Congresso Fnsi, il ministro Sangiuliano: «Va sanata la grande piaga del precariato giornalistico»
Per l’esponente del governo Meloni, «bisogna procedere assolutamente alla stabilizzazione dell’occupazione», perché «si è professionisti fino in fondo, quando si ha una garanzia di vita serena anche da un punto di vista economico», ha ammonito.
«Va sanata la grande piaga del precariato giornalistico anche attraverso aiuti economici agli editori». A dirlo è il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano in occasione della giornata di apertura del 29esimo Congresso della Fnsi a Riccione, dal titolo “Informazione è democrazia”.
«Bisogna procedere assolutamente alla stabilizzazione dell’occupazione - ha proseguito -. Il fondo straordinario per gli interventi di sostegno all’editoria è entrato nel vivo del precariato giornalistico, stabilendo che alle imprese editoriali di quotidiani, periodici e agenzie di stampa venga riconosciuto un contributo per la trasformazione di un contratto giornalistico a tempo determinato o di collaborazione coordinata e continuativa in un contratto a tempo indeterminato».
Per il ministro, lui stesso giornalista, «il precariato non aiuta il giornalismo, perché pregiudica la qualità e l'autorevolezza dell’informazione. Si è autorevoli - ha insistito - si è professionisti fino in fondo, quando si ha una garanzia di vita serena anche da un punto di vista economico, questo lo dobbiamo dire con estrema chiarezza».
Poco prima, Sangiuliano aveva fatto una riflessione sul senso del titolo del Congresso, ribadendo che «non c’è diritto individuale delle persone se non c’è libertà di manifestazione del proprio pensiero».
Ha poi evocato non solo l’articolo 21 della Costituzione italiana, ma anche la convenzione europea per la tutela dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali del 1950, la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea del 2000 e la Dichiarazione Universale dei diritti delle Nazioni Unite del 1948.
«Sto anche lavorando a una legge sul libro», ha infine annunciato. Questa legge, ha concluso, «fisserà l’equo canone per le librerie che sono nei centri storici, perché le nostre città e i nostri centri storici si stanno spogliando delle librerie».