalla Giunta Musumeci il 26 febbraio 2019 il nuovo CCRL Aran Sicilia senza la firma del sindacato, istituendo nell’art. 18 nuovi profili professionali che riguardano il “giornalista pubblico”, figura introdotta con il CCNL Aran che la Fnsi non ha sottoscritto e ha impugnato.

La Regione Siciliana ha altresì unilateralmente voluto escludere, con l’art. 12, comma 2, della LR 12/2017 la presenza di giornalisti pubblicisti quali addetti all’ufficio stampa, mentre i profili professionali andavano stabiliti non per legge regionale ma (applicando la legge speciale dello Stato n. 150/2000) per contrattazione con il sindacato dei giornalisti.

La Regione quindi crea un’artificiosa e indebita disparità tra giornalisti professionisti e pubblicisti, laureati e non laureati, chiamati a svolgere la medesima attività professionale. Elenco di appartenenza e titolo di studio diventano REQUISITI (ad excludendum) invece che semmai legittimo PUNTEGGIO.

Il mancato riconoscimento addirittura del ruolo di rappresentanza in sede di contrattazione contribuisce al processo in atto di forte precarizzazione della categoria giornalistica e lede la dignità e la credibilità dei giornalisti anche nei confronti dell’opinione pubblica..

L’Osservatorio non può che unirsi all’appello dei colleghi addetti agli uffici stampa pubblici dell’Isola nel raccomandare al presidente dell’Ordine regionale e al segretario regionale Assostampa Sicilia di promuovere l’estensione ai dipendenti regionali del vigente “Contratto collettivo per l'individuazione e la regolamentazione dei profili professionali negli uffici stampa in Sicilia” (Gurs 16 novembre 2007 n. 54) stipulato con la Regione Siciliana, nonché provvedere a contrastare ed impugnare in ogni sede competente l’art. 12, comma 2, della LR 12/2017, l’art. 18 del CCRL Aran Sicilia, i bandi di cui ai DDG del Dipartimento della Funzione Pubblica n. 2446 e 2447 del 2019 e ogni norma e disposizione che discenda dalla violazione del Capo I della Legge 150/2000".

 

Ufficio stampa della Regione, Assostampa e Ordine dei giornalisti a confronto con l’Aran Regionale

L’Associazione siciliana della stampa e l’Ordine dei giornalisti di Sicilia stanno seguendo con attenzione le vicende per la ricostituzione dell’Ufficio stampa della Regione Siciliana.

trinacria 478x359Certificata ormai la procedura del pubblico concorso, così come da sempre auspicato dagli organismi di categoria dei giornalisti, anche per effetto della legge approvata dall’Ars, Assostampa siciliana e Ordine, già da qualche settimana, stanno collaborando con l’Aran regionale che, con il suo presidente Accursio Gallo, è stata delegata dal presidente Nello Musumeci ad attivare l’iter per mettere a punto un percorso che possa portare alla definizione delle linee-guida.
Assostampa e Ordine stanno fornendo all’Aran un supporto tecnico-giuridico per giungere nel più breve tempo possibile ad avviare il concorso per l’assunzione di giornalisti e riparare, così, ad un grave vuoto comunicativo della Regione Siciliana, l’unica regione italiana a non disporre di un ufficio stampa. Nello stesso tempo, l’Assostampa siciliana ha ripetutamente e insistentemente chiesto all’Aran di avviare un percorso di ricognizione negli enti sottoposti a controllo e vigilanza della Regione e nelle aziende sanitarie e ospedaliere per attivare, laddove non siano ancora stati istituiti, gli uffici stampa, sempre attraverso una selezione pubblica e con regole chiare ed uguali per tutti. Ci attendiamo un riscontro su questo fronte in un rinnovato clima di collaborazione che deve comunque tenere conto delle difficoltà in cui si dibatte la categoria dei giornalisti in tempi come questi. Assostampa e Ordine ribadiranno, inoltre, all’Aran e alla Presidenza della Regione la richiesta di definire un atto di indirizzo e di richiamo normativo nei confronti degli enti locali siciliani affinché, ove compatibile con le risorse finanziarie, si dotino di uffici stampa, anche consortili come peraltro previsto dalle norme. C'è molta preoccupazione infatti per la situazione di assoluta deregulation che sembra avere subito un'accelerazione, col ricorso ad incarichi a titolo gratuito o fuori delle normative vigenti.

