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Assostampa notifica ai ministeri le diffide ad applicare ai giornalisti le norme sull'equo compenso

L’Associazione Siciliana della Stampa ha notificato due distinti atti di diffida ad adempiere le norme sull’equo compenso dei giornalisti autonomi, mettendo formalmente in mora il sottosegretario all’Editoria e il ministro di Giustizia.

diffida 233Le diffide riguardano prolungate omissioni e sperequazioni nei confronti della categoria dei giornalisti, con la mancata applicazione di normative che risalgono al 2012.

Le inadempienze hanno assunto maggiore gravità lo scorso dicembre con l’entrata in vigore dell’equo compenso per tutte le attività professionali, che per il settore dell’informazione comprende anche l'ambito delle prestazioni rese per i grandi gruppi editoriali e gli uffici stampa nelle pubbliche amministrazioni.

Le inadempienze contestate al sottosegretario all’Editoria

La legge 233/2012 ha per oggetto l’equità retributiva per i giornalisti autonomi, stabilendo che il compenso dei non subordinati debba essere commisurato in coerenza con quello dei subordinati. La norma ha introdotto per il lavoro autonomo un dispositivo di tutela analogo a quello del Durc: non è possibile per l’editore ricevere alcun tipo di beneficio pubblico se non viene certificata la sua iscrizione nell’elenco delle aziende che rispettano l’equo compenso.
La Commissione istituita dalla 233/2012 ha approvato nel 2014 una delibera con cui ha inteso definire l’equo compenso dei giornalisti non subordinati, ritenendo però di doverlo applicare solo a coloro che pubblicano un numero minimo di articoli l’anno, con determinate caratteristiche minime. Il Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti ha impugnato la delibera al Tar, che l’ha annullata con sentenza n. 5054/2015. La presidenza del Consiglio dei ministri si è a sua volta appellata al Consiglio di Stato, che ha confermato l’annullamento nel 2016.
Ma la Commissione non si è mai più riunita per definire nuovamente l’equo compenso e gli adempimenti conseguenti.
Attraverso la diffida, Assostampa Sicilia ha richiesto che il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega all’Editoria convochi la Commissione per l'equo compenso nel lavoro giornalistico. Il sindacato chiede che la Commissione proceda alla definizione dell’equo compenso, avuto riguardo alla natura e alle caratteristiche della prestazione nonché in coerenza con i trattamenti previsti dalla contrattazione collettiva nazionale di categoria in favore dei giornalisti titolari di un rapporto di lavoro subordinato, e a redigere l’elenco dei quotidiani, dei periodici, anche telematici, delle agenzie di stampa e delle emittenti radiotelevisive che ne garantiscono il rispetto.

Le inadempienze contestate al ministro di Giustizia

Lo scorso dicembre l’equo compenso è stato riconosciuto per tutte le categorie professionali, ordinistiche o no, con la legge 172/2017. I parametri dei compensi devono ora essere stabiliti con decreti ministeriali, ai sensi della stessa legge 27/2012 con cui sono state finora emanate dal ministro della Giustizia le remunerazioni specifiche degli appartenenti ad altri ordini professionali, ma non dei giornalisti.
Attraverso la diffida, Assostampa Sicilia ha chiesto che il ministero di Giustizia emani finalmente il provvedimento di determinazione dei parametri dei compensi per la professione giornalistica, validi per la liquidazione in sede giudiziaria.

Gli adempimenti richiesti sono atti di ordinaria amministrazione, dovuti per legge, che non vi è motivo non possano essere compiuti anche dall’attuale Governo. Per entrambe le diffide, trascorsi senza esito trenta giorni, il sindacato potrà rivolgersi in sede giudiziaria per fare accertare la sussistenza di violazione di norme vigenti, e chiederne l'applicazione.

 

Tags: lavoro autonomo