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Minacce a Salvo Palazzolo. Solidarietà di Assostampa Sicilia al giornalista nel mirino della mafia per aver 'infastidito' un boss con le sue domande

Salvo Palazzolo

Assostampa Sicilia: “Minacce al giornalista Salvo Palazzolo sono avvertite da tutti i giornalisti siciliani che pongono e si pongono domande per avere risposte. Libertà di stampa è garanzia dei cittadini”.

“Le 'promesse' di colpi di 'mazzuolo' o di 'legno' al giornalista Salvo Palazzolo sono rivolte non soltanto all’attento e scrupoloso collega cronista de la Repubblica, profondo conoscitore delle vicende di mafia, ma vengono avvertite come una minaccia da tutti i giornalisti palermitani e siciliani, che ogni giorno pongono e si pongono delle domande per avere risposte”.
Lo scrive in una nota il segretario regionale Assostampa Siciliana Roberto Ginex. “Il lavoro dei giornalisti alla ricerca di risposte e di verità – prosegue - non sarà certamente rallentato né bloccato dalle affermazioni minacciose dei boss, perché la libertà di stampa è garanzia di tutti i cittadini che desiderano vivere in una terra libera dalla mafia ed il compito dei cronisti è quello di portare alla luce e all’attenzione dei lettori anche i fatti di mafia. L’Associazione siciliana della stampa, sindacato unitario dei giornalisti siciliani - aggiunge Ginex - sta con Salvo Palazzolo e lo invita a proseguire come sempre ha fatto, con la consapevolezza che la comunità dei colleghi è e sarà sempre dalla sua parte. Alla magistratura e alle forze dell’ordine chiediamo che si faccia luce sui contorni che riguardano le minacce a Palazzolo, e un’attenzione particolare affinché la sua attività professionale e la sua vita privata possano continuare serenamente”, conclude.


La Federazione nazionale della Stampa italiana e l'Associazione Siciliana della Stampa esprimono solidarietà al giornalista di Repubblica Salvo Palazzolo, finito ancora una volta nel mirino della mafia per aver 'infastidito' un boss con le sue domande.

«Siamo certi che Palazzolo non si lascerà intimidire dalle nuove minacce e che continuerà con coraggio e dedizione a indagare sul malaffare che deturpa Palermo e la Sicilia. Così come siamo certi che autorità e forze dell'ordine faranno tutto ciò che è necessario per garantire al collega di svolgere in sicurezza il suo lavoro al servizio dei cittadini e del loro diritto a essere informati», affermano Fnsi e Assostampa Siciliana.

«Al clan Inzerillo - scrive Palazzolo su Facebook - non sono piaciute le domande che ho fatto a Passo di Rigano, nel cuore del loro regno. Leggo nel provvedimento della procura che avrebbero voluto darmi due colpi di mazzuolo. Leggo pure che mi considerano 'un crasto'. Si rassegnino. I cronisti di Palermo, sono davvero tanti, continueranno a fare le loro domande. Una soprattutto: dov'è nascosto il tesoro degli Inzerillo?».