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 Notiziario


 

Dopo 45 anni una lapide a ricordo di Mauro De Mauro

mauro de mauro L oraA quasi 45 anni dalla scomparsa, una lapide ricorderà il giornalista Mauro De Mauro, sequestrato da un commando mafioso la sera del 16 settembre 1970 davanti al portone di casa nella zona residenziale di Palermo. “L’amministrazione comunale - ha detto il presidente del Gruppo siciliano dell'Unci, Leone Zingales - ha accolto la nostra richiesta. Ringraziamo il sindaco Leoluca Orlando che ha seguito passo dopo passo l'iter farraginoso che ci ha condotto a questo brillante e doveroso risultato”.
La posa della lapide si svolgerà sabato 20 dicembre alle 9,30 in viale delle Magnolie sul luogo in cui De Mauro fu sequestrato dai mafiosi. Interverranno, oltre ai vertici dell'Unci, dell'Odg, dell'Assostampa e al sindaco Leoluca Orlando,  i familiari di De Mauro.
Mauro De Mauro, nato a Foggia nel 1921, sposato e padre di due figlie, era cronista de L'Ora quando fu sequestrato. Per il quotidiano del pomeriggio aveva seguito alcune tra le più scottanti inchieste del tempo (tra gli inizi degli anni '60 e l'estate del 1970). Prima della scomparsa stava collaborando con il regista Francesco Rosi che era impegnato nella ricostruzione della morte del presidente dell'Eni, Enrico Mattei, rimasto ucciso nell'incidente aereo di Bascapè (Pavia) nel 1962.

Napolitano riceve Lirio Abbate al Quirinale

napolitano lirio abbateIl presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha avuto un colloquio privato con il giornalista Lirio Abbate, che vive sotto scorta dal 2007 e l’11 novembre scorso, nel centro di Roma, ha subito un attentato mentre viaggiava in auto con due agenti di scorta. L’incontro si è svolto al Quirinale, dopo la cerimonia di martedì 16 dicembre per lo scambio di auguri con i rappresentanti delle istituzioni, delle forze politiche e della società civile. Il presidente si è informato con il giornalista sulle circostanze del grave episodio e sulla protezione assicurata dalle forze dell’Ordine e gli ha manifestato solidarietà e vicinanza.    Lirio Abbate era accompagnato da Alberto Spampinato e Giuseppe F. Mennella, direttore e segretario di Ossigeno per l’Informazione, l'organizzazione di cui è “primo osservatore”.

Ossigeno per l informazione

Palermo: studenti e docenti del quartiere Brancaccio in visita al giardino della memoria

Unione cronisti e Guardia di finanza insieme per una lezione di legalità nella scuola “Padre Puglisi”

Una cinquantina di studenti della scuola media statale “Padre Puglisi” del quartiere palermitano di Brancaccio, accompagnati dalla preside e da quattro docenti, stamane sono stati in visita al Giardino della Memoria di via Ciaculli dove il Gruppo siciliano dell'Unci e l'Anm gestiscono un appezzamento di terreno confiscato alla mafia.  La visita al sito è stata la conclusione di una giornata all'insegna della legalità e che ha visto il presidente del Gruppo siciliano dell'Unione cronisti, Leone Zingales, e i vertici della Guardia di finanza siciliana prendere parte a due appuntamenti: una lezione di educazione alla legalità nella scuola <Padre Puglisi> di via Francesco Panzera ed una visita guidata al Giardino della Memoria. Per l'associazione magistrati, il presidente della sezione distrettuale, Matteo Frasca, ha fatto pervenire un messaggio nel quale ha ringraziato i due alti ufficiali, a nome dell'Anm, “per avere dedicato ai ragazzi di Brancaccio un momento di riflessione e di legalità”.

