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LA “CARTA DI FIRENZE”
SUL PRECARIATO GIORNALISTICO
L’ESPOSTO ALL'ORDINE REGIONALE: COME FARLO

La “Carta di Firenze (Della deontologia sulla precarietà nel lavoro giornalistico)”, fondata su numerosi principi costituzionali, legislativi e norme internazionali in materia, stabilisce delle norme di comportamento ispirate alla solidarietà tra colleghi - freelance, precari e contrattualizzati - ed ha come particolare oggetto la tutela dei diritti dei giornalisti non contrattualizzati come dipendenti. Ecco un modello di esposto-tipo da presentare all'Ordine regionale (segue)

CARTA DI FIRENZE, VIOLATA IN TUTTA LA SICILIA: INTERVIENE L'ORDINE DEI GIORNALISTI
L'Ordine di Sicilia sulle violazioni della Carta di Firenze scrive ai direttori e coordinatori di testata: "Ulteriori comportamenti fuori dalle regole, che ricadono anche sotto la tua responsabilità di direttore/coordinatore, non saranno ancora tollerati" (segue)

EQUO COMPENSO:
È DIRITTO, È LEGGE

Entra in vigore la legge sull'equo compenso a tutela dei giornalisti freelance e collaboratori precari (segue)

 

Assostampa Romana
pubblica una guida
per il giornalista freelance

"Giornalista fai da te, vademecum per il lavoro autonomo e parasubordinato" è il nome della pubblicazione realizzata dalla Consulta Feeelance dell'Associazione Stampa Romana a cura di Natalia Marra e Maria Giovanna Faiella.
E' una vera e propria guida che fornisce chiarimenti e risposte a tantissimi problemi "pratici" che riguardano i freelance.(segue)

 

 

Uffici stampa nelle Regioni:
46 giornalisti nel Lazio, 38 in Piemonte
La Sicilia, dopo i 21 licenziamenti,
l’unica senza un ufficio stampa

Ecco tutti i dati che il presidente della Regione Sicilia Crocetta
non conosce o finge di non conoscere

