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Grazie al contratto firmato dalla Fnsi, 170 nuove assunzioni

144 su 170 assunzioni sono a tempo indeterminato e con gli sgravi previsti dal fondo straordinario triennale del decreto Lotti.

di Daniela Stigliano - Vicesegretario Fnsi
delegata al Congresso di Chianciano per Unità Sindacale

Daniela StiglianoMilano, 24 gennaio 2015. L'Inpgi ha comunicato che a dicembre sono state avviate le pratiche per l'assunzione di 170 colleghi, di cui 144 a tempo indeterminato, con gli sgravi previsti dal Fondo straordinario triennale del decreto Lotti. Un'ottima notizia, per tutti. E la prima, tangibile conseguenza positiva del rinnovo del Contratto nazionale firmato a giugno 2014 tra Fnsi e Fieg, che aveva come cardine principale proprio un'azione di intervento coordinata e articolata a più "voci" per stimolare la ripresa del mercato del lavoro: da una parte una retribuzione di ingresso ridotta per tre anni, dall'altra la riduzione dei contributi previdenziali, che per le assunzioni a tempo indeterminato arriva all'azzeramento, sempre per 36 mesi. Senza gravare in alcun modo sulle casse già in difficoltà dell'Inpgi.

Diversamente da quanto è avvenuto con simili interventi del passato sul fronte degli sgravi contributivi, infatti, il nostro Istituto di previdenza non avrà alcun onere. Mentre si spera che potrà beneficiare dei vantaggi di una ripresa del mercato del lavoro. E questa è stata la condizione e la preoccupazione principale, al tavolo delle trattative con gli editori e nel confronto con il Governo che ha portato al Protocollo congiunto del 25 giugno 2014: non pesare, ma anzi aiutare, un andamento dei conti dell'Inpgi che mostra uno squilibrio in particolare proprio nel bilancio della gestione previdenziale pura (entrate per contributi previdenziali rispetto a uscite per le pensioni).

Nel dettaglio, in base alle norme del decreto Lotti, per le assunzioni a tempo indeterminato l'aliquota a carico degli editori scende dal 22,28% al 14,28%, ma con copertura totale a carico dello Stato. Per i contratti a termine, invece, l'aliquota resta al 22,28% e lo Stato copre solo il 10,98% mentre gli editori pagano il restante 11,3%. Questo si traduce, evidentemente, in un maggior costo della flessibilità. Anche perché lo stesso decreto Lotti impone alle aziende di stabilizzare, a fine periodo, almeno il 20% degli assunti a tempo determinato, pena la perdita e la restituzione di ogni beneficio ricevuto. A conti fatti, e combinando (purtroppo) anche gli effetti del Jobs Act, alle imprese conviene oggi molto più assumere subito a tempo indeterminato, sommando i pieni risparmi contrattuali e previdenziali, invece di avere meno sconti per tre anni e poi dover comunque trasformare almeno un quinto degli assunti a tempo indeterminato.

Questo primo risultato importante del nuovo contratto, frutto della negoziazione portata avanti dalla Fnsi anche con il Governo, deve far riflettere - soprattutto chi ha avuto parole e atteggiamenti critici nei confronti del rinnovo contrattuale - e indica una strada molto chiara per il futuro del nostro Sindacato, i cui vertici saranno eletti la prossima settimana dal Congresso di Chianciano. Bisogna essere capaci di ripartire da qui, dalla centralità dei Contratti nazionali, dalla difesa forte delle tutele fondamentali dei giornalisti, dall'inclusione sempre maggiore dei collaboratori e dei freelance. Sapendo che il contratto del 2016 dovrà essere profondamente riscritto, per rispondere alle nuove esigenze e alla realtà di un'informazione digitale integrata con quella tradizionale, introducendo organizzazioni del lavoro e figure professionali innovative in chiave multimediale.

Non sarà facile, con un'industria dell'informazione in crisi ancora profonda e di fronte a editori sempre più aggressivi e determinati a cancellare diritti e regole. E sarà impossibile senza un gruppo dirigente della Fnsi forte, preparato, autonomo, coraggioso, che coniughi l'esperienza al rinnovamento, e che soprattutto sia rappresentativo di una maggioranza ampia e inclusiva. Nel rispetto di tutte le espressioni della categoria.