Giornalisti-Governo, Verna: Crimi ricusato
Crimi ricusato dal ruolo super-partes che si era attribuito attraverso gli 'stati generali dell’editoria': si è sempre apertamente pronunciato per l'abolizione dell'Ordine dei giornalisti.
“Il sottosegretario Crimi non ha perso occasione in questi mesi, ripetendolo quasi ad ogni appuntamento degli Stati generali dell’editoria, per rimarcare la necessità di abolire l’Ordine, bollandolo come anacronistico e delegittimando un organismo democraticamente eletto. Per questo motivo il Cnog e tutti gli Ordini regionali non hanno partecipato agli stati generali. Solo sgombrando definitivamente il campo dall’ipotesi di abrogazione, ci si può confrontare sulla urgente necessità di una riforma”. È quanto si legge nel documento approvato dalla Consulta dei presidenti e dei vicepresidenti regionali, riunita a Roma il 23 luglio.
Il documento sottolinea che il CNOG insieme agli Ordini regionali, ormai un anno fa ha elaborato una proposta innovativa che apre la categoria alle trasformazioni in atto, preservandone l’autonomia in virtù della funzione prevista dall’articolo 21 della Costituzione.
“Non è istituzionalmente corretto fare contemporaneamente istruttoria ed emettere verdetti di condanna mentre si assumono elementi. Pertanto, senza un ravvedimento rispetto ad un modo di agire inaccettabile, per noi gli “Stati generali” finiscono qui: un fallimento decretato da chi li ha indetti”.
“Dal caso Fubini al disinteresse dei giornalisti per l’appuntamento loro riservato agli Stati generali dell’editoria credo che si definisca da sola la questione Ordine dei giornalisti”, ha replicato il sottosegretario all’editoria. “Non è accettabile che il confronto sia valido solo quando lo dicono loro, nelle forme volute da loro e se si fa quello che dicono loro. Un bell’esempio di democrazia, non posso aggiungere altro”.
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“Gli 'stati generali dell’editoria' si sono trasformati in stati generali dell’ideologia e del pregiudizio", afferma il presidente Cnog Carlo Verna, con una strumentalizzazione della cosiddetta vicenda Fubini che rasenta il ridicolo. Per i giudizi espressi sul presunto anacronismo dell’Ordine, mentre per così dire istruiva la pratica, Crimi è ricusato.
E che ciò sia avvenuto con una condivisione unanime, in un mondo che rappresenta i più diversi punti di vista, dovrebbe preoccupare - prosegue Verna - persino chi ha un concetto della democrazia come quello che esprime disinvoltamente il sottosegretario con delega all’editoria".
Il presidente nazionale dell'Ordine dei giornalisti Carlo Verna ha elevato oggi formale protesta presso il ministero vigilante della Giustizia contro l'atteggiamento assunto da Crimi, durante un incontro sul tema dell’equo compenso presieduto dal sottosegretario Morrone.
"Credendo nella correttezza istituzionale il caso è stato esposto, prima di ogni pubblica replica, al Ministero della Giustizia con l’idea di rivolgersi successivamente al presidente Conte e, trattandosi di tema fondamentale per la democrazia, con riserva di richiedere l’intervento del supremo garante della Costituzione, ovvero del presidente Mattarella. Intanto una riflessione si sottopone a tutte le forze politiche presenti in Parlamento su una possibile loro iniziativa. Se Crimi voleva presentare un disegno di legge per l’abolizione dell’Ordine dei giornalisti – conclude il presidente del Cnog– poteva farlo senza metter su la gigantesca presa in giro istituzionale degli Stati generali dell’editoria a spese dei cittadini, dopo essersi distinto per una serie di iniziative contro la libera informazione, dai tagli all’editoria alla strenua opposizione al salvataggio di Radio radicale. E’ immaginabile una risposta, anche trasversale, delle diverse forze parlamentari sia di maggioranza che di opposizione?”