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 Notiziario


 

Fake news contro Riccardo Arena, solidarietà Assostampa: "Accuse false quanto vergognose"

riccardo arena mostra tony gentileL’Associazione siciliana della stampa è solidale con il collega Riccardo Arena, cronista di giudiziaria del Giornale di Sicilia ed ex presidente dell’Ordine dei giornalisti di Sicilia, bersaglio di un attacco personale e diretto da parte del blog Italy Flash che, affastellando un confuso e invidiabile campionario di fake news, lo definisce come «“capo” delle pagine di giudiziaria» del suo quotidiano, «molto vicino agli ambienti dell’antimafia di Lumia e compagni», che per lui sarebbero «vecchi amici e gli amici si rispettano»; e ancora, viene indicato come appartenente alla schiera dei «giornalisti affiliati all’esercito dell’antimafia parolaia che, probabilmente un giorno sapremo magari essere stata a libro paga di questi potenti» e infine come esponente dell’ «antimafia di potere». Accuse false quanto vergognose: Arena non è capo di un bel niente, non ha potere decisionale sulla trattazione e sulla collocazione delle notizie, men che meno di quelle che non scrive lui, ed è notorio, per chi ha anche solo lontanamente bazzicato gli ambienti professionali, come non sia mai stato considerato vicino ad alcuna antimafia, men che meno a quella cosiddetta parolaia.
La strumentalità dell’attacco è evidente: un blog di disinformazione usa l’arma della calunnia e dei fake per tentare di screditare un giornalista che ha sempre fatto il proprio dovere e che non avrebbe bisogno di essere sostenuto, se non fosse per gli insistiti, vendicativi e minacciosi riferimenti alla sua attività passata di presidente dell’Ordine, che ha garantito la tenuta della categoria in un modo che evidentemente non è piaciuto a qualcuno, ma che ha incontrato e incontra ancor oggi il pieno sostegno del sindacato dei giornalisti.

Giunta Fnsi: "Le vicende giudiziarie dell’editore Ciancio vanno tenute distinte dalla prospettiva professionale dei giornalisti delle sue testate"

La Giunta nazionale della Fnsi e la Consulta delle Associazioni regionali di stampa, riunite a Roma, esprimono profonda preoccupazione per la vicenda delle testate giornalistiche del gruppo Domenico Sanfilippo editore, il quotidiano “La Sicilia” e “la Gazzetta del Mezzogiorno” e le emittenti televisive, coinvolte nel sequestro e confisca dei beni all’editore Mario Ciancio Sanfilippo, nel contesto di un procedimento penale ancora in corso.

logo la sicilia “In questo momento di difficoltà delle testate e dei colleghi della Sicilia, della Puglia e di Basilicata che lavorano con impegno e passione respingiamo ogni forma di strumentalizzazione e tentativo di linciaggio delle redazioni. I giornali sono, prima di tutto, di proprietà dei lettori che desiderano essere informati e che sono affezionati ai loro quotidiani e dei giornalisti i quali ogni giorno concorrono a confezionarli con enormi sacrifici dovuti ai tagli del personale, per questo va respinto ogni tentativo di indebolire l’autonomia, la libertà e la prospettiva di redazioni che in questi anni hanno raccontato con onestà, con professionalità e con la schiena dritta le complessità politiche e sociali dei rispettivi territori, garantendo il diritto all’informazione in tre importanti regioni del Mezzogiorno.

La Giunta Fnsi condivide le preoccupazioni di tutti i colleghi del gruppo per il futuro delle testate e per il mantenimento dei livelli occupazionali che sinora hanno garantito, grazie a un continuo impegno sul campo, la realizzazione di un prodotto al passo con le complesse sfide professionali che il mercato impone. Le vicende giudiziarie dell’editore Ciancio vanno tenute distinte dalla prospettiva professionale dei giornalisti delle sue testate. La Giunta Fnsi rinnova all’autorità giudiziaria e agli amministratori chiamati a guidare le aziende l'invito a tenere presente la specificità dell’impresa giornalistica e la necessità di una interlocuzione costante con gli organismi rappresentativi dei giornalisti, nell’ottica di un rilancio delle testate e della salvaguardia dell’occupazione.