Crocetta sceglierà lui i giornalisti dell'Ufficio stampa della Regione

Logo regione siciliaPrendiamo atto che il governatore Crocetta ha finalmente inteso quale sia la strada corretta per istituire un ufficio stampa come il sindacato dei giornalisti ha sempre sostenuto. Ferme restando le ragioni dei colleghi, licenziati con motivazioni prive di fondamento dall'ufficio stampa azzerato da Crocetta, che saranno fatte valere con l'appoggio del sindacato nelle sedi opportune, l'Associazione della Stampa chiede fin d'ora di conoscere la linea di trasparenza che il governatore intendera' adottare per le assunzioni seppure a termine.

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Marcia indietro di Crocetta su norma in finanziaria per ufficio stampa Regione

presidenza regione siciliana"Inaccettabile. Nel metodo e nel merito". Questo il giudizio dell'Associazione siciliana della stampa e dell'Ordine dei giornalisti di Sicilia su quello che in una nota definiscono "l'ennesimo, colossale imbroglio che il governatore Crocetta sta perpetrando ai danni dei siciliani: ovvero il tentativo di costituire un ufficio stampa istituzionale in spregio di ogni norma e della professione giornalistica".

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"I cronisti danno notizie per dovere, non per odio o rancore”. Il segretario Alberto Cicero replica al Presidente Crocetta

Alberto Cicero convegno"Nel riferimento del governatore Crocetta al licenziamento dei 21 giornalisti dell’ufficio stampa come possibile motivo della pubblicazione – a firma di uno dei colleghi fatti fuori brutalmente - del servizio de “L’Espresso” cita i termini “odio” e “rancore”, come sempre screditando gli altri per tentare di recuperare una quasi impossibile linea di galleggiamento nella melma che sta ricoprendo la Sicilia.
Crocetta compie l’ennesimo grossolano errore tra i tanti cui ci ha abituati in questi trenta mesi, adoperando i canoni della peggiore politica (con me o contro di me) nel giudicare il lavoro dei giornalisti che - è bene ricordare - in Sicilia tante volte hanno pagato con il sangue l’amore per la verità e il dovere di informare i cittadini.  Dovrebbe sapere, il governatore che l’azione del giornalista non è guidata da “odio” e “rancore” ma dalla necessità di dare notizie alla gente.
E, alla luce di quel terribile scenario che Lucia e Manfredi Borsellino hanno avuto il merito di far emergere con un senso delle istituzioni ben lontano da quello del governatore, ora il licenziamento dei 21 colleghi (che ha reso la Sicilia l’unica regione d’Italia a non avere più un ufficio stampa) può essere letto non con l’intento del risparmio (tant'è che in Sicilia ormai i paurosi buchi nei conti della Regione sono alla luce del sole con un vicinissimo rischio default) ma con quello, adesso chiarissimo, di controllare personalmente con intento censorio ogni informazione in partenza dall’Ente Regione e diretto verso la società siciliana. Così per trenta mesi ha deliziato i siciliani con conferenza stampa autoconvocate, stracolme di rivoluzioni e riforme mai fatte e solo annunciate. Per fortuna questo intento sta franando sempre più velocemente".

Alberto Cicero, segretario regionale Assostampa

Crocetta e l’informazione da minculpop: vitto e alloggio gratuito a giornalisti per scrivere a comando