La Sicilia è l’unica Regione in Italia che non dispone di un ufficio stampa. Il triste e singolare primato va ascritto al presidente Rosario Crocetta il quale, nel novembre dello scorso anno, ha deciso di azzerare l’ufficio stampa e documentazione della Presidenza della Regione che aveva una storia lunga 36 anni.
Lo ha fatto con un gesto sprezzante e unilaterale, sottraendosi a qualsiasi confronto sindacale e istituzionale, con una semplice lettera con la quale ha licenziato in tronco 21 giornalisti ai quali la Regione – nel pieno rispetto delle leggi vigenti e di precisi accordi sindacali, anche di secondo livello - aveva applicato e riconosciuto l’articolo 1 del contratto nazionale di lavoro giornalistico (Fnsi-Fieg), con la qualifica di redattore capo.
Va sottolineato, per altro, che il licenziamento in tronco dei 21 giornalisti ha avuto effetto – caso forse unico in Italia – retroattivo. Ovvero Crocetta ha notificato il 6 dicembre, con lettera raccomandata, che il rapporto di lavoro si doveva intendere concluso alla data del suo insediamento, ovvero 40 giorni prima.
La causa del licenziamento in tronco sostenuta da Crocetta riguarderebbe la natura del rapporto di lavoro con i giornalisti che sarebbe stato di natura esclusivamente fiduciaria. Questo avrebbe permesso al presidente neo eletto di troncare – con preavviso solo televisivo, come lui ama spesso fare – il rapporto di lavoro con giornalisti che, in alcuni casi, erano in servizio da venticinque anni e che avevano lavorato alle dipendenze di oltre una decina di presidenti delle più diverse estrazioni politiche e partitiche.
Da novembre ad oggi il presidente Crocetta ha annunciato decine di volte che avrebbe rimesso in piedi l’ufficio stampa da lui azzerato ma fino ad ora si è trattato sempre di dichiarazioni che non hanno avuto alcun esito. E’ certo che, sino a questo momento, Crocetta non ha pubblicato alcun bando per la selezione dei giornalisti dell’ufficio stampa della Presidenza, né ha reso pubblici i criteri di questa annunciata selezione.
Mentre la Regione Siciliana, pur avendo fatto lievitare di oltre 2,5 milioni in un anno la previsione di spesa per la comunicazione, resta – unica in Italia – priva di un ufficio stampa, il presidente continua la sua politica fatta di proclami e di comunicazione a senso unico. I comunicati partono dalla sua mail personale (presidente.crocetta@regione.sicilia.it) o da quella degli assessori e per questo motivo, dopo la denuncia dell’Ordine dei giornalisti e dell’Associazione siciliana della Stampa, la Procura della Repubblica di Palermo ha aperto un fascicolo con l’ipotesi di esercizio abusivo della professione giornalistica.
Al contempo Crocetta, grazie ad un gruppo di collaboratori il cui rapporto col presidente non è mai stato ufficializzato né sono stati resi noti i termini contrattuali, mantiene una presenza costante sui social network che narrano quotidianamente le sue gesta.
Tutto ciò conferma alcune cose che appaiono incontestabili. La prima: Crocetta si è garantito la sua comunicazione personale ma ha azzerato la comunicazione istituzionale dell’Ente che presiede pro tempore.
La seconda: Crocetta dimostra di non riuscire a fare una chiara differenza tra comunicazione e informazione. E in questo disattende clamorosamente la legge 150 del 2000 che in Sicilia prevede che le pubbliche amministrazioni siano dotate di un ufficio stampa che informi correttamente e con trasparenza i cittadini sulle attività dell’Ente.
La terza: Crocetta non riesce a fare una differenza tra la sua attività personale e quella istituzionale, tra la sua attività di politico e quella di presidente della Regione, finendo per cancellare quasi del tutto l’attività della Regione.
L’ultima osservazione – ma non per questo meno importante – riguarda la composizione numerica degli uffici stampa delle varie Regioni italiane. Crocetta ha sempre sostenuto che 21 giornalisti (i quali – è bene ricordarlo - lavoravano non solo per la presidenza ma anche per i 12 assessorati, i 28 dipartimenti regionali e confezionavano anche un tg web) erano troppi, e dunque rappresentavano uno spreco per la sua amministrazione. Aggiungendo che nessun ufficio stampa in Italia aveva lo stesso numero di dipendenti. I dati invece – ancora una volta – smentiscono l’ennesima notizia errata data dal presidente. Nel Lazio i giornalisti sono 46, in Piemonte 38, in Lombardia 33, in Emilia 31 e in Trentino 29. Persino la Valle d’Aosta ne ha 6. In Sicilia, tristemente, il dato è 0.
Rispetto a questi numeri ufficiali e all’obbligo per la Regione di dotarsi di un ufficio stampa le ipotesi sono solo due: o Crocetta ignora tutto ciò, o finge di ignorarlo. In entrambi i casi è tutto davvero molto, molto triste. Per lui ma, soprattutto, per i siciliani.

Tabelle di distribuzione degli addetti stampa nella Pubblica Amministrazione, distinti per contratto ARAN o CNLG

Addetti stampa in Italia per territorio regionale (link)

Addetti stampa in Italia per amministrazioni provinciali (link)

Addetti stampa di Giunte e presidenze di regioni (link)

Addetti stampa in Sicilia, per province e comuni (link)

 

 

Chi è il giornalista freelance

La definizione di freelance contenuta nel documento elaborato in seno al Consiglio nazionale dell'Ordine dei giornalisti che ha accompagnato la proposta di istituzione dell’ “elenco freelance” nell’Albo gestito dall’Odg. (segue)

Lettera aperta ai direttori e CdR delle testate siciliane sul lavoro giornalistico precario

Questa lettera denuncia l’umiliante e vergognosa situazione professionale in cui sono costretti a vivere i giornalisti precari, comunque chiamati: collaboratori esterni, lavoratori autonomi o “freelance”.
I luoghi dove le aziende editrici riescono ad imporre questa situazione di sfruttamento e mortificazione della dignità dei lavoratori sono le redazioni dei giornali.(segue)

Accordo collettivo nazionale
lavoro autonomo
Fieg-Fnsi

[link]

Le tipologie di lavoro
giornalistico autonomo

Vademecum dell'INPGI
sui co.co.co.
[link]

Ai giornalisti non si applica il co.co.pro.
[link]

Uffici stampa pubblici: tre aspetti che riguardano la precarietà nel lavoro giornalistico

Esaminando le problematiche che riguardano gli uffici stampa ed il lavoro giornalistico precario emergono tre aspetti di rilievo: i casi di elusione dell'incompatibilità di legge; la possibilità per i lavoratori autonomi di una deroga al divieto di commistione; la formulazione dei bandi di selezione. (segue)

ORDINE DEL GIORNO SUL LAVORO AUTONOMO
APPROVATO AL XXVI CONGRESSO DI BERGAMO

[Link]

 

 
   

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