Gli studenti, che hanno incontrato i due alti ufficiali ed il cronista nell'aula magna dell'istituto scolastico, hanno posto quesiti al generale Filippo Ritondale, comandante interregionale “Sicilia-Calabria”, al generale Ignazio Gibilaro, comandante delle Fiamme gialle siciliane, e allo stesso Zingales. La preside Angela Randazzo ha introdotto gli interventi ringraziando l'Unione cronisti “per avere organizzato l'evento” e la Guardia di finanza per avere accettato l'invito dell'Unci. Gli alti ufficiali hanno trattato diverse tematiche a cominciare da argomentazioni che riguardano proprio le Fiamme gialle: indagini bancarie, confisca dei beni, accertamenti patrimoniali.

Al Giardino della Memoria, i generali Gibilaro e Ritondale, e Leone Zingales hanno spiegato lo spirito con cui è sorto il Giardino. “E’ un luogo unico - hanno detto Gibilaro e Ritondale - dove cronisti e magistrati periodicamente piantano alberi dedicandoli a tutte le vittime della mafia. E volentieri interveniamo agli eventi di legalità organizzati qui a Ciaculli per le scuole siciliane”.

“Qui - ha aggiunto Zingales - Unci e Anm incontrano scolaresche che hanno voglia di conoscere la storia di tante vittime cadute per mano mafiosa. E se gli studenti conoscono ampiamente le storie di Falcone, Borsellino e Impastato, spesso non sono correttamente informati o sconoscono l'impegno profuso nella lotta alla mafia da investigatori come il colonnello Russo, il commissario Montana o il maresciallo Jevolella. E alla fine della visita tornano a scuola o a casa contenti di avere acquisito altra conoscenza, di avere appreso che nella lotta ai boss sono caduti altri uomini che, come Falcone, Borsellino ed Impastato, hanno creduto nei valori di giustizia e di legalità”.

Nel corso dell'incontro di Ciaculli sono state illustrate agli studenti anche le caratteristiche di alcuni degli alberi piantati in questi anni a cura del personale comunale che si occupa della manutenzione del sito.

Sciopero generale di Cgil e Uil per il lavoro. La Fnsi esprime vicinanza e comprensione

"Il dialogo sociale è una risorsa, non un problema".
L’informazione chiamata a fare la sua parte con competenza e completezza.

“Lo sciopero proclamato per domani da Cgil e Uil è una libera espressione di organizzazioni sindacali che intendono così manifestare la propria linea sulla tutela dei diritti dei lavoratori. Come tutte le espressioni della democrazia, tanto più quando vengono dal mondo del lavoro, meritano attenzione. Si tratta sicuramente di un’iniziativa di indubbio valore sociale da seguire e ascoltare nelle ragioni di fondo e da considerare nel confronto delle idee di cui ha bisogno sempre più un Paese in difficoltà attraversato da tante lacerazioni a causa di una crisi durissima che si abbatte soprattutto sui ceti più deboli.

La Fnsi esprime vicinanza e comprensione, avendo ben chiaro il dramma sociale della disoccupazione diffusa del precariato e delle gravi alterazioni del mercato del lavoro che colpiscono le sicurezze e le attese di diritti di tutte le categorie, giornalisti compresi.
Uno sciopero, come altre forme di manifestazione del pensiero e della protesta democratica, è molto di più di un evento di cronaca. E per questo la Fnsi si appella ai direttori dei media e ai colleghi perché la testimonianza professionale sia puntuale e capace di far conoscere e far comprendere a tutti quali siano i problemi reali in campo, le ragioni delle voci e dei centri decisionali diversi (imprenditori, Governo, Parlamento) impegnati, anche in contrasto fra loro, sul tema. Di fronte a scioperi come questo l’informazione è chiamata a fare la sua parte con competenza, completezza e rigore professionale. C’è sicuramente bisogno di molta più informazione sui temi del lavoro, dei cambiamenti e sulle evoluzioni e involuzioni che sta facendo il nostro diritto del lavoro.
Lo sciopero di domani di Cgil e Uil, come già altre manifestazioni articolate di altre organizzazioni, richiede uno sforzo supplementare di attenzione e rappresentazione di temi, opzioni e opinioni.
La Fnsi ritiene che certe spinte vetero-liberiste, licenziamenti facili e comportamenti non onesti di molti operatori industriali e finanziari, che da tempo hanno rinunciato a scommettere sul lavoro aggirando i principi dell’utilità sociale su cui si fonda la convivenza civile, vadano contrastati.
Per il Sindacato dei giornalisti è vivo l’interesse  per tutte le battaglie a favore di riforme che abbiano al centro il lavoro e i suoi diritti. Il dialogo sociale è una risorsa, non un problema.”