Lampedusa island"I giornalisti non hanno bisogno di essere invitati da nessuna parte e, men che meno, per scrivere quello che vorrebbe il governatore Rosario Crocetta". Lo affermano in una nota congiunta Assostampa e Ordine dei giornalisti di Sicilia sul bando annunciato ieri dal presidente della Regione per "contribuire alle trasferte dei giornalisti che restituiscano un'immagine positiva di Lampedusa".
"Il suo concetto dell'informazione - si legge nella nota - sta tutto nell'annuncio fatto ieri di voler invitare giornalisti a Lampedusa (ospitati gratuitamente da albergatori che si sono dichiarati disponibili) per far scrivere che l'isola non è solo immigrazione. Questo, i giornalisti, lo scrivono da tempo e soprattutto lo scrivono da soli senza alcun bisogno di ospitalità gratuita. I giornalisti infatti, per scrivere la verità - aggiungono Assostampa e Ordine - non hanno bisogno di essere ospitati. Non hanno alcun bisogno, soprattutto, di scrivere a comando su argomenti 'suggeriti' fosse anche, a suggerire, il presidente della Regione e fosse anche per una causa giusta come la verità su Lampedusa".
"Ma il governatore - prosegue la nota - questo pensa dell'informazione: farne uso e consumo a piacimento. Dove conviene a lui. Quando conviene a lui. E intanto da due anni tiene un ufficio stampa che costa ugualmente quasi mezzo milione di euro all'anno pur senza giornalisti (avendoli licenziati in tronco appena insediato). Cosa di cui dovrebbe rispondere innanzitutto alla Corte dei Conti e poi a tutti i siciliani che sulle vicende amministrative della Regione vengono 'informati', ma ovviamente senza poter effettuare alcuna verifica, dagli stessi assessori che emanano giornalmente una quantità inusitata di 'veline' violando anche la legge istitutiva dell'Ordine dei giornalisti. E per assistere, poi - scrivono Assostampa e Ordine dei giornalisti di Sicilia - a sceneggiate di pessimo gusto come accaduto all'Expo dove tra assessori passati e assessori presenti, commissari in pectore e commissari in via di nomina è andato in scena il solito gioco dello scaricabarile finito con la tragicomica frase 'È mancata la comunicazione' che dovrebbe assolvere tutti e invece condanna senza appello la sciatteria e l'improvvisazione di chi ha pensato di fare a Milano ciò che quotidianamente fa a Palermo". "In Sicilia - conclude la nota - manca da quasi trenta mesi ogni forma di comunicazione istituzionalizzata, regolarizzata e rispettosa delle norme in materia. Sostituita, purtroppo, con una sorta di 'minculpop' a danno innanzitutto dei siciliani e dell'immagine della Sicilia".

Smentita di nuovo la tesi Crocetta: i giornalisti dell'ufficio stampa licenziati erano lavoratori subordinati

La Corte d’Appello, sezione Lavoro, di Palermo ha riconosciuto il rapporto di lavoro dipendente con la Regione dei giornalisti Gregorio Arena e Giancarlo Felice, componenti da oltre vent’anni dell’Ufficio stampa della Presidenza e licenziati nel 2012 dal governatore Rosario Crocetta. Inoltre la Corte, con la stessa ordinanza, ha deciso di trasmettere gli atti alla Corte Costituzionale affinchè si pronunci sulla legittimità della procedura di assunzione.
Nell'ordinanza la Corta afferma:  "Non sembra potersi dubitare sulla natura di rapporto di lavoro subordinato, sussistendo infatti tutti quegli elementi sintomatici che secondo la giurisprudenza amministrativa strutturano il rapporto di impiego pubblico come il vincolo di subordinazione gerarchica, l’inserimento stabile nell’organizzazione dell’Ente, l’utilizzazione sulla base di ordini di servizio o atti equivalenti nel quadro di un orario di lavoro predeterminato, stabilità e continuità del corrispettivo, l’esclusività nella prestazione dell’attività lavorativa".
Il collegio presieduto dal dott. Fabio Civiletti, si sofferma sull’art. 11 della legge regionale 79/76 (istitutiva dell’Ufficio stampa e documentazione della Regione) affermando che "poiché si tratta di posti in organico istituiti con legge, soltanto così (cioè come lavoro subordinato ndr) può intendersi il testuale richiamo al trattamento normativo ed economico previsto dal Ccnl (Fnsi-Fieg, ndr) per i giornalisti in relazione alle qualifiche di equiparazione".
Il giudizio della Corte conferma, quindi, semmai ce ne fosse stato ulteriore bisogno, che il rapporto di lavoro tra i due colleghi e la Regione era di "natura subordinata". Ma la Corte ha ritenuto di dovere trasmettere gli atti  alla Corte Costituzionale affinché si pronunci sulla legittimità della procedura di assunzione che risale al 1991 e al ’92 e che prevedeva una modalità di selezione tra coloro che possedevano determinati requisiti professionali e che veniva suggellata di legittimità anche dal visto della Corte dei Conti.
Una conferma ulteriore del tipo di rapporto di lavoro subordinato era intervenuta appena pochi giorni prima quando il Tribunale di Palermo, sezione Lavoro (dott. Donatella Draetta) con sentenza aveva statuito il diritto di un altro giornalista, Giulio Ambrosetti, già componente dell’ufficio stampa della Presidenza, ad avere corrisposti i compensi previsti dal contratto integrativo sottoscritto nel 1999 tra l’Assostampa e Presidenza della Regione, confermando trattarsi di un rapporto di lavoro di natura subordinata.
Viene così clamorosamente e definitivamente smentita la fantasiosa tesi del presidente Crocetta che il rapporto di lavoro fosse di natura meramente fiduciaria e di collaborazione. Tant’ è che la stessa Corte evidenzia come da 1991 a oggi nessuno degli undici presidenti che si sono avvicendati aveva neanche semplicemente immaginato di trattarsi di rapporto fiduciario al punto che i colleghi erano  sempre e continuativamente rimasti al loro posto di lavoro.
Va ricordato infine che, perseguendo i suoi fini, il governatore ha lasciato da oltre due anni la Sicilia senza un ufficio stampa strutturato e soprattutto al passo con i tempi. Unico caso attualmente esistente in Italia.

