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AMT: il concorso bluff, l’urgenza sospetta e la trasparenza negata

Il logo dell'AMT, Azienda municipalizzata trasporti di CataniaIn poco più di un mese l’AMT, Azienda metropolitana trasporti, una partecipata del Comune di Catania, ha pubblicato e revocato un bando di concorso per l’incarico di un anno di addetto stampa. Le cronache cittadine se ne sono occupate ampiamente, perché si era innescato un acceso dibattito politico all’interno del Consiglio comunale, in quanto  - sosteneva qualcuno – era già stato individuato il vincitore della selezione.
Riepiloghiamo i fatti: l’AMT pubblica un bando per selezionare un addetto stampa, manifestando il carattere dell’urgenza, perché dopo appena pochi giorni dalla scadenza del termine utile per la presentazione delle domande, con sabato e domenica in mezzo, il vincitore doveva prendere servizio. In corso d’opera il bando viene modificato e prorogata la scadenza per le domande. Il numero dei partecipanti aumenta, considerata la crescente disoccupazione tra i giornalisti. Ci si aspetta da un giorno all’altro il conferimento dell’incarico e, invece, l’AMT decide di revocare, senza alcuna motivazione, definitivamente il bando, pubblicando l’avviso sul proprio sito, il 1’ aprile. Sembra uno scherzo di cattivo gusto e, invece, è la realtà.
Questo sindacato unitario dei giornalisti ha, a distanza di mesi, chiesto l’accesso agli atti e di conoscere le motivazioni dell’annullamento, considerato che è venuta a mancare per un giornalista la possibilità di lavorare per un anno. Richiesta inoltrata facendo riferimento alle leggi in materia. La risposta dell’AMT è stata il silenzio. Totale e assoluto.
Noi, fiduciosi, restiamo in attesa di una risposta, a questo punto pubblica e credibile, perché la tanto sbandierata trasparenza e legalità non può essere richiamata solo quando riguarda gli altri.
Daniele Lo Porto, segretario provinciale di Assostampa Catania
Selezione per l’incarico di addetto-stampa dell’Azienda Municipale Trasporti. Accesso negato

Il silenzio dell’Azienda AMT di Catania

Spiace rilevare ancora una volta come in ambito locale il Settore pubblico sconti ad oggi degli imperdonabili ritardi nel recepimento sostanziale delle norme sulla trasparenza degli atti amministrativi poste a garanzia della Comunità, e che dovrebbero garantire la piena conoscibilità delle azioni compiute da chi governa il territorio.
Nonostante recentissimi interventi normativi impongano dei categorici doveri di visibilità e di pubblicazione all’esterno di pressoché tutti gli atti adottati dalle pubbliche amministrazioni (primo tra tutti il d.lgs. n. 33 del 2013, recante “Riordino della disciplina riguardante gli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni”), obbligando addirittura i comuni e le altre amministrazioni pubbliche ad istituire una sezione ad hoc sul proprio sito istituzionale, ancora oggi siamo costretti a subire atteggiamenti di enti pubblici che si dirigono in senso diametralmente opposto a quello voluto dal legislatore.
Gesti che lasciano davvero sbigottiti per la noncuranza con cui vengono compiuti, a dispetto della valanga di norme che mirano a tutelare il diritto della Collettività a sapere ed essere informati e che, come è accaduto nella vicenda che ci riguarda, non sono rappresentati da un diniego esplicito – che, comunque, a torto o a ragione, fa sempre parte della dialettica cittadino-istituzione – ma addirittura dal silenzio, vale a dire nel nascondersi nel non rispondere, anche di fronte a richieste formali di conoscere atti per loro natura pubblici.
Ed è proprio il silenzio che brucia di più, il silenzio di una Società pubblica che non si sente in dovere neanche di dare una risposta, in un atteggiamento di chiusura tipico delle istituzioni di epoca medievale e che nella nostra terra non riusciamo ancora a superare, benché gli sforzi delle forze sane della società e i tentativi di “allineamento” agli standard di trasparenza europea dell’U.E, siano stati immani negli ultimi anni.
Si sa che lo strumento più celere per ottenere l’accesso ad atti amministrativi è dato dalla nota legge n. 241, del 1990, (in Sicilia dalla l.r. n. 10, del 1991), che consente a chi vi abbia interesse di presentare un’istanza all’Amministrazione che detiene gli atti di cui si chiede copia. Il diritto di accesso agli atti, è bene ricordarlo, è un vero e proprio diritto soggettivo riconosciuto ai cittadini ed è forse il primo passo verso il cammino di trasparenza e di conoscibilità degli atti, intrapreso dal nostra Paese da circa vent’anni.