Roma, 16 ottobre 2018

Il segretario regionale Associazione Siciliana della Stampa Roberto Ginex
Il segretario regionale Associazione della Stampa di Puglia Bepi Martellotta
Il segretario regionale dell’Associazione Stampa della Basilicata Umberto Avallone

Uffici stampa, il sindacato dei giornalisti incontra il sindaco di Piazza Armerina

Piazza ArmerinaENNA. Il segretario regionale e quello provinciale dell’Assostampa siciliana, sindacato unitario dei giornalisti, Roberto Ginex e Josè Trovato, hanno incontrato il sindaco di Piazza Armerina Nino Cammarata per sollecitare l’istituzione nell’ente di un ufficio stampa, ai sensi della legge 150/2000. Nel corso dell’incontro, il segretario regionale Ginex ha illustrato la normativa vigente e l’importanza di un ufficio stampa del Comune, da istituire attraverso un bando di concorso, così come prevede la legge; aprendolo a tutti i giornalisti iscritti all’Ordine, unici titolati a rivestire l’incarico di addetto stampa. È emersa la disponibilità del primo cittadino a una collaborazione con il sindacato, al fine di procedere, per un periodo transitorio, quanto meno alla nomina di un portavoce. Il segretario regionale dell'Assostampa siciliana ha passato in rassegna le peculiarità e i limiti della figura del portavoce, rispetto a quella di un addetto stampa. Tuttavia, al momento, per ragioni di carattere esclusivamente finanziario, questa strada appare come la più percorribile. Dal canto suo, il segretario provinciale ha evidenziato l’esito positivo delle analoghe trattative già intraprese dalla segreteria provinciale con le amministrazioni di Troina e Enna, concluse con la nomina di giornalisti all’interno degli enti locali. Nei prossimi giorni il primo cittadino della Città dei Mosaici approfondirà il tema con gli uffici del Comune. Seguirà un vertice operativo nei prossimi mesi. “Ringraziamo il sindaco Cammarata – affermano Ginex e Trovato – per la disponibilità mostrata nel corso dell’incontro. Ci ha fatto piacere condividere con il primo cittadino, sensibile al tema, un presupposto fondamentale: l’informazione degli enti pubblici deve essere affidata ai giornalisti, il cui ruolo è cruciale per garantire ai cittadini il diritto di essere informati, con autorevolezza e professionalità”.

Assostampa Sicilia: vicende giudiziarie Ciancio distinte dalla prospettiva professionale dei giornalisti

prima pagina la siciliaLa Giunta esecutiva dell’Associazione Siciliana della Stampa, riunita a Palermo insieme ai segretari provinciali, esprime profonda preoccupazione per la vicenda delle testate giornalistiche, in particolare il quotidiano “La Sicilia” e le emittenti televisive, coinvolte nel sequestro e confisca dei beni all’editore Mario Ciancio Sanfilippo nel contesto di un procedimento penale ancora in corso.

In questo momento di difficoltà delle testate vanno intanto stigmatizzate alcune prese di posizione circolate sui social e sui mezzi di informazione che hanno l’esclusivo sapore della strumentalizzazione e hanno avviato un tentativo di linciaggio delle redazioni che il sindacato respinge con forza. I giornali, prima di tutto, sono di proprietà dei lettori e dei giornalisti che ogni giorno concorrono a confezionarli, per questo va respinto ogni tentativo di indebolire l’autonomia, la libertà e la prospettiva di redazioni che in questi anni hanno raccontato con professionalità le complessità politiche e sociali della Sicilia.

L’Associazione Siciliana della stampa condivide le preoccupazioni dei redattori per il futuro delle testate e per il mantenimento dei livelli occupazionali che sinora hanno garantito, grazie a un continuo impegno sul campo, la realizzazione di un prodotto assolutamente al passo con le complesse sfide professionali che il mercato impone. Le vicende giudiziarie dell’editore Ciancio vanno tenute distinte dalla prospettiva professionale dei giornalisti delle sue testate. Per questo il sindacato regionale dei giornalisti chiede alle autorità giudiziarie e agli amministratori che avranno il compito di guidare le aziende di tenere presente la specificità dell’impresa giornalistica e la necessità di una interlocuzione costante con gli organismi rappresentativi dei giornalisti.

