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INPGI, i conti non tornano

Il Consiglio generale approva il bilancio consuntivo 2014
(avanzo di 17 milioni) ma intanto il Cda prepara una manovra per ridurre uscite e prestazioni

Il Consiglio Generale dell’Inpgi ha approvato il bilancio consuntivo dell’esercizio 2014 che - grazie a tutte le misure finora adottate dell’Ente a loro volta supportate da una prudente e diversificata gestione patrimoniale dell’Istituto - ha potuto registrare un avanzo di gestione pari a circa 17 milioni di euro (24,1 milioni di euro in meno rispetto al 2013), nonostante il pesante aggravarsi del rapporto tra entrate per contributi e uscite per prestazioni, che evidenzia una passività pari a  81,6 milioni di euro, con un rapporto tra uscite per prestazioni ed entrate per contributi pari a 119,95, rispetto al 112,42 del 2013.
L’evidente perdurare della crisi del sistema dell’informazione, continua a produrre effetti negativi sull’occupazione e di conseguenza sul monte contributivo. L’Inpgi ha, infatti, registrato una riduzione di ben 1.043 rapporti di lavoro subordinato, scendendo pertanto a 15.891 contro i 16.934 del 2013, anno nel quale era stata già evidenziata comunque una riduzione di oltre 800 unità rispetto all’anno precedente. (segue)

La riforma secondo il presidente Camporese

camporese 6Premessa: le criticità della gestione previdenziale Una riforma del sistema Inpgi appare necessaria, giunti al sesto anno consecutivo di sofferenza degli indicatori fondamentali. Il 2014, come emerge dal bilancio, è stato l’anno peggiore con una perdita del 6 per cento dell’occupazione che si è tradotta in oltre mille posti di lavoro in meno. La responsabilità degli amministratori, di fronte alla categoria e alle leggi, non può essere elusa. Allo stesso tempo va declinata con grande attenzione rispetto ai livelli di garanzia sociale soprattutto verso i più deboli, all’equità intra e intergenerazionale, alle crisi e alle negoziazioni tra Parti sociali che vive il mondo dell’editoria. L’Istituto vede una crescita, pesante e preoccupante, del passivo determinato dal rapporto tra contributi versati e prestazioni pagate che dura da cinque anni e sfocia in un 2014 con oltre 80 milioni di disavanzo. Il fatto, molto positivo, che questo passivo sia stato azzerato ogni anno dall’ottimo rendimento del patrimonio accantonato, risulta del tutto indifferente rispetto all’obbligo di legge, e morale, di riportare i conti in equilibrio. Quali sono le dinamiche che abbiamo di fronte? (segue)

Inpgi, che cosa dobbiamo aspettarci dalla riforma?

unitasindacaledi Sergio Stella
Sette pagine fitte di motivazioni e dati in gran parte già noti ma rielaborati ad hoc per sostenere le ragioni della vicina riforma. E sette punti stringatissimi che annunciano che cosa prevede “l’attuale livello di avanzamento della discussione interna al Cda” dell’Inpgi. Alzi la mano chi ha capito, tra i giornalisti italiani, che cosa ci aspetta dall’intervento su pensioni e ammortizzatori sociali! Probabilmente, lo hanno capito in pochi anche nel Consiglio generale del 27 maggio (che ha approvato il bilancio 2014 con sole cinque astensioni), se le uniche voci che si sono levate sono andate nella direzione di un rinnovato no alla riduzione delle pensioni in essere e a generiche affermazioni politiche. (segue)
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INPGI: è l’ora delle scelte responsabili sì, ma anche coraggiose e fuori dagli schemi ideologici e sindacali. E bisogna agire in fretta. La situazione è drammatica. L’Istituto ufficialmente nega, ma ha iniziato a intaccare il patrimonio (163 mln negli anni 2013 e 2014).

franco abruzzodi Franco Abruzzo
“Il patrimonio accantonato, che supera i 2,3 miliardi di euro, non è stato intaccato, nonostante il grave quadro di sistema” afferma il comunicato diramato il 28 maggio dall’Inpgi dando conto dell’approvazione del bilancio consuntivo 2014. Purtroppo non è così. Ezio Chiodini spiega, dopo una lettura critica del bilancio, che nel corso del 2014 l’Istituto ha venduto titoli per 60 milioni “per il soddisfacimento delle esigenze di liquidità”. E che titoli per 102.997.000 erano stati già venduti nel corso del 2013 sempre “per il soddisfacimento delle esigenze di liquidità”. Questa notizia in sé gravissima denota lo stato di crisi dell’Inpgi insieme ad altri indicatori: l’ente incassa 100 euro per contributi e ne spende 130 per prestazioni pensionistiche. (segue)
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