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Equo compenso e lotta al precariato, la Clan Fnsi: «È il momento di mobilitarsi per la dignità del lavoro»

Al centro della riunione dell'organismo di rappresentanza dei lavoratori autonomi del sindacato, cui ha partecipato la presidente Macelloni, anche la situazione dell'Inpgi, un censimento sulle condizioni di lavoro e la richiesta all'Ordine dei giornalisti di mettere mano agli 'iscritti-fantasma'.

riunione fnsi inpgi 2018

«Riparta il prima possibile il confronto con gli editori e il governo, qualsiasi esso sia, su equo compenso e precariato, emergenze sociali per i giornalisti freelance». Dopo la dichiarata volontà dell'esecutivo, registrata solo a dicembre, di giungere in tempi certi a soluzioni negoziate su lotta al precariato ed equo compenso – con l'impegno di adottare un provvedimento sul contrasto al precariato nel caso in cui le parti sociali non avessero trovato un accordo entro il 15 febbraio – per la Commissione lavoro autonomo nazionale (Clan) della Fnsi «è arrivato il momento della mobilitazione per l'equo compenso e la dignità del lavoro giornalistico in Italia». La Clan-Fnsi lancia inoltre un censimento sulle condizioni di lavoro e chiede all'Ordine dei giornalisti di mettere mano agli "iscritti-fantasma" sconosciuti all'Inpgi. Questi, in sintesi, i punti di un documento della Commissione nazionale freelance presieduta dal segretario generale aggiunto Fnsi, Mattia Motta, e coordinata da Maurizio Bekar, riunita in teleconferenza il 28 gennaio 2021.

Equo compenso e Inpgi erano i punti all'ordine del giorno della riunione. E su quest'ultimo è intervenuta la presidente dell'Istituto, Marina Macelloni. La crisi dell'Ente, ha sottolineato, è dovuta a un crollo dei contributi e del mercato del lavoro, sempre più precario, a fronte di un aumento delle uscite per pensioni e per prestazioni sociali. «Il percorso che punta a incrementare il lavoro regolare con equo compenso e lotta al precariato, e l'allargamento della platea ai comunicatori è quello corretto», hanno condiviso Clan e Macelloni. Molto positiva la situazione di Inpgi2, dove pesano comunque retribuzioni basse e carriere discontinue. È stata infine esclusa, allo stato attuale, l'unificazione fra Inpgi 1 e 2.

«La situazione richiede la messa in campo di tutte le azioni di mobilitazione e di lotta, a partire dalla denuncia della mancata definizione di un compenso giusto per i giornalisti autonomi, veri o presunti tali. La Clan-Fnsi sta lavorando a un censimento delle condizioni di lavoro e retributive dei non contrattualizzati, che gli editori fingono di ignorare, anche quando si tratta di chiedere sostegni economici. Ora basta: va posta come condizione che non si possano più ricevere contributi o agevolazioni se non ponendo soluzione ai problemi del mercato del lavoro: precarietà, sottoretribuzione, finto lavoro autonomo», si legge nel documento.

Nel corso del dibattito, c'è stato posto anche per una riflessione sull'Ordine dei giornalisti. «Sperando in tempi brevi per le elezioni, richiamiamo i candidati alla guida dell'Ordine su alcuni dati: circa 50.000 su 110.000 iscritti all'Ordine non hanno alcuna posizione contributiva Inpgi: dei "fantasmi". Chi avrà il coraggio di mettere mano a questo "doping" del mercato del lavoro a firma dell'Ordine?», prosegue il documento nel quale, infine, si chiede un aumento delle ispezioni da parte di Inpgi, di estendere anche ai lavoratori autonomi degli Ordini professionali le norme sull'Iscro (Indennità Straordinaria di Continuità Reddituale e Operativa), e si chiede «uno stop all'inaccettabile impiego di giornalisti pensionati in redazione».

@fnsisocial