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Estorsioni a Palermo: Helg smentisce portata denuncia Confindustria e mette in dubbio l’operato del giornalista. Interviene il Comitato di redazione.

Giuseppe Todaro, ConfindustriaGiuseppe Todaro, delegato per la Legalità di Confindustria Palermo, in un intervista pubblicata sul Giornale di Sicilia denuncia che il 90% dei commercianti del “salotto buono” paga il pizzo, ma se i singoli imprenditori vengono convocati dalle forze dell’ordine per testimoniare, non ammettono di esserne vittima. Il Presidente della Camera di Commercio, Roberto Helg interviene prontamente per smentire la vastità del fenomeno estorsivo, mettendo in dubbio che il giornalista abbia riportato correttamente le dichiarazioni di Todaro.
Roberto Helg, presidente Camera di Commercio PalermoTralasciando l’ovvia considerazione che l’esistenza del racket del pizzo è un fenomeno conclamato, gravissimo e devastante quale che sia l’esatta percentuale delle estorsioni formalmente accertate, il Comitato di redazione del Giornale di Sicilia interviene invece spiegando in una nota riportata dall’Ansa di trovare anomali alcuni aspetti nella vicenda: «Le dichiarazioni del locale presidente della Camera di commercio Roberto Helg incarnano due assolute anomalie. La prima: Helg smentisce un'intervista sul Giornale di Sicilia che non ha rilasciato lui. Infatti, l'ha rilasciata Giuseppe Todaro, delegato per la legalità di Confindustria che però non smentisce affatto. È la prima volta che accade in 200 anni di giornalismo. Seconda anomalia: il locale presidente della Camera di commercio ha chiuso le sue attività per fallimento, continuando a rappresentare gli altri imprenditori che invece le mantengono in vita. Non ci risultano altri casi simili».
Alessandro Albanese, presidente Confindustria Palermo«Confermo in pieno e sostengo le parole di Todaro che condivido - dice Alessandro Albanese, presidente Confindustria Palermo in un intervista all’Adnkronos - L'intervista riporta le parole di Todaro. Ribadisco che gli uomini di Confindustria non hanno bisogno di ribalte e siamo consapevoli che le cose vadano fatte con un fronte comune, che noi abbiamo sempre auspicato. L'articolo va comunque contestualizzato e fa riferimento a una indagine in particolare sul 'salotto' buono di Palermo. Molti commercianti non hanno ammesso di pagare il pizzo».

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