Banner sciopero 12 dicembre 2014

Trapelano notizie dall'inchiesta sulla cosiddetta "Mafia Capitale". Siddi: contro Lirio Abbate minacce dal boss Carminati

Quando l'informazione è baluardo contro il crimine

lirio-abbate-162x243"Le notizie che trapelano dall'inchiesta sulla cosiddetta " Mafia Capitale" confermano quanto un'informazione libera, capace di entrare sui fatti che incidono sulla vita comunitaria e pubblica, sia un insostituibile presidio di legalità democratica. Quando uno dei principali accusati dell'inchiesta, Massimo Carminati, se la prende con durezza gravemente minacciosa contro il giornalista Lirio Abbate dell'Espresso per una sua inchiesta che, già nel 2012, mette in luce punti neri sull'attività del presunto boss, riconosce che questo genere di informazione è un ostacolo alle scorrerie e alle infiltrazioni spregiudicate o malavitose nei meandri degli affari oscuri; addirittura un pericolo più grande dell'attività di repressione delle forze e della giustizia istituzionalmente chiamate a sgominare e punire il crimine.
Lirio Abbate da anni lavora con serietà e rigore sulla frontiera dell'informazione intesa come bene pubblico, che nulla face di quel sa sulle mafie, ha ricevuto in questi anni e anche recentissimamente gravissime minacce dai mondi delle mafia e del malavita organizzata Lui e le testate che ne hanno pubblicato e ne pubblicano i servizi giornalistici debbono sentire accanto il sostegno della moltitudine dei cittadini e onesti. A Lirio Abbate il sostegno, la vicinanza e la solidarietà della Federazione Nazionale della Stampa, con l'auspicio che le verità giudiziarie consentano anche di fare giustizia della tante minacce ricevute che lo costringono a una vita sotto scorta, in una condizione di tutela doverosa, un prezzo ancora troppo alto per la vita dei cittadini onesti e per un Paese da liberare dalla prepotenza e dalla violenza del crimine."

Delitto piccolo Loris - Assostampa Ragusa: Gestione informazioni e fughe di notizie rischio per le indagini

ASSOSTAMPA-RagusaLa segreteria provinciale di Ragusa dell'Associazione Siciliana della Stampa esprime "preoccupazione per la gestione delle informazioni da parte degli organi inquirenti sul delitto del piccolo Loris con continue 'fughe' che, come lo stesso procuratore della Repubblica di Ragusa ha detto ieri in un'improvvisata conferenza stampa 'rischiano di essere informazioni sbagliate e che danneggerebbero, forse in modo irreversibile le indagini'. La richiesta di collaborazione avanzata dal Procuratore a tutti i giornalisti che si stanno occupando del 'caso' deve essere supportata anche da un atteggiamento omogeneo degli inquirenti nei confronti di tutti gli organi di informazione. Di fronte ad un caso di portata nazionale e di questa gravita', che ha acceso i riflettori mediatici sulla nostra provincia - prosegue la nota - , e' auspicabile che tutti i protagonisti diano prova di rispetto delle regole. Se da un lato l'Ordine dei giornalisti ha chiesto a tutti gli iscritti un comportamento consono ai principi deontologici della professione e al rispetto dei codici di autoregolamentazione, auspichiamo da parte della Magistratura inquirente e degli organi di polizia una linearita' di azione chiara e netta che privilegi le notizie certe e riscontrate per tutti gli organi di informazione, senza favorire la corsa allo scoop che non aiuta, di certo, la ricerca della verita'".

