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Connessioni 'Ndrangheta-Massoneria in Calabria / Rinviati a giudizio anche la giornalista Teresa Munari e il prete-giornalista don Pino Strangio ex consigliere nazionale della Fnsi

massoneria italianaIl gup di Reggio Calabria ha rinviato a giudizio 40 imputati nel processo «Ghota» tra i quali il sen. Antonio Caridi (Gal), l’ex parlamentare Psdi Paolo Romeo, l’ex sottosegretario della Giunta regionale di centrodestra Alberto Sarra,  l’ex presidente della Provincia Giuseppe Raffa, l’ex magistrato Giuseppe Tuccio.  Tra gli imputati eccellenti anche due giornalisti: l’ex rettore del Santuario della Madonna della Montagna di Polsi don Pino Strangio, giornalista pubblicista ed ex consigliere nazionale della Fnsi, e la giornalista professionista, collaboratrice del “Garantista”, Teresa Munari. Caridi, Romeo e Sarra sono accusati di avere fatto parte della cupola degli «invisibili» della 'ndrangheta.

 (ANSA) - REGGIO CALABRIA, 9 MAR - Tra le persone per le quali il gup Antonino Laganà ha disposto il giudizio, figurano anche  lo psichiatra Rocco Zoccali, l'avv. Antonio Marra, l’ex dirigente del settore Lavori pubblici del comune di Reggio Calabria Marcello Cammera. L’inizio del processo è stato fissato per il 20 aprile.
 Con il rito abbreviato saranno giudicati, invece, a partire dal 29 marzo, l’avv. Giorgio De Stefano, l’ex vicepresidente di Fincalabra spa Nuccio Idone, l’imprenditore Angelo Frascati, l'avv. Paola Colombini, l’ex sindaco di Villa San Giovanni Antonio Messina, il pentito Roberto Moio, il medico chirurgo Giovanni Pellicano, il commercialista Giovani Zumbo, insieme ad esponenti della 'ndrangheta di Reggio Calabria.
 L’inchiesta «Gotha» sintetizza cinque diversi filoni investigativi noti con i nomi di «Mammasantissima», "Sistema Reggio», «Fata Morgana», «Reghion» e «Alchimia».
 Secondo l’accusa, Caridi - detenuto dall’agosto scorso - Giorgio De Stefano, cugino del capo storico dell’omonima cosca Paolo ucciso nel 1985 nella guerra di mafia, Romeo, ritenuto l'anima «grigia» di Reggio e già condannato in passato per concorso esterno, Sarra ed il dirigente della Regione Francesco Chirico, indicato come elemento di spicco dei De Stefano, sarebbero stati componenti di quella struttura segreta legata alla massoneria che, ponendosi al vertice della piramide 'ndranghetista, interagiva sistematicamente e riservatamente con politica, istituzioni, mondo imprenditoriale e bancario e condizionava ogni tipo di elezione nella provincia di Reggio.
 struttura all’interno della quale, hanno scritto i pm nella loro richiesta di rinvio a giudizio, Caridi era «partecipe qualificato», fruendo dell’appoggio dei De Stefano «in tutte le elezioni alle quali ha preso parte», operando «in modo stabile, continuativo e consapevole a favore del sistema criminale di tipo mafioso che agevola mediante l’uso deviato del proprio ruolo pubblico». (ANSA).
 
 Si tratta di un processo «storico» dal momento che per la prima volta lo Stato italiano processerà quegli «invisibili» legati ad ambienti massonici, che, secondo l’accusa, avrebbero dettato la linea strategica alle cosche della 'ndrangheta sin dagli anni '70 riuscendo anche a coordinare tutte le operazioni criminali in Italia ed all’estero non solo della 'Ndrangheta ma anche delle altre mafie storiche - Cosa Nostra, Camorra e Sacra Corona Unita - definendo le strategie criminali di massimo livello.
 Secondo l’accusa, Caridi - detenuto dall’agosto scorso dopo che il Senato ha concesso l’autorizzazione all’arresto - Giorgio De Stefano, cugino del capo storico dell’omonima cosca Paolo ucciso nel 1985 nella guerra di mafia; Romeo, ritenuto l’anima "grigia» di Reggio e già condannato in passato per concorso esterno; Sarra ed il dirigente della Regione Francesco Chirico, indicato come elemento di spicco dei De Stefano, sarebbero stati componenti di quella struttura segreta legata alla massoneria che, ponendosi al vertice della piramide 'ndranghetista, interagiva sistematicamente e riservatamente con politica, istituzioni, mondo imprenditoriale e bancario e condizionava ogni tipo di elezione nella provincia di Reggio. Una struttura all’interno della quale Caridi, hanno detto i pm, era «partecipe qualificato», fruendo dell’appoggio dei De Stefano «in tutte le elezioni alle quali ha preso parte», operando «in modo stabile, continuativo e consapevole a favore del sistema criminale di tipo mafioso che agevola mediante l’uso deviato del proprio ruolo pubblico».
 
 Al rinvio a giudizio si è giunti dopo anni di indagini e la rilettura, da parte dei magistrati e dei carabinieri del Ros, di migliaia di carte di inchieste passate. Un lavoro compendiato nell’inchiesta Gotha che sintetizza cinque diverse indagini coordinate da Cafiero de Raho, dall’aggiunto Gaetano Paci e dai pm Roberto Di Palma, Giulia Pantano, Giuseppe Lombardo, Stefano Musolino e Walter Ignazitto, e note con i nomi di "Mammasantissima», «Sistema Reggio», «Fata Morgana», «Reghion» e "Alchimia».