La Sicilia all'Expo2015, "difetto di comunicazione": ennesima figuraccia del governo Crocetta

Padiglione Italia all'Expo2015 di Milano"La recente dichiarazione del Governatore Rosario Crocetta a proposito della sconcertante vicenda del Cluster biomediterraneo ad Expo 2015, 'da parte della Regione c'è stato un difetto di comunicazion' suona quasi come una beffa". Lo afferma una nota dell'Associazione siciliana della stampa. "È una sorta di atto confessorio - aggiunge l'Assostampa - da parte di colui che ha completamente distrutto l'Ufficio stampa della Regione (la Sicilia è l'unica in Italia senza una struttura istituzionale e professionale di informazione e comunicazione), rifiutando ogni tipo di dialogo con Ordine e Sindacato e perpetrando il disdicevole metodo di scrivere i comunicati da sé in aperta violazione della legge istituiva dell'Ordine dei giornalisti, all'insegna dell' improvvisazione, con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti. Ora - sottolinea il sindacato dei giornalisti di Sicilia - a distanza di due anni e mezzo anni il Governatore, quasi folgorato sulla via di Milano, si accorge che alla Regione non c'è alcuno in grado di svolgere un'adeguata attività di informazione a livello professionale e istituzionale, che forse avrebbe potuto contribuire ad evitare l'ennesima figuraccia alla quale è stata invece esposta la Sicilia, sprecando, almeno sino a questo momento - la straordinaria opportunità offerta dall'Expo per offrire la migliore immagine dell'Isola. Forse solo adesso - si legge ancora nel comunicato - l'ineffabile Crocetta si sta accorgendo che non disporre di un ufficio stampa, composto da veri e qualificati professionisti dell'informazione, si sta rivelando un boomerang per lui, per la sua Amministrazione e per tutta la Sicilia, in particolare in un contesto di grande esposizione mediatica come l'Expo. Ma ognuno raccoglie quello che semina e ora tutti i nodi stanno venendo al pettine. Ma poco importa. Per il Governatore l'importante era abolire l'ufficio stampa, annunciare urbi et orbi il risparmio per la casse della Regione (ma non tutti sanno che l'Ufficio stampa, pur senza giornalisti, continua ad essere stranamente un costo rilevante per la Regione), e auto insignirsi del titolo di giornalista, all'insegna del faccio tutto io. Così facendo, forse adesso sta cominciando a comprenderlo, si è però cacciato in un vicolo cieco, contribuendo così a esportare un'immagine della Regione allo sbando o quanto meno non all'altezza di normali aspettative. Il sindacato dei giornalisti - conclude la nota di Assostampa Sicilia - si augura che da questa ennesima sconcertante vicenda dell'Expo si tragga una decisa inversione di rotta". (ANSA).