Dopo esposto Assostampa alla Corte dei Conti revocato incarico giornalista al Parco di Selinunte


Selinunte, tempio C“Avevamo ragione quando denunciavamo che l’affidamento diretto per l’incarico professionale per l’attività di addetto stampa e comunicazione emanato lo scorso giugno dal direttore del Parco archeologico di Selinunte, era palesemente illegittimo e andava ritirato”. Il segretario regionale dell’Assostampa Roberto Ginex e quello provinciale Vito Orlando commentano così la revoca in autotutela della delibera da parte di quella amministrazione.

L’Assostampa di Trapani aveva presentato un esposto alla procura della Corte dei Conti, inviato per conoscenza all’assessore regionale ai Beni culturali Sebastiano Tusa, per una delibera che prorogava per quattro mesi, per la somma di 10 mila euro iva compresa, un affidamento diretto a un giornalista pubblicista iscritto all’Ordine dei giornalisti della Campania, somma non comprensiva di “spese di vitto, alloggio e viaggio, afferenti il presente incarico”, di un precedente affidamento trimestrale di 3.750 euro. La previsione per i residenti fuori sede del rimborso delle spese di viaggio, vitto e alloggio, secondo Assostampa, poteva incorrere nell’ipotesi del reato di danno erariale. Delibera che non faceva inoltre riferimento alla legge 150/2000 che disciplina le attività di informazione e comunicazione nella pubblica amministrazione, ma al Codice dei Contratti. Su un quotidiano il direttore del parco Enrico Caruso aveva replicato con un eloquente: “Facciano pure, avevamo bisogno di un salto di qualità nel settore della comunicazione”.

Invece è seguito l’intervento del Dipartimento regionale dei Beni Culturali che con nota del 30 agosto scorso ha notificato al direttore del Parco che “il provvedimento è stato adottato in violazione della legge, pertanto entro 5 giorni dal ricevimento della presente si dovrà procedere all’annullamento dello stesso”.

“Oltre ai doverosi ringraziamenti all’assessore Tusa per l’intervento – concludono Ginex e Orlando – questo è il giusto riconoscimento alla nostra azione perché di fronte a violazioni di legge nel settore dell’informazione pubblica, si può e si deve intervenire”.

 

Si apre anche in Sicilia lo sportello Inps per giornalisti

Firma protocollo Inps AssostampaFirmato stamane a Palermo il protocollo d’intesa tra l’Inps, Direzione per la Sicilia, e l’Associazione Siciliana della Stampa/FNSI, con il quale viene istituito, pure nell’isola, un punto di rapporto e consulenza gestito dall’Inps per i giornalisti, che hanno avuto, ed hanno, una contribuzione previdenziale ‘mista’ anche all’INPS. Condizione che può rilevarsi determinante sulla possibilità e sui tempi per poter andare in pensione, specie in materia di “riscatti” e ricongiunzioni di periodi di lavoro giovanili, o comunque antecedenti all’iscrizione all’INPGI, e a cui un lavoratore dipendente non ha prestato la dovuta cura ed attenzione alle proprie questioni amministrative e previdenziali. Il protocollo è stato siglato dal Direttore regionale dell’Inps Sergio Saltalamacchia e dai componenti della giunta regionale dell’Assostampa, Massimo Bellomo Ugdulena e Roberto Leone, alla presenza del Segretario regionale dell’Assostampa Roberto Ginex.
“Da sempre i nostri uffici collaborano proficuamente con gli organismi di categoria dei giornalisti (FNSI, Ordine, INPGI) ” ha sottolineato Sergio Saltalamacchia, Direttore regionale Inps per la Sicilia. “Perciò abbiamo accolto con estremo favore la proposta dei giornalisti di istituire “uno sportello virtuale dedicato ai giornalisti siciliani, un rapporto di consulenza dedicato per la trattazione delle problematiche di maggiore complessità, in materia di pratiche di prestazioni pensionistiche di precipua competenza INPS. Questioni sulle quali i giornalisti segnano una scarsa consuetudine essendo normativamente iscritti all’INPGI, con il quale il nostro Istituto vanta un rapporto di interazione ottimale ed eccellente”.
“Al punto di consulenza regionale INPS, i giornalisti siciliani, potranno accedere con una procedura di secondo livello, attraverso il coordinamento ed il supporto dell’Assostampa regionale siciliana” - hanno spiegato Massimo Bellomo Ugdulena e Roberto Leone della Giunta esecutiva regionale - “in modo tale da poter continuare a definire le pratiche con le sedi Inps provinciali, portando solo quelle più complesse a un livello di attenzione regionale. Con particolare riferimento alle specificità di inquadramento normativo dei giornalisti prima e dopo il 1987, prima e dopo il 1996. Si tratta di una iniziativa che conferma il nostro impegno strategico a tutela e a sostegno dei colleghi – sia quelli over 50 alle porte della pensione che di quelli più giovani ma poco attenti alla materia previdenziale, a volte, antecedente al loro ingresso nella categoria - specie nella negativa e complessa congiuntura storica ed economica del comparto editoriale e della professione giornalistica che stiamo vivendo negli ultimi anni, in un contesto sociale e generale di crisi”.
“Vogliamo dare corpo anche così – sottolinea Roberto Ginex – alle deliberazioni del recente congresso di Enna, sull’importanza di sostenere di fornire e gestire un’ampia gamma di nuovi servizi agli iscritti, per contribuire al miglioramento della qualità della loro vita, facendo loro percepire sempre più concretamente di essere rappresentati e tutelati al meglio possibile dai nostri organismi di categoria”.

