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Il ricordo di Peppino Impastato torturato dalla mafia

Il 9 maggio di 41 anni fa, in un vecchio casolare abbandonato di Cinisi, vicino Palermo, veniva trovato il corpo torturato del giornalista Peppino Impastato, un uomo libero, coraggioso e solo, lasciato solo a combattere una piovra gigantesca e lui, piccolo Davide siciliano, che lottava contro un sistema ormai incancrenito e mortale, ha voluto ribellarsi in un contesto storico dove nessuno si opponeva allo status quo e dove tutti chinavano il capo e chiudevano gli occhi. 

Oggi la figura di Peppino Impastato è stata ricordata dal segretario regionale dell'Assostampa, Roberto Ginex, in apertura del Consiglio regionale del 9 maggio, ricordandolo come un uomo coraggioso, ironico, controcorrente, oppositore del “regime” mafioso. Peppino Impastato attraverso Radio Aut, la sua Radio, la sua creatura, si prendeva gioco dei mafiosi, punzecchiandoli nel loro io di ridicoli uomini d’onore, che onore invece non ne avevano. 

Oggi dopo quattro decenni, lo sentiamo più vivo che mai e ricordarlo è un dolore, ma nello stesso tempo ci trasmette vivacità e voglia di non abbassare mai la testa davanti ai soprusi e alle angherie quotidiane, un figura di uomo innovativo del ‘900.