Giovedi, 19 settembre 2024 ore 03:42
Accedi

Login to your account

Username *
Password *
Remember Me

Questa riforma salva (per qualche anno) l’Inpgi ma non le nostre pensioni. Lo dice l’attuario, conti alla mano

La riforma si fonda su un’ipotesi: i contributi previdenziali in aumento per tutti i 50 anni considerati. Una crescita che sarebbe spinta da due fattori: nuove assunzioni e maggiori retribuzioni. Entrambi difficilmente ipotizzabili, perlomeno nel breve-medio periodo, da chiunque conosca almeno un po’ l’editoria. La conferenza dei Cdr aveva chiesto al Cda dell'Inpgi di differire l'approvazione della manovra e alla Segreteria Fnsi di aprire un dibattito sui contenuti

Inpgi, Macelloni - Lorusso, Fnsi

La riserva per le pensioni scenderebbe in picchiata fino al 2040 per poi risalire e raggiungere il valore minimo richiesto dalla legge solo nel 2052. Sempre a patto che si avverino previsioni basate su ipotesi di crescita irrealistiche per l’industria dell’informazione, in particolare quelle – fondamentali – legate all’aumento dell’occupazione e delle entrate per contributi. E senza tener conto di un dato di partenza del patrimonio maggiorato di quasi 370 milioni rispetto al dato del bilancio 2015.


di Daniela Stigliano

Ipotesi “non aderenti”
e monitoraggi annuali.

La frase chiave di tutto il bilancio attuariale arriva nelle ultime pagine, tra le conclusioni: “Le simulazioni attuariali – si sottolinea – sono fondate su basi tecniche fornite dal Ministero che potrebbero essere non aderenti alle dinamiche del settore giornalistico; un chiaro esempio è quello dell’occupazione che è anche una delle variabili principali a base delle proiezioni“. Tutto quello che si è calcolato e dichiarato, ovvero che la manovra riesce a garantire la sostenibilità dell’Istituto, potrebbe in definitiva essere sbagliato. Al punto che l’esperto si spinge oltre, ribadendo le “potenziali limitazioni derivanti dall’utilizzo delle basi tecniche ministeriali” e suggerendo al Cda dell’Inpgi “di monitorare attentamente le dinamiche attese delle principali grandezze tecniche (contributi, prestazioni, masse imponibili, numerosità delle platee…) e raffrontarle con quelle effettive al fine di cogliere in modo tempestivo eventuali scostamenti tra le ipotesi adottate nei calcoli e le effettive dinamiche registrate nel periodo e poter intervenire conseguentemente e in modo efficace“. E dovrebbe farlo con “monitoraggi attuariali regolari con carattere annuale e finalità gestionali“, capaci di “evidenziare gli aspetti strutturali degli eventuali disallineamenti e delle potenziali contromisure a disposizione del Cda“.
(leggi articolo sul sito di Unità Sindacale Fnsi)

l Cda dell’Inpgi, sostenuto dalla maggioranza del Sindacato, vuole far credere ai giornalisti italiani che i sacrifici...

Pubblicato da Giornalismo Siciliano notizie Assostampa FNSI su Mercoledì 5 ottobre 2016