 

Sequestro giornali e tv gruppo Ciancio, FNSI e Assostampa Regionali: «Preoccupazione per futuro delle testate e posti di lavoro»

mario ciancioLa Federazione nazionale della Stampa italiana, l'Associazione Siciliana della Stampa, l'Associazione della Stampa di Puglia e l'Associazione della Stampa di Basilicata esprimono preoccupazione per il sequestro del quotidiano "La Sicilia", della maggioranza delle quote azionarie della "Gazzetta del Mezzogiorno" e delle emittenti televisive Telecolor e Antenna Sicilia, disposto Tribunale di Catania su richiesta della Dda nei confronti dell'editore Mario Ciancio Sanfilippo.
Ferme restando le esigenze di indagine e nel rispetto dell'attività degli inquirenti, il sindacato dei giornalisti non può non evidenziare il rischio che tale provvedimento possa mettere a repentaglio la sopravvivenza di aziende editoriali che rappresentano un patrimonio per l'informazione nel Mezzogiorno. Per questo auspica che la situazione venga chiarita e si risolva in tempi brevi e che, nel frattempo, l'attività di gestione dei commissari giudiziari nominati per garantire la continuità delle aziende non pregiudichi l'autonomia delle testate e il regolare svolgimento delle attività redazionali, assicurando la piena operatività anche sotto il profilo del rispetto dei diritti e delle prerogative dei giornalisti e degli altri lavoratori.
Il sindacato dei giornalisti si attiverà da subito per incontrare i commissari giudiziari e chiedere garanzie sulla tutela delle testate e sulla salvaguardia dei livelli occupazionali.

Manifesto Assostampa Siracusa contro fake news e fake journalism

Manifesto contro fake news Assostampa Siracusa

Un manifesto contro le fake news ma, soprattutto, contro il fake journalism. È il documento presentato questa mattina, nella sede di Confindustria, dall’Assostampa di Siracusa. Due pagine, sottoscritte già da 35 giornalisti siracusani, rivolte ad istituzioni, enti ed imprese presenti sul territorio.

Un richiamo al ruolo, con doveri e diritti, del giornalista e, quindi, dell’informazione normata dalla Legge, fino alla diffusione di notizie non verificabili sui social e spesso veicolate da persone non iscritte all’Ordine, che non riescono a mediare professionalmente quanto raccontano.

«Nessuna campagna di autunno – ha sottolineato il segretario provinciale di Assostampa, Prospero Dente, accompagnato da Alessia Zeferino e Gaetano Guzzardo, componenti di segreteria -, soltanto l’esigenza di ribadire alcuni concetti base che sembrano sfuggire ad alcuni soggetti, delle istituzioni, della politica e delle stesse imprese datoriali locali, che continuano a giocare al “piccolo giornalista”. Atteggiamenti che, in molti casi, possono alimentare, alla stregua delle fake news, comportamenti sociali errati e pericolosi.

