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Assostampa Sicilia su ipotesi di riforma INPGI: "Manovra tardiva ma soprattutto insufficiente nonostante i pesanti tagli per la prestazioni ipotizzate ai danni dei giornalisti"

La Giunta dell’Associazione siciliana della stampa, esaminate le "ipotesi di interventi per la sostenibilità delle gestione previdenziale dell’Inpgi" presentata dal presidente e dal Cda dell’istituto per fare fronte alla pesante e preoccupante situazione finanziaria dell’ente che  - in base alla relazione della Corte dei Conti sul bilancio 2014 - ha segnato un disavanzo di oltre 118 milioni tra entrate e uscite previdenziali correnti, esprime un giudizio complessivamente negativo su una manovra che appare non solo tardiva ma soprattutto insufficiente nonostante i pesanti tagli per la prestazioni ipotizzate ai danni dei giornalisti.
Tuttavia resta ferma la ineludibile e non più rinviabile necessità di una riforma del sistema della previdenza dei giornalisti italiani per fare fronte a una situazione di sofferenza ormai strutturale dei conti, aggravata ancor di più dalla mancanza di una politica tempestiva e di lungo respiro e dal ritardo di interventi che - se attuati in precedenza – avrebbero impedito che la situazione divenisse così difficile e delicata.
A fronte di questa situazione - rilevata la mancanza di precisi dati attuariali capaci di indicare la dinamica occupazionale e prestazionale dei prossimi anni – la somma degli interventi proposti appare insufficiente per risanare l’attuale squilibrio che resterebbe ampiamente scoperto.
Appare un azzardo affidare le prospettive di risanamento dei conti dell’istituto ad una ripresa occupazionale di cui oggi non si vede alcun accenno, atteso che il crescente numero di stati di crisi e il massiccio ricorso ai contratti di solidarietà conferma l’esatto contrario.
Le incertezze e le crescenti preoccupazioni originate dall’annuncio di una manovra non ancora definita ma con l’unica certezza di un cambio delle regole in corsa, soprattutto per i pensionamenti di anzianità e vecchiaia, hanno già avviato una pericolosa corsa alle uscite che finirà per appesantire ulteriormente i conti dell’istituto, alimentando le fibrillazioni all’intero di una categoria sempre più spaesata e priva di notizie certe sul proprio futuro occupazionale e previdenziale.
Le ipotesi di intervento proposte dai vertici dell’Inpgi – avvicinando pericolosamente costi e prestazioni a quelli dell’Inps e non proponendo    alcun elemento capace di garantire la sostenibilità nel lungo periodo - penalizzano in particolare i colleghi più giovani, appena assunti o che sperano di entrare nelle redazioni con un contratto vero, e quella generazione "di mezzo", tra i 45 e i 60 anni, che ha finora retto e contribuito in maniera determinante il flusso contributivo, sostenendo le pensioni in essere e i conti dell'Inpgi.
Mentre appare impensabile intervenire sulle pensioni in essere e sui diritti acquisiti, al tempo stesso l’Associazione siciliana della stampa ritiene inaccettabile l’ipotesi di tagliare le prestazioni per i più deboli come la disoccupazione o parti essenziali del welfare come la Cigs o la solidarietà.
Nel complesso questa ipotesi di manovra, ritenuta comunque tardiva e insufficiente, non potrà e non dovrà essere avviata se prima i vertici dell’Inpgi non si faranno garanti di un serio e convincente intervento strutturale sul contenimento dei costi dell’istituto, a partire dal taglio delle retribuzioni del presidente, del direttore generale e dei membri del Cda, per poi passare a una consistente spending review delle spese generali e del personale.