In questa cornice normativa pregevole e puramente teorica, da registrare la vicenda che segue.
L’Assostampa, Segreteria Provinciale di Catania chiede, tramite istanza presentata da un legale, di accedere agli atti relativi alla selezione di un addetto-stampa indetta dall’Azienda Municipale Trasporti di Catania nel periodo di gennaio/febbraio di quest’anno, e definitivamente revocata nel mese di aprile. Parliamo, quindi, dell’Avviso di selezione, dell’atto di revoca e dell’elenco dei partecipanti (naturalmente, epurato dai dati tutelati dalle norme sulla privacy), ossia di atti che dovrebbero essere pubblici, facilmente scaricabili dallo stesso sito della Municipalizzata.
Peraltro, l’istanza di accesso fin dal principio è stata fondata su motivazioni più che convincenti.
La detta selezione per un addetto-stampa ha avuto, infatti, un cammino appena travagliato, stante che la stessa è stata revocata (o ritirata), una prima volta per motivi non molto chiari ma che sembra abbiano riguardato la composizione della Commissione esaminatrice; in un secondo momento, dopo la (ri-)pubblicazione dell’Avviso “corretto”, è stata nuovamente e in via definitiva revocata per ragioni sconosciute.
Non che l’istanza di accesso ad atti pubblici debba avere una motivazione che vada oltre il semplice interesse a conoscere da parte di un comune cittadino, ma, nel caso di specie, sembra che Assostampa, quale associazione sindacale di categoria, abbia avuto un interesse particolarmente qualificato a conoscere le modalità di svolgimento della selezione , le ragioni della revoca della procedura, oltre che l’elenco dei partecipanti.
Ebbene, a tale istanza di accesso, regolarmente ricevuta, segue il più assoluto silenzio dell’Azienda, che non reputa neppure necessario motivare il suo silenzioso diniego – perché di diniego, seppure tacito, si tratta - con delle motivazioni di mero stile, come non pochi enti sono soliti fare in tali frangenti, considerati “imbarazzanti”.
Oggi, pertanto, Assostampa, ma potrebbe trattarsi di un qualsiasi cittadino che probabilmente desisterebbe di fronte a un tale esempio di “muro di gomma”, si vede costretta a presentare un ricorso alla Commissione speciale per l’accesso agli atti, istituita presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, solo per vedere soddisfatto un proprio diritto, ingiustamente negato dalla Municipalizzata di Catania.
Domani, forse, il ricorso dovrà farlo al Tar competente, mediante una vera e propria azione legale, sostenendo dei costi elevatissimi e, soprattutto, “in utilissimi”.
Ora, non riuscendo a comprendere le ragioni che impediscono addirittura la sola “presa visione” degli atti, senza neanche tentare di estrarne copia, è lecito domandarsi se così operando si voglia nascondere qualcosa del travaglio vissuto dalla procedura selettiva di cui si è detto.
Il silenzio, si sa, genera sospetti; soprattutto quando è nutrito da enti pubblici o dalle “note” società a partecipazione pubblica.
Non sarebbe pure il caso che l’Amministrazione Comunale, alla quale l’Azienda AMT, fa capo, chieda lumi su quanto accaduto – e sta accadendo – ai vertici aziendali? Giacché si sa che uno dei temi principali toccati in periodo elettorale, è stato proprio quello della trasparenza dell’agire amministrativo, considerato il primo step verso la prevenzione dei fenomeni corruttivi all’interno dell’Amministrazione, anche delle partecipate, alle quali tra l’altro l’Autorità Nazionale Anticorruzione ha esteso i medesimi doveri di trasparenza delle amministrazioni pubbliche in senso stretto.
Nel frattempo il ricorso alla Commissione speciale per l’accesso agli atti, è già stato approntato e spedito ma quanta fatica per essere trattato come un vero Cittadino (e contribuente)!

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