Assostampa Sicilia e Stampa Romana vincono il ricorso al Tar sull’equo compenso nelle redazioni
Entro trenta giorni la Presidenza del consiglio - Dipartimento per l'informazione e l'editoria dovrà riconvocare la Commissione prevista dalla legge 233/2012 per determinare l'equo compenso delle prestazioni da lavoro giornalistico non subordinato nelle redazioni dei quotidiani e periodici.
Il ricorso al Tar Lazio è stato presentato da Assostampa Sicilia, Stampa Romana e i colleghi Dario Fidora e Monica Soldano e riguarda la disparità di remunerazione nelle redazioni tra giornalisti dipendenti e non dipendenti.
La norma di cui si è sancita oggi l'inadempienza impone l'applicazione dell'equo compenso ai giornalisti non subordinati, definito in coerenza al compenso dei subordinati, la tracciabilità della remunerazione del lavoro autonomo e, infine, le sanzioni agli editori inadempienti.
Un secondo ricorso è ancora pendente al Tar per l'equo compenso di ogni singola prestazione di lavoro autonomo giornalistico, anche al di fuori delle redazioni, come nel caso degli uffici stampa.
La sentenza di oggi è il segnale dell’impegno e dell’attenzione con cui le Assostampa romana e siciliana hanno seguito le vicende dei colleghi meno garantiti e la traduzione dei loro bisogni in rivendicazioni collettive anche davanti ai magistrati.
Tocca ora all’Ordine dei giornalisti e alla Federazione Nazionale della Stampa proporre retribuzioni dignitose in linea con le sentenze dei giudici amministrativi già emesse, le determinazioni e i documenti della Clan Fnsi coerenti con i contratti nazionali di lavoro subordinato e il rispetto dell’articolo 36 della Costituzione.
Nella sentenza, il Tar Lazio ha dichiarato l’illegittimità del silenzio serbato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento per l'informazione e l'editoria con conseguente obbligo dell’amministrazione di provvedere sulle istanze notificata a mezzo pec dall’Associazione Siciliana della Stampa in data 13 luglio 2018 e 5.12.2018 nel termine di 30 giorni dalla comunicazione o notifica della decisione.
Più precisamente il Tar dispone che il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, con delega per l'informazione, la comunicazione e l'editoria, convochi entro 30 giorni la Commissione per la valutazione dell'equo compenso nel lavoro giornalistico istituita ai sensi della legge 233/2012, art. 2, comma 1, presso il Dipartimento per l'informazione e l'editoria della Presidenza del Consiglio dei ministri.
Obbliga allo stesso tempo la Commissione per la valutazione dell'equo compenso nel lavoro giornalistico, in persona del suo Presidente e l.r. pro tempore, a procedere alla definizione dell’equo compenso, avuto riguardo alla natura e alle caratteristiche della prestazione nonché in coerenza con i trattamenti previsti dalla contrattazione collettiva nazionale di categoria in favore dei giornalisti titolari di un rapporto di lavoro subordinato, e a redigere l’elenco dei quotidiani, dei periodici, anche telematici, delle agenzie di stampa e delle emittenti radiotelevisive che ne garantiscono il rispetto.
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