Giovedi, 19 settembre 2024 ore 19:06
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Prelievi forzosi e tagli all'assistenza e ai servizi, misure inadeguate a risanare il bilancio.
Continuano a chiamarla riforma.

La "riforma" presentata da Andrea Camporese passa con 9 sì (otto esponenti della maggioranza della Fnsi più Andrea Mancinelli l'uomo di Palazzo Chigi), due no (Carlo Chianura e Silvana Mazzocchi, Punto e a capo-Inpgi Futuro), l'astensione della rappresentante del Ministero del Lavoro, Fiorella Kostoris, che ha definito “anticostituzionale” il “contributo straordinario di partecipazione al riequilibrio finanziario della gestione previdenziale” (dovrebbe avere una durata temporanea di 5 anni dalla data di approvazione dei Ministeri vigilanti). Assenti i due rappresentanti della Fieg e il consigliere giornalista Roberto Carella.

n ANDREA CAMPORESESulla delibera grava un vulnus che potrebbe - come ha lasciato chiaramente intendere la rappresentante del ministero del Lavoro – pregiudicare il cammino della riforma Inpgi: il doppio prelievo forzoso sulle pensioni, sia di quelle a partire da 0 euro, che quelle superiori a 91.000. In un caso come nell’altro, la maggioranza del Cda ha inteso sostituirsi al Parlamento, imponendo per la prima volta nella storia dell’istituto il principio secondo il quale un Cda può ridurre le pensioni, invece di pagarle.
Al presidente Camporese è stato proposto da Carlo Chianura e Silvana Mazzocchi di tenere disgiunta la riforma da questo provvedimento, prevedendo una delibera ad hoc. Questo avrebbe consentito di tenere al riparo la riforma da un possibile rischio di bocciatura da parte del ministero del  Lavoro. Proposta bocciata dal presidente.
A favore della riforma con prelievo sui pensionati incorporato oltre a Camporese hanno votato questi consiglieri: il vicepresidente vicario Paolo Serventi Longhi, il segretario della Fnsi Raffaele Lorusso, Silvia Garambois, Marina Macelloni, Giuseppe Marzano, Edmondo Rho e Claudio Scarinzi. Pieno appoggio alla manovra da parte del rappresentante di Inpgi 2 Massimo Marciano, che non aveva diritto di voto.
Oltre all’astensione della Kostoris si è notata l’assenza di Roberto Carella, fiduciario del Friuli Venezia Giulia e consigliere di lungo corso. Secondo indiscrezioni, Carella avrebbe partecipato alla riunione di ieri solo se avesse avuto rassicurazioni sullo stralcio della delibera sul prelievo pensionistico. Dunque un’assenza polemica.


logo fnsi

Fnsi: “Inpgi, via libera alla manovra di riequilibrio dei conti”

Il Cda dell’Inpgi ha approvato la manovra di riequilibrio dei conti dell’ente di previdenza. Con 9 voti a favore, 2 contrari e un astenuto, il testo licenziato passa ora ai ministeri vigilanti per l’approvazione definitiva. Oltre alla manovra, approvati anche gli sgravi contributivi triennali per le assunzioni a tempo indeterminato.
LEGGI L'ARTICOLO ORIGINALE SUL SITO FNSI


unitasindacaleInpgi, si vara la riforma mentre il patrimonio si vende a pezzi. Camporese “brucia” 100 milioni di euro in 32 giorni: investimenti venduti per pagare tasse, quattordicesime e l’anticipo dell’ex fissa

Quasi 100 milioni in 32 giorni. È la quantità di patrimonio “bruciata“, con tre diverse delibere, dal presidente dell’Inpgi, Andrea Camporese, tra il 29 maggio e il 30 giugno scorsi, per far fronte ai drammatici problemi di liquidità che l’Inpgi deve affrontare oramai da tempo e in particolare per pagare tasse, quattordicesima ai pensionati e l’anticipo dell’ex fissa. Tre diverse operazioni che il Consiglio di amministrazione riunito il 27 luglio in via Nizza ha ratificato, subito dopo aver varato a maggioranza (con nove sì, due no, l’astensione critica della rappresentante dei ministeri vigilanti, Fiorella Kostoris, e l’assenza dei due uomini della Fieg e di un consigliere giornalista) la riforma delle nostre pensioni.
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assostampa umbraRIFORMA INPGI, VALUTAZIONI NEGATIVE ASSOSTAMPA UMBRA

Sorpresa e sconcerto per la notizia del precipitare improvviso della crisi dell’Istituto, sul quale venivano diffuse notizie rassicuranti. I giornalisti umbri valutano negativamente la ristrettezza dei tempi imposti e le modalità di discussione delle ipotesi di riforma, che meriterebbero riflessione approfondita e un’ampia consultazione della categoria.
LEGGI L'ARTICOLO ORIGINALE SUL SITO DI ASSOSTAMPA UMBRA


franco abruzzo

 IL CDA INGI APPROVA LA RIFORMA. IL GOVERNO SI SPACCA.