Job Act: Articolo 18 addio e tutele crescenti, così cambia il mercato del lavoro

Rivoluzione dei contratti, addio all'articolo 18, riforma degli ammortizzatori sociali e pioggia di novità per le politiche attive sul fronte del collocamento. Con 166 voti favorevoli e 122 contrari, il Senato ha dato il via libera finale al Jobs act. Anche la minoranza del Partito democratico, pur contraria alle modifiche dell’articolo 18, ha votato a favore della fiducia al Governo “per senso di responsabilità”. Il disco verde di Palazzo Madama arriva in tempo per consentire l'entrata in vigore delle nuove regole dal primo gennaio, ammesso che entro fine anno l’Esecutivo vari i primi decreti delegati. Con il Jobs act, infatti, il Parlamento ha affidato al Governo cinque deleghe per definire le norme concrete con cui la riforma prenderà vita.
“Il nostro impegno sarà ora quello di procedere speditamente alla stesura dei decreti di attuazione, a partire dal contratto a tutele crescenti”, ha assicurato ieri il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti. “E’ un giorno storico per il Paese – ha detto il premier Matteo Renzi –. L’approvazione del Jobs Act segnerà la storia dei prossimi anni”.

Ecco le principali misure contenute nel provvedimento.
- Nasce il contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti in relazione all’anzianità di servizio. L’obiettivo è fare in modo che sia questa la tipologia contrattuale più diffusa per le nuove assunzioni.
- Riordino dei contratti. Le oltre 40 forme contrattuali oggi in vigore diventeranno 4-5. Oltre al contratto a tempo indeterminato (che per i neoassunti sarà a tutele crescenti) dovrebbero rimanere i contratti a termine, quelli di apprendistato e i part-time.
- Modifiche all’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori. In caso di licenziamento economico, anche  senza causa o giustificato motivo, il lavoratore non potrà più ricorrere al giudice per ottenere il reintegro. Gli spetterà invece “un indennizzo economico certo e crescente con l'anzianità di servizio”. Il reintegro rimane invece per i licenziamenti nulli e discriminatori e per “specifiche fattispecie” di licenziamenti disciplinari ingiustificati che saranno definite nel decreto delegato, insieme a “termini certi per l’impugnazione”.
- Modifiche all’articolo 13 dello Statuto dei lavoratori. “In caso di riorganizzazione, ristrutturazione o conversione aziendale individuata sulla base di parametri oggettivi”, il passaggio del lavoratore da una mansione all'altra diventa più semplice, con la possibilità anche del demansionamento. C’è però una condizione: devono essere tutelate condizioni economiche e di vita dei lavoratori. Il che potrebbe voler dire, ma per saperlo con certezza occorre attendere i decreti delegati, che il demansionamento sarà consentito solo a parità di stipendio.
- Riforma della Cig. Sarà impossibile autorizzare la cassa integrazione in caso di cessazione definitiva dell’attività aziendale. Prevista anche una differente partecipazione contributiva per delle aziende a seconda dell’effettivo utilizzo della Cig: chi non ne farà uso pagherà meno. Scompare la Cig in deroga.
- Riforma dell’Aspi (assicurazione sociale per l’impiego). Sarà estesa ai contratti di collaborazione coordinata e continuativa, fino al superamento di questa forma  contrattuale (che procederà a esaurimento). In generale, la durata del trattamento di disoccupazione dovrà essere rapportata alla “pregressa storia contributiva” del lavoratore, con l'incremento della durata massima per quelli con le carriere contributive più rilevanti.
- Politiche attive. Nasce l’Agenzia nazionale per l'impiego, partecipata da Stato, Regioni e Province autonome. Avrà competenze su politiche attive, servizi per l’impiego e Aspi. La vigilanza sul nuovo organismo è affidata il ministero del Lavoro. l beneficiario di un ammortizzatore sociale (cig o sussidio di disoccupazione) dovrà dare la sua disponibilità a seguire corsi di qualificazione ed eventualmente anche «allo svolgimento di attività a beneficio delle comunità locali», senza però che questo - come è accaduto in passato con i lavori socialmente utili - alimenti aspettative di assunzione nel pubblico. Chi si rifiuta rischia di perdere il sussidio. Nella ricerca di un nuovo lavoro il disoccupato potrà scegliere di affidarsi a un’agenzia per l’impiego privata che per il servizio riceverà un incentivo regionale, ma solo a risultato ottenuto, e comunque “proporzionato alla difficoltà di collocamento” del soggetto.
- Rivista la disciplina dei controlli a distanza con la possibilità di controllare impianti e strumenti di lavoro
- Viene semplificato il campo di applicazione dei contratti di solidarietà.
- Il ricorso al voucher viene esteso ma con il tetto dei 5mila euro.
- Arrivano le cosiddette “ferie solidali”, ovvero la possibilità per il lavoratore di cedere un surplus di ferie ai colleghi in caso di necessità.