La professione di giornalista, se ne facciano tutti una ragione, - ha aggiunto Dente – ha avuto legittimazione costituzionale grazie alla storia e a numerose sentenze. Per questo, insieme ad alcune richieste ben precise a tutti i soggetti in indirizzo, ci attiveremo per una seria e condivisa formazione ed informazione a quanti riterranno di volersi confrontare con il nostro Ordine professionale e, quindi, con la nostra categoria. Informare è un ambito professionale e, per questo, deve essere affidato ad un professionista del settore.

La sfida è contro le notizie false – ha concluso il segretario di Assostampa -, l’impegno è contro falsi e finti giornalisti. Questo a tutela dei cittadini e di quanti pensano di trovare informazioni sui social.»

«Uno strumento importante che apre un nuovo percorso di responsabilità sociale – ha aggiunto Carmelo Miduri, giornalista che ha contribuito alla redazione del manifesto – Ci sono indicazioni ben precise che saranno preziose in ambito provinciale. Un passo in avanti per l’attività sindacale che ribadisce il ruolo della categoria rappresentata e si rivolge alle aziende del territorio. La dimostrazione di una grande responsabilità che si è già manifestata nell’adesione al Patto sociale lanciato da Confindustria. I giornalisti, responsabili e autonomi e scevri da qualsiasi condizionamento, pronti a dare il proprio contributo allo sviluppo della provincia.»

E di comunicazione si parlerà sicuramente in uno dei prossimi incontri tematici del tavolo per il Patto sociale, così come sottolineato dal presidente di Confindustria, Diego Bivona.

«I giornalisti rivestono un ruolo importante nella crescita culturale ed economica di un territorio – ha sottolineato – Al tavolo abbiamo più volte parlato di quante conseguenze possono causare le fake news.

Il ruolo di grande responsabilità dei giornalisti saprà essere da ulteriore pungolo perché si evitino quelle disinformazioni che in passato hanno creato confusione tra le popolazioni.»

Il documento è, da questa mattina, a disposizione di tutti i colleghi – non soltanto quelli iscritti ad Assostampa – per la firma e, quindi, la condivisione.

manifesto contro fake news

Perquisita la casa del giornalista Salvo Palazzolo, Fnsi e Assostampa Sicilia al fianco del collega

Salvo Palazzolo

Ancora un giornalista indagato per aver dato una notizia. Cioè per aver svolto il proprio dovere di informare i cittadini. Questa volta è successo a Palermo, al cronista di Repubblica Salvo Palazzolo, la cui casa è stata perquisita, il cui telefono è stato sequestrato, il cui computer è stato passato al setaccio.
La Federazione nazionale della Stampa italiana e l'Associazione Siciliana della Stampa sono al fianco del collega Palazzolo, a cui la procura di Catania contesta di aver 'rivelato notizie' nell'articolo con cui a marzo diede atto della chiusura dell'inchiesta sul depistaggio del pentito Vincenzo Scarantino nell'ambito delle indagini sulla strage Borsellino.
«È in corso in tutta Italia un attacco durissimo contro la libertà di informazione e contro i cronisti liberi che con il loro lavoro garantiscono ai cittadini il diritto ad essere informati. La perquisizione e il sequestro del telefono, oltre che l'accesso ai dati contenuti nel computer, rappresentano una grave violazione del diritto alla tutela delle fonti e del segreto professionale. Le fughe di notizie e le presunte violazioni del segreto istruttorio non possono essere contestate ai giornalisti, il cui dovere è quello di pubblicare tutto quello che ha rilevanza per l'opinione pubblica, non certo quello di nascondere le notizie. Chiediamo alle autorità di fare subito chiarezza su quanto accaduto e torniamo a sollecitare al governo un intervento deciso e risolutivo a tutela del segreto professionale», commenta il sindacato.

Un albero per il maresciallo Calogero Di Bona nel Giardino della memoria di Palermo

Stamane la piantumazione, alla presenza dei familiari del sottufficiale della polizia penitenziaria ucciso dalla mafia nel 1979 e del sottosegretario di Stato alla Giustizia, Jacopo Morrone