La riforma passa con 9 sì (otto esponenti della maggioranza della Fnsi + Andrea Mancinelli l'uomo di Palazzo Chigi), due no (Punto e a capo-INPGI FUTURO), l'astensione della rappresentante del Ministero del Lavoro, Fiorella Kostoris, che ha definito “anticostituzionale” il “contributo straordinario di partecipazione al riequilibrio finanziario della gestione previdenziale” (che avrà una durata temporanea di 5 anni dalla data di approvazione dei Ministeri vigilanti). Assenti i due rappresentanti della Fieg e un consigliere giornalista.
LEGGI L'ARTICOLO ORIGINALE SUL SITO DI FRANCO ABRUZZO


"Riforma Inpgi, un vulnus che mette in pericolo l'istituto dei giornalisti. Perche' voto contro"
di Carlo Chianura, consigliere di amministrazione Inpgi

“Annuncio con rammarico la mia decisione di votare contro questa riforma. Avremmo potuto risolvere la questione semplicemente stralciando la parte relativa al prelievo forzoso sulle pensioni, votare tutti insieme il resto della riforma e riservare al contributo sulle pensioni una delibera ad hoc, anche per non mettere in pericolo l’approvazione di una intera manovra solo per la presenza di un baco, di un provvedimento non consentito dalla legge poiché, diciamolo, oggi il cda si sta sostituendo al Parlamento” 
LEGGI L'ARTICOLO ORIGINALE SUL SITO DI PUNTOEACAPO


Daniela Stigliano150x225I costi dell’Inpgi. Consulenze triplicate in otto anni, le spese per i servizi delle Associazioni in aumento del 36% a 2,5 milioni

Terza (e ultima) puntata dell’analisi dei costi di struttura dell’Istituto di previdenza dei giornalisti italiani. Dopo aver preso in esame indennità e compensi degli organi e spese del personale, concentriamo l’attenzione su tutte le altre uscite, e in particolare sulle due voci che pesano di più: “Beni e servizi” e “Servizi delle Associazioni stampa“.
A conti fatti, e considerando anche le prime due puntate di questa inchiesta, delle sette voci che compongono i costi, solo una negli otto anni della crisi è risultata in diminuzione, quella per le spese legali. Tutte le altre hanno mostrano un andamento con il segno positivo, quindi in crescita: dal minimo del 2,7% di beni e servizi al 36,3% dei servizi alle Associazioni (escludendo gli oneri finanziari per le ragioni dette).
LEGGI L’ARTICOLO ORIGINALE DI DANIELA STIGLIANO, GIUNTA FNSI


Carlo ParisiRiforma Inpgi: dalla Fnsi un sì poco convinto. La Giunta aveva  espresso un'unanime richiesta di correttivi. Parisi: “Bisognava condizionare il voto del Segretario Fnsi alle modifiche”

La Giunta ha affidato al segretario generale il mandato di fare soltanto presente al Cda dell’Inpgi le proposte della Giunta Esecutiva, senza impegnarlo a votare (in quanto membro di diritto), eventualmente contro, nel caso in cui le stesse non dovessero essere recepite.
“Ipotesi, quest’ultima, – ha sottolineato Carlo Parisi – che il sindacato dei giornalisti avrebbe dovuto ritenere pregiudiziale nel rispetto del proprio ruolo di soggetto principale in materia di politiche del lavoro della categoria”.
“Una scelta – ha dichiarato Carlo Parisi – mortificante del ruolo della Giunta Esecutiva, ridotta, così, ad un mero organismo di ratifica. Eppure – ha spiegato Parisi – i presupposti per una convergenza quasi unanime c’erano tutti, considerate le aspre critiche rivolte, soprattutto, all’ipotesi di ridurre il trattamento di disoccupazione, ovvero l’unica ancora di salvezza per i più deboli”.
Del resto, basta leggere il documento allegato alla delibera per comprendere che nel “sì” espresso alla riforma i punti di dissenso sono numerosi e, in alcuni casi, sostanziali.
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INPGI riforma Inpgi, varata dal CdA la manovra per mettere in sicurezza i conti dell’Istituto, che dovrà essere approvata dai Ministeri Vigilanti

Il progressivo aggravarsi dello stato di crisi del settore dell’editoria con la conseguente perdita dei rapporti di lavoro e il sempre più massiccio ricorso agli ammortizzatori sociali ha fatto registrare una grave sofferenza della gestione previdenziale.
Tale crisi ha comportato da un lato, una rilevante perdita dei rapporti di lavoro pari a circa il 16% negli ultimi cinque anni - con un tasso di contrazione dei livelli occupazionali in ambito giornalistico maggiore di 6,4 volte a quello della generalità del sistema Paese - e dall’altro, un sempre più intenso ricorso agli ammortizzatori sociali (nel 2014 il numero dei giornalisti che hanno beneficiato del trattamento di disoccupazione sono stati 2.013, della  CIGS  772 e dei contratti di solidarietà 2.858).
LEGGI L’ARTICOLO ORIGINALE SUL SITO DELL’INPGI