Pizzo, assessore di Crocetta: "Cercasi addetto stampa gratis, si offre vita spericolata"

Assessore Pizzo 300x157PALERMO - La straordinaria superficialità (nella migliore delle ipotesi) con cui il neo assessore regionale alle Infrastrutture, Giovanni Pizzo, ha affrontato un tema di grandissima importanza e assai delicato come quello della doverosa comunicazione ai cittadini - che può avvenire, secondo la tanto invocata ma mai applicata legge 150/2000, solo mediante tramite persone qualificate (leggasi, giornalisti) ripropone - pur prendendo atto della poco convincente marcia indietro dell'assessore - il problema di una amministrazione regionale che dal dicembre del 2012 si avvale, per la comunicazione, di tutto tranne proprio che di professionisti. Lo sostengono in un comunicato congiunto diffuso oggi, l'associazione Siciliana della stampa e l'Ordine dei giornalisti. Il risultato, sotto gli occhi di tutti - in primo luogo degli stessi operatori dei mass media (costretti a rincorrere gli stessi politici per avere la "concessione" di informazioni a senso unico), e, subito dopo, dei cittadini - è che in Sicilia non c'è neanche una flebile traccia di trasparenza e i politici, Giunta regionale in testa, ma anche ormai tanti amministratori locali, trovano assai comodo affidarsi a una comunicazione diretta verso i cittadini che così sono costretti a sorbirsi proclami e promesse vendute come oro colato. La subdola strategia del governatore Crocetta, di far passare i giornalisti come inutile (e costoso) orpello - tranne, ovviamente, quelli utili a propagandare i suoi proclami - ha prodotto in Sicilia, nel settore della comunicazione istituzionale, una serie sconvolgente di "invenzioni". Portavoce spacciati come addetti stampa e viceversa, giornalisti pagati come una "colf" o anche meno, professionisti gettati in mezzo alla strada da un giorno all'altro e comunicati stampa scritti da politici e funzionari. E persino una incredibile discrasia sulle posizioni della magistratura del lavoro rispetto a quella penale o contabile. L'assessore Pizzo, nel suo "dietro front" parla di "dignità professionale sulla quale non sono solito scherzare". Bene, lo prendiamo in parola, e, se ciò fosse vero, può dimostrarlo benissimo da amministratore pubblico di rango regionale: si faccia promotore di una azione politica, forte, chiara, scevra dalle solite stucchevoli "crocettate" per perseguire un obiettivo che ogni amministratore dovrebbe ben tenere a mente: dare ai cittadini (per dovere e non per concessione) elementi di verità sulle scelte di chi amministra. E quindi una informazione vera e certificata tramite gli uffici stampa previsti dalla legge. I giornalisti da Camel Trophy di cui parlava nell'annuncio su Facebook garantendo "informazioni riservate e vita spericolata" le lasci ai discorsi al bar.

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"Voglio un addetto stampa gratis". Bufera su Pizzo, poi la retromarcia (LiveSicilia)

"Cercasi addetto stampa gratis, si offre vita spericolata": bufera sull'assessore Pizzo. (Extraquotidiano)

Legittima la legge che ha istituito l'Ufficio stampa della Regione: la Corte Costituzionale dà torto a Crocetta

COMUNICATO CONGIUNTO ORDINE E ASSOSTAMPA SU UFFICIO STAMPA REGIONE

La legge regionale che nel 1976  ha istituto l’Ufficio stampa della Regione è ancora in vigore. Questa è la diretta e inequivocabile conseguenza della decisione della Corte Costituzionale che con l’ordinanza n. 146/2014 ha dichiarato manifestamente inammissibile la questione di legittimità costituzionale della legge della Regione siciliana 6 luglio 1976, sollevata dalla Sezione lavoro del Tribunale di Palermo. La questione era sorta sul ricorso dei giornalisti Giancarlo Felice e Gregorio Arena e licenziati dal presidente Crocetta, insieme agli altri 19 colleghi dello stesso ufficio stampa, subito dopo il suo insediamento. Adesso il giudice potrà provvedere sulla vicenda della richiesta di reintegrazione dei giornalisti licenziati, sulla scorta delle leggi vigenti.
Non si comprendono, dunque, il senso e il fondamento delle dichiarazioni di Crocetta che ha cantato vittoria sostenendo di avere avuto ragione. La Corte Costituzionale in realtà ha soltanto sancito l’inammissibilità della questione sollevata dal giudice del lavoro, il quale, nella stessa ordinanza di rimessione alla Corte aveva espressamente dichiarato e accertato che il rapporto di lavoro dei giornalisti dell’Ufficio stampa della Regione è certamente da qualificarsi come subordinato.

Palermo, 30 maggio 2014

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