Calogero Di BonaUn albero per il maresciallo della polizia penitenziaria Calogero Di Bona, ucciso dalla mafia il 28 agosto del 1979, nel Giardino della Memoria di Palermo. La piantumazione ha avuto luogo stamane alla presenza della vedova Rosa Cracchiolo e dei figli Ivan, Alessandro e Giuseppe. Tra gli altri hanno partecipato all’evento il sottosegretario di Stato alla Giustizia, Jacopo Morrone, il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, il vice-sindaco del capoluogo isolano, Sergio Marino, il provveditore regionale dell’Amministrazione penitenziaria, Gianfranco De Gesu, il comandante provinciale della Guardia di finanza, Giancarlo Trotta, il capocentro della Dia di Palermo, colonnello Antonio Amoroso, il segretario regionale dell’Assostampa Sicilia, Roberto Ginex, ed il presidente regionale dell’Ordine dei giornalisti, Giulio Francese. Per l’Unci erano presenti il presidente regionale Andrea Tuttoilmondo ed il Vice-presidente nazionale Leone Zingales. Per l’associazione nazionale dei magistrati era presente il giudice Giovanna Nozzetti, presidente del distretto di Palermo.
Morrone si è soffermato per un momento di riflessione, assieme al provveditore De Gesu e a Leone Zingales, davanti agli alberi dedicati a Giovanni Falcone, Francesco Morvillo e agli agenti trucidati a Capaci, e davanti agli alberi che ricordano i caduti della polizia penitenziaria: Antonino Burrafato, Antonio Lo Russo (caduto assieme al giudice Pietro Scaglione) e Luigi Bodenza. Uno dei figli del maresciallo Di Bona, Giuseppe, ha ringraziato i giornalisti ed i magistrati: "E’ bello sapere che in questo luogo gli studenti in visita imparano a conoscere anche i nomi e i cognomi delle vittime meno note. In questo luogo, per fortuna, non ci sono morti di serie A o di serie B. Oggi abbiamo un luogo dove nostro padre è ricordato con il nome ed il cognome".

Calogero Di Bona era nato a Villarosa (En) il 29 agosto del 1944. Quando è stato sequestrato e ucciso era il vice comandante degli agenti del carcere dell’Ucciardone di Palermo. Era entrato a far parte del Corpo degli agenti di custodia nel 1964 fino a diventare maresciallo ordinario. Il 28 agosto 1979 scomparve da Palermo al termine del turno di servizio. Il giorno dopo avrebbe compiuto trentacinque anni e la maggior parte della sua carriera l'aveva trascorsa lavorando proprio all’Ucciardone. Nel 2010 i figli del sottufficiale si sono rivolti al Provveditorato regionale dell’Amministrazione penitenziaria e alla Procura di Palermo per far riaprire le indagini sulla scomparsa di Di Bona. I magistrati Francesco Del Bene, e Amelia Luise hanno coordinato la nuova inchiesta e nel 2012 è stato individuato il contesto in cui è maturato l’assassinio del sottufficiale che voleva riportare la legalità all'interno del carcere di via Enrico Albanese. I pentiti hanno raccontato che Di Bona è stato ucciso nel giardino di una casa di campagna che gli investigatori della Dia hanno localizzato nella borgata periferica di Cardillo.
Questo il testo della motivazione con cui è stata assegnata la medaglia d’oro al valor civile: «In servizio presso la Casa Circondariale di Palermo Ucciardone, pur consapevole del grave rischio personale, con fermezza e abnegazione improntava la propria attività lavorativa a difesa delle Istituzioni e contro le posizioni di privilegio tra i reclusi, fra i quali erano presenti alcuni nomi eccellenti della locale criminalità organizzata. Per tale coraggioso comportamento fu vittima di un sequestro senza ritorno che, solo in epoca recente, si è accertato essere culminato in un omicidio, di cui sono stati individuati e condannati all’ergastolo gli esecutori materiali, risultati appartenenti a cosche mafiosi. Nobile esempio di uno straordinario senso del dovere e di elevate virtù civiche, spinti fino all’estremo sacrificio".

 

Ufficio stampa azienda Villa Sofia Cervello, mancato rinnovo del contratto all’addetto stampa, il segretario regionale Ginex chiede all’assessore Razza l’invio di una commissione ispettiva

Pur registrando la disponibilità del presidente della Regione Nello Musumeci e dell’assessore Ruggero Razza per fare ordine alla diffusa deregulation negli uffici stampa in Sicilia, il segretario regionale dell’Associazione Siciliana della Stampa Roberto Ginex chiede formalmente all’assessore alla Salute Ruggero Razza di inviare gli ispettori nell’Azienda ospedaliera Villa Sofia Cervello per verificare le procedure che hanno portato al mancato rinnovo, da parte del commissario Maurizio Aricò, del contratto del collega giornalista addetto stampa, che peraltro è un dirigente sindacale.

