Antimafia, affondo di Attilio Bolzoni: "Non è credibile, girano troppi soldi"
"Gran parte dell'antimafia è diventata addomesticata, docile, sottomessa ai finanziamenti,come può allora essere credibile? Nell'antimafia girano troppi soldi". Lo ha detto il giornalista Attilio Bolzoni, intervenendo all'incontro "L'informazione democratica antimafia" organizzato dal Centro Pio La Torre nell'ambito del Progetto Educativo Antimafia. "In nome dell'antimafia in Sicilia c'è stata un'occupazione militare del potere - ha proseguito Bolzoni- e gran parte dell'informazione sta registrando questo fenomeno con grave ritardo ed eccessiva prudenza, un pò come tanti anni fa si affrontava il tema della mafia". "Un'associazione che non ha a che fare con i soldi è sicuramente Libera, fondata da don Ciotti - ha precisato Bolzoni - anche se lì vi sono delle forme di conformismo, ma nulla a che fare con certe vicende di denaro". Durante la conferenza sono stati ricordati anche i giornalisti uccisi dalla mafia "prima col piombo, poi col fango" come Mauro de Mauro, Mario Francese, Giovanni Spampinato, Peppino Impastato, Giuseppe Fava, Giancarlo Siani, Mauro Rostagno, Beppe Alfano. Bolzoni ha poi citato le oltre "131mila vittime innocenti uccise in Messico negli ultimi otto anni, di cui 116mila collegati alla guerra con la criminalità organizzata, con 354 bambini che avevano da un giorno a un anno di età - ha aggiunto Bolzoni - compresi 82 giornalisti assassinati e 16 scomparsi. La criminalità comune è sempre stata combattuta dal potere, la criminalità organizzata è stata protetta dal potere". "Ci sono pezzi dello Stato conniventi - ha detto Vito Lo Monaco, presidente del Centro Pio La Torre - ma non si può generalizzare questo assioma a tutto lo Stato, occorre interrompere con nuovi meccanismi gli intrecci tra mafia e politica". A partecipare alla conferenza è intervenuto anche il giornalista Stefano Corradino, di Articolo 21. Corradino ha ricordato gli "oltre 100 giornalisti che, secondo l'Osservatorio di Ossigeno per l'informazione, in meno di 4 mesi di quest'anno sono stati minacciati e intimiditi in Italia", sottolineando la vulnerabilità di chi è "precario e minacciato da richieste di indennizzo esose". Un saluto in apertura è arrivato anche da Guido Longo, neo questore di Palermo, ex dirigente della squadra mobile di Palermo che aveva condotto le indagini sulla strage di Capaci. "Ho una profonda amarezza nel rivedere certi episodi su persone che ho conosciuto e sulle verità parziali emerse a distanza di tanto tempo", ha detto commentando un filmato del centro Pio La Torre. (ANSA)