L'INPGI, LA RIFORMA ANNUNCIATA
Roma, 9 giugno 2015. Il Cda ha incontrato oggi le parti sociali (Fnsi e Fieg) e ha avviato formalmente la riforma. Il testo definitivo dovrebbe essere pronto entro il 20-25 luglio per poi essere sottoposto all’esame dei Ministeri vigilanti (Economia e Lavoro). Frattanto la Corte dei Conti farà conoscere le sue valutazioni sul bilancio consolidato riferito all’esercizio 2014. In sintesi sono emerse diverse ipotesi di interventi:
Resta ferma la pensione di vecchiaia con 40anni di contributi a qualsiasi età. Oggi si va in pensione di vecchiaia a 65 anni con un minimo di 20 anni di contributi, ma è possibile che i 65 anni diventino 66. L’età pensionistica dei giornalisti non verrà agganciata alle aspettative di vita.
Verrà abolita la pensione di anzianità con 57 anni di età e 35 anni di contributi (con abbattimento dell’assegno fino al 20%). Verranno previste delle eccezioni per chi viene espulso dalle aziende in crisi.
Si potrà andare in pensione (non penalizzata) a 62 anni: con 36 anni di contributi nel 2016; con 37 anni nel 2017; con 38 anni nel 2018; con 39 anni nel 2019; con 40 anni nel 2020. Nel 2020, però, il sistema potrebbe prevedere ancora la pensione di anzianità con 62 anni di età e 35 anni di contributi e con un forte abbattimento fino al 20 per cento.
Pensioni in essere: potrebbe essere configurato un prelievo mensile di 10, 15 e 20 euro secondo determinati scaglioni degli assegni, ma il presidente Camporese non si nasconde le difficoltà giuridiche collegate alle pronunce della Cassazione che hanno cancellato analoghi prelievi (Cassa dei dottori commercialisti) scrivendo che le Casse non possono statuire prelievi per via amministrativa (c‘è bisogno di una legge, che dal 2014 esiste per gli assegni superiori ai 91mila euro). I giornalisti (“medio-alti”) sono senza perequazione da 4 anni.
Dovrebbero aumentare le aliquote per gli editori dello 0,53% e per i giornalisti in attività dello 0,50. Questo 1,03% dovrebbe rendere annualmente 11 milioni di euro. Gli editori dovrebbero stabilizzare dal 2017 un’aliquota aggiuntiva contrattuale dell’1% e anticiparne di 6 mesi una seconda dell’1% dal 1° gennaio 2016.
Per quanto riguarda Cigs e contratti di solidarietà l’Inpgi “non toccherà palla” nel senso che applicherà puntualmente le leggi in vigore, ma chiede alle parti sociali di intervenire con un accordo sul punto. Ma queste due voci onerose non dovrebbero essere finanziate dalla fiscalità generale? Indennità di disoccupazione: possibile assegno pieno per i primi 6 mesi dei 24 mesi previsti. Poi dal 7° mese abbattimento del 5% fino a un massimo del 50°%. Una seconda ipotesi prevede assegno pieno per i primi 12 mesi e assegno ridotto per i successivi 12 mesi.
Rivalutazione delle pensioni: è possibile che l’indice scenda dal 2,66 al 2,40 (o 2,30). L’Inpgi moltiplica 30 anni di contributi x 2,66=80%. L’Inps, invece, moltiplicava, prima della legge Fornero, 40 annix2%=80%.
Reversibilità. Sarà adeguata, si presume, a quella dell’Inps.
Jobs Act: l’argomento è stato accennato ma non approfondito. Sarebbe positivo per i conti Inpgi scaricare sulla fiscalità generale diversi istituti “sociali” che oggi vengono pagati con i contributi dei giornalisti in attività. Ma la soluzione appare difficile.
Personale. Il costo annuo è di 16 milioni (209 unità). Sottovoce si parla di una revisione della spesa. Ma non ci crede nessuno.
CONCLUSIONI. Una prima lettura delle misure “ipotizzate” dice che la riforma difficilmente riuscirà a far galleggiare il battello Inpgi. I ministeri vigilanti possono bocciare la manovra e chiedere al Cda e alle parti sociali provvedimenti più incisivi e pesanti. La partita è appena all’inizio. (segue)
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BOTTA, RISPOSTA E REPLICHE
tra Daniela Stigliano e Mimma Iorio
sul numero dei pre-pensionamenti possibili
Prepensionamenti, perché l'Inpgi non ha avvertito la Fnsi quando dava ai colleghi numeri oggi definiti errati?
A qualcuno può sembrare un ozioso esercizio di algebra o un rompicapo con i numeri tipo Sudoku, cercare di capire a quanti prepensionamenti si possa ancora ricorrere di fronte ai numerosi stati di crisi in corso. Peccato non ci sia proprio niente da divertirsi. Almeno, per quel che mi riguarda. Perché in gioco ci sono la vita professionale e il futuro di centinaia di colleghi e delle loro famiglie.
12 giugno 2015
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Ulteriori chiarimenti, definitivi e non necessari, sul tema dei prepensionamenti
11 giugno 2015
Ogni prepensionato costa all'Inpgi 467mila euro: questa la verità sui conti dell’Inpgi dopo la riflessione di Daniela Stigliano. (Smentito anche Raffaele Lorusso, per il quale, come per la Stigliano, il costo di ogni singolo prepensionato è pari a 350mila euro).
In merito al calcolo presunto di quanti possano essere complessivamernte i prepensionmente, «i finanziamenti cui si fa riferimento non sono affatto “liquidi”, in quanto sono riferiti a somme che l’Ente non ha ancora incassato poiché riferite o a periodi futuri (come nel caso del finanziamento statale per le annualità dal 2015 in poi, che verrà erogato dietro presentazione di specifico consuntivo alla fine di ciascun anno) o ad eventi non ancora realizzati, come il versamento del 30% del costo dei propri prepensionati da parte degli editori, che avviene solamente quando si verifica l’accesso al trattamento». (segue)
9 giugno 2015
Leggi risposta di Mimma Iorio direttore generale dell'INPGI
Sorpresa! I soldi per i prepensionamenti ci sono. Ecco quello che Inpgi e Fnsi non dicono
8 giugno 2015