Roberto Ginex Segretario Regionale Assostampa Sicilia"All’indomani dell’incontro, a Palazzo d’Orleans, tra Associazione Siciliana della Stampa, Ordine dei Giornalisti di Sicilia con il presidente della Regione Nello Musumeci e con l’assessore alla Salute Ruggero Razza che ha posto le basi per la costituzione a settembre di un tavolo tecnico per mettere ordine agli uffici stampa - afferma Roberto Ginex - ecco che la mano destra non sa cosa fa la mano sinistra e si assiste alla disinvoltura amministrativa da parte di un commissario che pretende lui stesso di fare le leggi, al posto di quelle che forse non gli piacciono".

I fatti: il commissario dell’Azienda Ospedali Riuniti Villa Sofia Cervello Maurizio Aricò nei giorni scorsi ha messo alla porta il collega giornalista addetto stampa, in servizio da quattro anni in quanto vincitore di due selezioni pubbliche, malgrado avesse maturato i requisiti per accedere alle procedure di stabilizzazione ex articolo 20 comma 2 della normativa Madia, quindi attraverso una procedura concorsuale riservata. Al collega in possesso di un curriculum e di una storia professionale riconosciuta a tutti i livelli in Sicilia, alla scadenza contrattuale è stata negata la proroga finalizzata, sancita dalla stessa normativa Madia e da tutte le circolari assessoriali, nelle more di attivare la procedura di stabilizzazione, con la motivazione che i co.co.co. non sono più consentiti nella pubblica amministrazione.

L’Associazione siciliana della Stampa, nel chiedere con la massima urgenza l’intervento risolutivo dell’assessore Ruggero Razza, ricorda al commissario Maurizio Aricò che non si trattava di un nuovo rapporto di lavoro, ma di una proroga finalizzata prevista per legge. “Sorprende il fatto – afferma Roberto Ginex, segretario regionale dell’Associazione siciliana della Stampa - che in un’altra Azienda ospedaliera siciliana, nello stesso momento è stata bandita una selezione per addetti stampa con contratti di co.co.co., e stavolta si tratta davvero di un nuovo rapporto di lavoro”. Ma le contraddizioni siciliane non finiscono qui. In merito alla stabilizzazione, già nei mesi scorsi a Catania e Siracusa due colleghi giornalisti addetti stampa sono stati legittimamente stabilizzati direttamente ex comma 1 della normativa Madia, a smentire anche chi riteneva che le stabilizzazioni dovessero riguardare solo il personale sanitario rientrante nei cosiddetti Lea (Livelli essenziali di assistenza).

“A Palermo, nell’azienda Villa Sofia Cervello – sottolinea Roberto Ginex - le norme evidentemente vengono interpretate e applicate in maniera diversa come se ci fossero due Regioni Siciliane diverse e come se appartenessimo a due Sicilie diverse. Non è più percorribile la strada delle interpretazioni soggettive e autonome delle leggi adducendo motivazioni tecniche sulle singole esigenze e autonomie delle varie aziende, che stridono con i principi di uniformità, se non di equità, e finiscono per penalizzare oggi il collega più che titolato, la cui ineccepibile e più che efficace attività professionale è stata ampiamente riconosciuta sia all’interno dell’Azienda che fra i colleghi, e comunque i giornalisti in genere. Il tentativo del commissario Maurizio Aricò – aggiunge il segretario regionale Assostampa Siciliana Ginex - di mettere una pezza a questa già imbarazzante situazione, attraverso una procedura concorsuale lampo, a quanto pare naufragata per mancanza di copertura finanziaria, è l’ulteriore conferma di come in Sicilia la gestione amministrativa, soprattutto quando si tratta di giornalisti, sia frutto di ogni fantasiosa e approssimativa interpretazione fuori dalle logiche del buon senso, delle buone prassi, se non delle stesse norme”, conclude Roberto Ginex.

Infine, l'Associazione Siciliana della Stampa denuncia che il commissario Aricò si è già adeguato all'abusivismo che registriamo nella professione, inviando una "nota informativa" a sua firma e quindi surrogandosi al ruolo del giornalista.

 

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