Giornalisti senza equo compenso da 10 anni. Assostampa Siciliana e Romana al TAR Lazio contro il Ministero di Giustizia
Presentata oggi l’istanza delle Assostampa Siciliana e Romana al TAR Lazio sulla vertenza contro il Ministero di Giustizia per l'emanazione dei parametri dell'Equo Compenso per i giornalisti, unica professione ordinistica che ne è priva.
Nel marzo del 2012, con l’entrata in vigore della legge n. 27, il ministero di Giustizia chiese a tutti gli ordini professionali posti sotto la propria vigilanza di indicare una proposta di parametri dei compensi minimi, validi in sede giudiziaria per liquidare i corrispettivi delle prestazioni di lavoro autonomo.
Anche l’Ordine dei giornalisti rispose, il 24 maggio 2012, fornendo la propria. Ma a differenza delle altre professioni, le tariffe ministeriali di remunerazione dei giornalisti, definite “Equo Compenso” ed estese anche a tutte le categorie professionali non ordinistiche dalla legge 172/2017, non furono mai emanate.
Nell’agosto del 2018, la Regione Siciliana applicò l’obbligo dell’equo compenso per i lavoratori autonomi (ECLA) a tutti i soggetti istituzionali sotto la propria vigilanza e controllo. La norma risultava però inapplicabile ai giornalisti mancando le tabelle ex legge 27/2012.
Assostampa Siciliana e Romana fecero ricorso al TAR Lazio contro il Ministero di Giustizia per ottenere l'emanazione dei parametri specifici dell'Equo Compenso dei giornalisti non subordinati.
Il procedimento presentato poi al TAR Lazio da Romana e Siciliana fu interrotto nel 2019 in seguito alla richiesta di una “breve sospensione” per esperire il tentativo, attraverso una mediazione condotta da Fnsi e Odg, di ottenere l'emanazione delle tariffe senza giungere alla sentenza del Tar. Il tentativo, a distanza di tre anni, non ha sortito alcun effetto, l’unica interlocuzione formale risale al 24 luglio 2019.
Nel frattempo, Giorgia Meloni ha presentato come prima firmataria un ddl sull'ECLA già approvato alla Camera e pochi mesi fa dalle Commissioni in Senato, in pausa ora per le elezioni, in cui viene ribadito come l’Equo compenso del lavoro autonomo sia quello stabilito attraverso le tabelle ministeriali della legge 27/2012.
Lo scorso 30 giugno il Consiglio nazionale della FNSI ha approvato all’unanimità una mozione che impegna l’Esecutivo Fnsi “ad un rapido e deciso intervento affinchè venga intimato al Governo l'adempimento delle norme vigenti sull'Equo compenso per i giornalisti non dipendenti, attraverso l'immediata emanazione da parte del Ministero della Giustizia del decreto con i parametri per la liquidazione giudiziale dei compensi dei giornalisti, previsti dalla L. 27/2012, essendo ad oggi l'unica categoria professionale per la quale questi non sono mai stati emanati, e non risultando applicabili per analogia quelli di altre professioni”, e in concreto, “ad assumere tutte le opportune forme di pressione, lotta e manifestazione pubblica contro le inadempienze del Governo sull'Equo Compenso”.
In coerenza anche di quest’ultima deliberazione, le Assostampa Siciliana e Romana hanno deciso di reiterare il ricorso.
La Fnsi intende proseguire nella lotta per l’equo compenso attraverso “una mobilitazione generale della categoria contro la precarizzazione dell'articolo 21 della Costituzione”, che colpisce tanto il lavoro subordinato che il lavoro autonomo, “a partire dallo sfruttamento derivante dalla cronica disparità di trattamento tra giornalisti attraverso l'uso illegittimo di finti rapporti di lavoro autonomo.”
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