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Diffamazione, intervenire su querele temerarie e cause con richieste esose: il caso l’Unità

Il Consiglio Nazionale della Stampa Italiana, riunito a Roma il 18 dicembre 2014, ritiene che nell'ambito delle nuove norme riguardanti la diffamazione ancora in discussione sia urgente intervenire più decisamente a tutela dei giornalisti non solo impedendo le querele temerarie, piuttosto diffuse, e che tendono ad intimidire i cronisti con richieste economiche esorbitanti, con ciò minacciando più seriamente di quanto si pensi la libertà di stampa, ma anche, più in generale, sul tema del ricorso alla causa civile con richieste economiche del tutto sproporzionate rispetto al danno effettivamente arrecato anche in caso di errore del cronista.

La questione si è palesata con particolare acutezza proprio in questo giorni nel caso di giornalisti de "l'Unità", oggi in cassa integrazione in attesa che si concretizzi l'ipotesi di un ritorno in edicola della testata. Questi colleghi, in questo momento, non hanno un'azienda alla quale riferirsi ed a cui chiedere di intervenire a sostegno del proprio reddito che rischia di essere gravemente compromesso da condanne a rilevanti risarcimenti.
Il Consiglio Nazionale della Stampa Italiana fa appello ai liquidatori della società che editava "l'Unità" ed al partito di riferimento del giornale affinché si affronti, con decisione, la questione. I colleghi non possono essere lasciati soli ad affrontare le conseguenze dell'attività che hanno svolto al servizio del giornale, cosi come le norme non possono restare quelle attuali. In questo caso specifico chi ha editato il quotidiano dovrebbe, proprio per i suoi riferimenti culturali, avere particolarmente a cuore i temi dell'autonomia e della libertà dall'informazione.
La Federazione Nazionale della Stampa Italiana compirà tutti i passi necessari per affrontare il caso specifico e  per una riforma seria delle norme sulla diffamazione. Diversi sono infatti i punti critici del testo all’esame della Camera che dovrebbero essere rivisti: la competenza territoriale che punisce l’informazione sul web, le multe troppo alte, che intimidiscono soprattutto i giornalisti di frontiera e senza sostegni editoriali importanti, l’assenza di obblighi di documentate controverità per  le rettifiche, l’ingerenza di una norma obliqua e incoerente sul diritto  all’oblio, l’assenza di norme efficaci contro le querele temerarie.
La Fnsi ritiene che in tema di libertà e deontologia dell’informazione non siano ammissibili scambi impropri per garantire alcun potere. Se in  Parlamento non ci sono condizioni politiche per una soluzione equilibrata di libertà si cancelli solo il carcere per i giornalisti dall’attuale  codice e non si facciano altri danni.