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La Giunta esecutiva su uffici stampa, lavoro autonomo, vertenza collaboratori La Sicilia

Durante la riunione del 15 gennaio 2018, la Giunta esecutiva di Assostampa Sicilia ha affrontato i temi degli uffici stampa nella pubblica amministrazione alla luce della recente introduzione, nel contratto nazionale di lavoro del pubblico impiego, del profilo professionale del “giornalista pubblico”. Particolare attenzione è stata inoltre dedicata alla situazione del lavoro giornalistico autonomo in seguito all’entrata in vigore lo scorso 6 dicembre delle nuove norme sull’Equo compenso per tutte le categorie professionali. Infine, si è deliberato di procedere ad aprire la vertenza contro l’editore de La Sicilia, per il reiterato mancato rispetto di tutti gli accordi sul pagamento arretrato dei collaboratori.

UFFICI STAMPA

La giunta esecutiva dell'Associazione siciliana della stampa esprime preoccupazione e sconcerto per i contenuti dell'accordo sugli uffici stampa pubblici siglato lo scorso 23 dicembre. Esso, infatti, rappresenta un deciso passo indietro rispetto alle conquiste fatte da centinaia di addetti stampa in questi 17 anni di vuoto contrattuale, dovuto non certo ai giornalisti ma all'Aran, e dunque suona come una delegittimazione del lavoro svolto dalle stesse associazioni di stampa regionali a sostegno delle azioni giudiziarie compiute dai giornalisti per il riconoscimento di diritti e retribuzioni dignitose. Ci chiediamo e abbiamo chiesto di sapere cosa sarà di loro ma sul punto i nostri vertici sindacali tacciono.
La FNSI, che ha espresso soddisfazione per l'intesa raggiunta, ha ignorato la situazione degli uffici stampa pubblici in Italia e delle realtà in cui viene applicato il contratto di lavoro FNSI-FIEG e ha accettato di introdurre la bizzarra figura del “giornalista pubblico” con la prospettiva di applicare il contratto del pubblico impiego di categoria C fortemente penalizzante.

Invano i nostri rappresentanti in Federazione hanno insistito affinché si tenesse conto delle esperienze più virtuose e tra queste quella della Sicilia, dove la stessa FNSI e l'Assostampa, già nel 2007, sottoscrissero con la Regione, l'Anci e l'Urp un accordo sindacale territoriale che applica negli enti locali siciliani le qualifiche professionali previste dal contratto FNSI-FIEG. Questo accordo, avente forza di legge in quanto pubblicato sulla Gazzetta ufficiale della Regione siciliana, è stato anche lo strumento grazie al quale numerosi giornalisti hanno ottenuto dai tribunali del lavoro l'applicazione del CNLG con sentenze emesse nei tre gradi giudizio.
Invece la FNSI sembra piegarsi ai desideri dell'Aran, che per 17 anni ha rifiutato qualsiasi trattativa, lasciando nel limbo gli addetti stampa pubblici, e adesso impone un contratto non giornalistico limitandosi a riconoscere i versamenti all'INPGI – per altro già previsti dal 2003 – e la convenzione con la CASAGIT.

Di fatto, la figura del “giornalista pubblico” introduce un giornalista di serie B, iscritto però allo stesso ordine professionale e sottoposto alle stesse regole deontologiche sul dovere di rappresentare la realtà dei fatti applicate a tutti gli altri.
Nonostante decine di convegni e approfondimenti, la FNSI dimostra di non avere compreso la funzione degli uffici stampa pubblici previsti dalla legge 150, che non sono al servizio del potere ma dei cittadini e della trasparenza e, dunque, della democrazia. Un ruolo delicatissimo che può essere svolto solo mettendo i giornalisti della pubblica amministrazione al riparo dai condizionamenti della politica e della burocrazia. Il solo modo per farlo è tenere gli addetti stampa agganciati alle professione attraverso le garanzie previste dal contratto applicato a tutti i giornalisti italiani.

LAVORO AUTONOMO

La Giunta esecutiva ha approvato un documento in materia di lavoro autonomo, come contributo richiesto da parte degli organismi nazionali del sindacato per il dibattito sul comparto, alla luce delle più recenti norme introdotte.

