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Giornalismo, riforme e lavoro. La Fnsi: «Condivisibili le parole di Crimi. I fatti dicono il contrario»

 

Vito Crimi

«Le parole del sottosegretario all'Editoria, Vito Crimi, sulla necessità di riformare la professione giornalistica e di intervenire radicalmente sul mercato del lavoro sono in gran parte condivisibili. Peccato che tutti gli atti finora adottati dal governo, dal taglio del fondo per l'editoria alla bocciatura delle misure dirette a contrastare il lavoro precario, siano andati nella direzione opposta. È comunque auspicabile che la presa di posizione del sottosegretario possa segnare l'avvio di una fase di confronto serio, costruttivo, senza pregiudiziali di carattere ideologico e senza alcuna voglia di regolamento dei conti, tesa ad affrontare tutte le criticità di un settore fondamentale per la vita democratica del Paese. Rimettere al centro il lavoro significa restituire dignità ad una categoria di professionisti e credibilità all'informazione. Il superamento delle difficoltà che il settore attraversa in tutto il mondo non può prescindere, come già avvenuto per altri settori produttivi, da un intervento pubblico diretto a sostenere la trasformazione dei prodotti e dei modelli di organizzazione e il rilancio dell'occupazione. Se le parole del sottosegretario sono la premessa per una fase di confronto che coinvolga tutti gli attori del sistema, il sindacato dei giornalisti è pronto a fare la propria parte». Lo afferma, in una nota, Raffaele Lorusso, segretario generale della FNSI.