Il testo approvato della legge

Claudio Fava: “Troppe minacce ai giornalisti in Italia”. Direttore Novaya Gazeta: “Situazione simile alla Russia”

claudio-fava(ANSA) - Roma, 4 DIC - In Italia per affrontare il problema dei troppi giornalisti minacciati «occorre rompere l'isolamento dei minacciati e per questo non bastano i comunicati di solidarietà». «Occorre anche cambiare la legge sulla diffamazione e punire chi minaccia i giornalisti, perchè le intimidazioni e l'impunità stanno riducendo la qualità e la completezza dell'informazione», ha detto Claudio Fava, vicepresidente della Commissione Antimafia, nella Sala Clemenceau del Senato francese, al Palazzo del Lussemburgo, nel corso «della conferenza sulla libertà di stampa e la protezione dei giornalisti» organizzata dall'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa (PACE) durante la quale è stata varata una piattaforma europea internet del Consiglio d'Europa sulla quale saranno segnalate tempestivamente le minacce più gravi nei confronti di giornalisti e blogger.

   «Non sapevo che in Italia così tanti giornalisti devono difendersi da minacce a causa del loro lavoro», ha commentato Anne Brasseur, presidente dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa «Anch'io sono sorpreso e impressionato da questi dati. Ciò che accade in Italia è simile a ciò che accade in Russia, dove la situazione è molto grave», ha aggiunto Andrey Lipsky, il direttore della «Novaya Gazeta» di Mosca, il giornale di Anna Politovskaja. Fava aveva descritto la situazione italiana definendola allarmante e citando le statistiche di «Ossigeno per l'Informazione: oltre duemila intimidazioni in otto anni, oltre quattrocento nell'anno in corso, nelle più varie tipologie che comprendono »modalità spregiudicate e raffinate, fra cui querele pretestuose e richieste di danni infondate«.

   Fava ha ricordato che in Italia sono stati uccisi da mafia e terrorismo undici giornalisti, che almeno dieci vivono sotto scorta e molte centinaia vivono in condizioni di pericolo. »Ieri il giornalista di Partinico Pino Maniaci ha trovato i suoi cani impiccati«. La maggior parte dei giornalisti italiani, ha aggiunto, ha paghe misere, non ha assistenza legale dai suoi editori e può ricevere pretestuose richieste di danni anche del valore di dieci milioni di euro e ciò li rende facilmente ricattabili da chi vuole fermare notizie non gradite. Fava ha ricordato che la Commissione Antimafia sta svolgendo una indagine specifica sulle minacce ai giornalisti che insieme »ai dati preziosi di Ossigeno« fa apparire in tutta evidenza la necessità di depenalizzare la diffamazione e di creare un forte deterrente contro chi usa la diffamazione a scopo intimidatorio abusando della legge. Chi chiede pretestuosamente un milione di euro di danni dovrebbe essere condannato a pagare una parte della cifra richiesta.(ANSA).

