Beni per 17 milioni di euro sono stati sequestrati da carabinieri del Ros all'editore Ciancio. Assostampa Sicilia: solidarietà e attenzione per giornalisti e lavoratori
Il sequestro di 17 milioni di euro, a Mario Ciancio Sanfilippo, rappresenta uno snodo cruciale dell'inchiesta che affolla le cronache ormai da molti mesi e che tiene col fiato sospeso centinaia di dipendenti a vario titolo legati all'editore catanese.
L'Associazione siciliana della stampa, nel rispetto delle funzioni e delle prerogative di ciascuno, si schiera compatta al fianco dei colleghi delle redazioni che da sempre hanno svolto il loro lavoro con la massima professionalità e indipendenza di idee, e nel rispetto dei lettori e della deontologia professionale.
Il sindacato regionale dei giornalisti segue con grande attenzione lo sviluppo della vicenda giudiziaria. Alla magistratura va tutta la fiducia possibile: convinti come siamo che debba essere lasciata lavorare nella assoluta serenità e senza alcuna polemica o pressione esterna. Si sollecita, però, anche celerità.
Questa vicenda infatti si snoda su due piani paralleli: quello giudiziario e quello economico-occupazionale. Per questo il sindacato chiede la massima attenzione per le decine di giornalisti e di lavoratori impegnati nelle redazioni e nel settore editoriale nel suo complesso e che adesso, per triste paradosso, rischiano di pagare due volte: il prezzo altissimo della crisi dell'editoria e, ora, l'incertezza del destino aziendale alimentata dal percorso giudiziario in atto.
(ANSA) - PALERMO, 18 GIU - Beni per 17 milioni di euro sono stati sequestrati da carabinieri del Ros all'editore Mario Ciancio Sanfilippo. Il provvedimento, rende noto la Procura, è stato eseguito, in applicazione delle norme antimafia, in una banca Svizzera, dove c'erano depositati titoli e azioni per un valore di circa 12 milioni di euro e in una banca etnea, con il blocco di 5 milioni di euro in contanti. L'editore è indagato per concorso esterno.
(ANSA) - CATANIA, 18 GIU - Il sequestro è stato disposto dal Tribunale di prevenzione di Catania, su richiesta della Dda. Nell'ambito dell'inchiesta sull'editore, si legge in una nota, la Procura di Catania ha delegato indagini patrimoniali per accertare l'esistenza di "fondi detenuti illegittimamente all'estero dal Ciancio". Dalle indagini, "agevolate dalla cooperazione della Procura di Lugano che, in rogatoria, ha acquisito dagli istituti bancari documentazione bancaria rilevante", sono stati "individuati, tra gli altri, depositi bancari in Svizzera, alcuni dei quali schermati tramite delle fiduciarie di Paesi appartenenti ai cosiddetti 'paradisi fiscalì". Altre indagini sono state delegate al nucleo di polizia tributaria di Catania che "ha acquisito movimentazioni bancarie e altre informazioni sulle quali il consulente della Procura, la multinazionale Price Water House Coopers S.p.a., specializzata in revisioni in bilancio, sta ricostruendo il patrimonio del Ciancio negli anni". "La richiesta di sequestro urgente - spiegano dalla Procura - è stata presentata nel momento in cui si è venuti a conoscenza del fatto che Ciancio Sanfilippo Mario aveva dato l'ordine di monetizzare i propri titoli detenuti in Svizzera e di trasferire il ricavato in istituti di credito italiani". "Nella richiesta di sequestro - sottolinea la Procura di Catania - sono stati ricostruiti numerosi affari del Ciancio che risultano infiltrati da Cosa nostra sin dall'epoca in cui l'economia catanese era sostanzialmente imperniata sulle attività delle imprese dei cosiddetti cavalieri del lavoro, tra i quali Graci e Costanzo". "Le indagini - conclude la Procura di Catania - hanno consentito di accertare l'esistenza di una sperequazione non giustificata tra le somme di denaro detenute in Svizzera ed i redditi dichiarati ai fini delle imposte sui redditi in un arco temporale assai ampio". (ANSA).
(ANSA) - PALERMO, 18 GIU - "Il sequestro di 17 milioni di euro, a Mario Ciancio Sanfilippo, rappresenta uno snodo cruciale dell'inchiesta che affolla le cronache ormai da molti mesi e che tiene col fiato sospeso centinaia di dipendenti a vario titolo legati all'editore catanese". Lo afferma l'Associazione siciliana della stampa in una nota. Il sindacato regionale dei giornalisti "nel rispetto delle funzioni e delle prerogative di ciascuno, si schiera compatta al fianco dei colleghi delle redazioni che da sempre hanno svolto il loro lavoro con la massima professionalità e indipendenza di idee, e nel rispetto dei lettori e della deontologia professionale". L'Associazione siciliana della stampa "segue con grande attenzione lo sviluppo della vicenda giudiziaria" ed esprime "tutta la fiducia possibile" alla "magistratura: convinti come siamo - sottolinea - che debba essere lasciata lavorare nella assoluta serenità e senza alcuna polemica o pressione esterna. Si sollecita, però, anche celerità". "Questa vicenda infatti - prosegue la nota - si snoda su due piani paralleli: quello giudiziario e quello economico-occupazionale. Per questo il sindacato chiede la massima attenzione per le decine di giornalisti e di lavoratori impegnati nelle redazioni e nel settore editoriale nel suo complesso e che adesso, per triste paradosso, rischiano di pagare due volte: il prezzo altissimo della crisi dell'editoria e, ora - conclude l'Associazione siciliana dalla stampa - l'incertezza del destino aziendale alimentata dal percorso giudiziario in atto". (ANSA).
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