Il giornalista autonomo, dall’entrata in vigore il 6 dicembre 2017 della legge 172/2017 che sancisce il diritto all’Equo compenso per tutte le categorie professionali, avrebbe la possibilità di esigere nei bandi della pubblica amministrazione e nei confronti dei grandi gruppi editoriali l’applicazione dei parametri ministeriali per i compensi minimi, che però non sono stati mai emanati per gli iscritti all’Ordine dei giornalisti. Né è possibile per il giornalista applicare per analogia i parametri stabiliti per tutte le altre professioni ai sensi del DM 140/2012 del Ministero della Giustizia.

Inoltre, benché la legge 198/2016 abbia prorogato i termini della legge per l’Equo compenso giornalistico 233/2012, la Commissione che ne doveva stabilire i termini di applicazione non si è mai più riunita. Scopo della legge è porre fine alla iniqua disparità di trattamento tra subordinati e titolari di un rapporto di lavoro non subordinato. Fieg, Fnsi e Commissione interministeriale hanno deciso che l’ambito di applicazione della legge 233/2012 non siano tutte le forme di lavoro non subordinato (cioè il lavoro autonomo e quello atipico), ma soltanto quello atipico a “carattere economicamente dipendente e non sporadico” quali le collaborazioni coordinate e continuative. La delibera del 2014, che ha fissato solo i parametri dell’Equo compenso (e non gli aspetti di tracciabilità e sanzionatori) secondo questo limitato ambito di applicazione, è stata impugnata dal Cnog e annullata, con motivazioni diverse, prima dal Tar, poi definitivamente dal Consiglio di Stato il 16 marzo 2016. Ma nel contratto di lavoro Fieg-Fnsi del giugno 2014 nel frattempo erano stati inseriti i criteri previsti nella delibera poi annullata dai tribunali amministrativi, criteri che considerano (in modo del tutto incomprensibile e arbitrario, secondo i magistrati) non tutelati dall’Equo compenso tutti gli articoli al di sotto delle 1600 battute nonché tutti quelli di lunghezza superiore, purché non più di 143 l’anno. Ampissimo spazio di manovra, quindi, ad ogni possibile forma di sfruttamento.

Durante gli ultimi anni la Commissione lavoro autonomo Fnsi ha dibattuto ampiamente sulle tematiche di settore, approvando diversi documenti, oggetto di attenta valutazione da parte degli organismi territoriali del sindacato, che tengono conto sia delle condizioni di precarietà e sfruttamento generalmente applicate attraverso forme di lavoro atipico, che andrebbero riconosciute come lavoro subordinato (locatio operarum), sia dell’iniqua disparità di trattamento del lavoro autonomo tipico (locatio operis).

Nel documento approvato da Assostampa Sicilia e rassegnato agli organi Fnsi viene affrontata la situazione del comparto in tutta la sua complessità.

La Giunta esecutiva ritiene essere ormai improrogabile agire ricorrendo al tribunale amministrativo per ottenere l’ottemperanza delle leggi violate e inapplicate. È impensabile non chiedere, ad esempio, l’applicazione delle norme che garantiscono l’Equo compenso nel campo degli Uffici stampa nella pubblica amministrazione, come introdotte dalla legge 172/2017.
L’Associazione Siciliana della Stampa pertanto darà mandato ai propri legali di predisporre il ricorso al Tar, che accerti la violazione delle norme e ordini l’ottemperanza verso il Ministero di Giustizia, per l’omissione di quanto stabilito dalla legge 27/2012 non avendo mai emanato i parametri dei compensi equi per i giornalisti, e verso il sottosegretario con delega all’Editoria, che nonostante le disposizioni della legge 198/2016 di sostegno all’informazione, non ha mai più convocato la Commissione per l’equo compenso giornalistico di cui alla legge 233/2012.

Il documento sul lavoro autonomo di Assostampa Sicilia

VERTENZA COLLABORATORI LA SICILIA

L'Associazione Siciliana della Stampa ha ricevuto mandato di aprire una vertenza con l'azienda editrice del quotidiano di Catania "La Sicilia" vista l'assenza di chiarezza, il non regolare pagamento dei compensi dei collaboratori e il mancato rispetto degli impegni finora assunti per il saldo delle spettanze arretrate.

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