Nomi giornalisti minacciati su piattaforma europea. Comincerà a operare a gennaio 2015

Comincerà a operare a gennaio 2015 la piattaforma di monitoraggio delle minacce ai giornalisti creata dal Consiglio d'Europa e affidata a cinque organizzazioni internazionali (IFJ, EFJ, Article 19, Reporters Sans Frontieres e AEJ) che oggi a Parigi hanno sottoscritto un memorandum di intenti sulle modalità di gestione. La piattaforma, è stato sottolineato durante la conferenza di presentazione presso il Senato francese, sarà molto più di un sito web: sarà anche uno strumento per intervenire a sostegno dei giornalisti in pericolo. «Spero che questo strumento si riveli utile. Oggi il problema più grave è l'impunità di chi minaccia o uccide i giornalisti», ha detto il presidente della Federazione Internazionale dei giornalisti (IFJ). Questa piattaforma può aiutarci a fare conoscere il problema, a fare sapere, ad esempio, che il 75 per cento dei giornalisti uccisi in questi anni sono cronisti locali che lavoravano in paesi che non erano in guerra. «Mi auguro - ha detto William Horsley, vicepresidente di AEJ - che la piattaforma accolga e faccia circolare anche le segnalazioni che già sono messe in circolazione da alcune organizzazioni non governative che nei loro paesi fanno già un ottimo lavoro. Penso a 'Ossigeno per l'Informazionè in Italia, ad altri osservatori in Serbia e in altri paesi. Ma la piattaforma non può limitarsi alle segnalazioni. Occorre che ad esse corrispondano interventi adeguati e tempestivi del Consiglio d'Europa per risolvere i casi che richiedono interventi urgenti. Anche i grandi media devono fare la loro parte, non possono continuare a trascurare le informazioni sulle minacce ai loro stessi giornalisti. È necessario un meccanismo di risposta rapida». La piattaforma, ha detto Gabriella Battaini Dragoni, vice segretario generale del Consiglio d'Europa, è una struttura innovativa per il Consiglio d'Europa, perchè diversamente da quanto è avvenuto finora, le informazioni non arriveranno dagli Stati ma dalle associazioni dei giornalisti. È importante che la decisione di creare la piattaforma sia stata adottata dal Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa con voto unanime. Il primo anno permetterà un rodaggio dell'iniziativa e la sua messa a punto. In base alle segnalazioni le strutture del Consiglio d'Europa interverranno con i propri canali presso le autorità degli Stati interessati. La capacità di persuasione di alcune componenti del nostro Consiglio non deve essere sottovalutata«.(ANSA) - ROMA, 4 DIC

Ricerca del Censis: in 25 anni dimezzate le copie dei giornali

CENSISOggi in Italia si vende poco più della metà delle copie di quotidiani che si vendevano 25 anni fa. È quanto emerge dal 48/o Rapporto del Censis sulla situazione sociale del Paese.  Dal 1990, anno del massimo storico delle vendite, con poco meno di 7 milioni di copie giornaliere, si è scesi sotto i 4 milioni. La quota di italiani che fanno a meno dei mezzi a stampa nella propria dieta mediatica è salita al 47%. Il 20,8% della popolazione legge i quotidiani online e il 34,3% i siti web d'informazione.
   Si registrano, inoltre, flessioni nel numero dei giornalisti occupati in tutti i segmenti del settore editoriale. Nel 2013 il calo più pronunciato si è registrato nei periodici (-7,7%), seguiti dai quotidiani (-5,6%) e dalle agenzie di stampa (-3,9%). In media, il ridimensionamento della forza lavoro giornalistica è stato del 6,1%, pari in valore assoluto a 602 unità lavorative nei confronti dell'anno precedente. Tra il 2009 e il 2013 il numero dei giornalisti fuoriusciti dal settore dell'editoria giornalistica è stato di 1.662 unità, di cui 887 nell'area dei quotidiani (-13,4%) e 638 in quella dei periodici (-19,4%).
   E se gli iscritti all'Ordine dei giornalisti restano sostanzialmente invariati (112.046 contro i 110.966 del 2011, con un aumento dell'1% circa), sono cambiate però le condizioni alle quali i giornalisti lavorano. Tra il 2000 e il 2013 si è ridotto il lavoro dipendente (-1,6%) ed è cresciuto quello autonomo (+7,1%). Se nel 2000 il lavoro autonomo era svolto da poco più di un giornalista su tre, nel 2012 i giornalisti freelance sono diventati 6 su 10.
   Nei primi sei mesi del 2014 si evidenzia, inoltre, un calo degli investimenti pubblicitari del 2,4%. La televisione ha beneficiato dell'effetto della Coppa del mondo segnando un +1,3% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, la carta stampata registra una flessione dell'11%, la radio del 2,9% e internet, dopo la galoppata a due cifre conosciuta fino al 2012, ha subito una battuta d'arresto (+0,1%). La televisione si conferma il mezzo dominante, riuscendo a convogliare più della metà delle risorse spese annualmente dalle aziende per l'informazione commerciale, i quotidiani assorbono una fetta di mercato pari al 12,7% contro il 7,6% della stampa periodica, internet si attesta al 7,3% del totale.

Assostampa e GUS sostengono adesione Fnsi a manifestazione pubblico impiego

Palermo, 8 novembre 2014 – L'Associazione Siciliana della stampa e il Gruppo uffici stampa Sicilia sostengono la decisione della FNSI di aderire alla manifestazione del pubblico impiego prevista oggi a Roma, condividendone appieno le motivazioni illustrate dal presidente Giovanni Rossi.

I tanti giornalisti siciliani impegnati nella pubblica amministrazione svolgono un fondamentale ruolo al servizio della trasparenza e denunciano le condizioni in cui si trovano a lavorare: poche garanzie e – nella maggior parte dei casi – fantasiose interpretazioni degli accordi contrattuali, per non parlare del reclutamento attraverso bandi per incarichi professionali al massimo ribasso.

La scellerata decisione del presidente Crocetta di sopprimere, con metodi quanto meno discutibili, l’ufficio stampa della Regione ha prodotto conseguenze in tutta l’Isola e ha contribuito a mortificare le aspettative di tutti i colleghi. Gli enti locali siciliani oggi pullulano di politici improvvisati comunicatori di se stessi e di personaggi privi di qualsiasi professionalità che diffondono comunicati e contribuiscono ad accentuare la confusione tra informazione istituzionale, informazione politica e propaganda. Una situazione sconcertante che umilia il diritto dei cittadini ad una corretta informazione e danneggia ulteriormente le istituzioni e la politica. 

​Il Gus Sicilia ha convocato per oggi la riunione del direttivo e l'assemblea degli iscritti alla presenza del segretario dell'Assostampa, Alberto Cicero, nel corso delle quali si discuterà delle ragioni della protesta romana.

Il Governo deve rivedere la decisione di prolungare nel 2015 il blocco delle retribuzioni, che colpisce in modo pesante tutti i giornalisti del settore pubblico, anche coloro ai quali viene applicato il Cnlg. Contestualmente va riaperto il tavolo della contrattazione, al quale la FNSI deve sedere a pieno titolo perché non è più rinviabile l'applicazione dei profili professionali ai giornalisti degli uffici stampa pubblici, in adesione a una legge varata ben 14 anni fa (la 150 del 2000).

​Tutti i lavoratori del pubblico impiego devono trovare la ragione dell'unità. Non è pensabile una PA moderna che non informi, perché è un diritto dei cittadini essere aggiornati sugli atti prodotti ed è un dovere delle istituzioni essere sempre più trasparenti. Ma un'informazione di qualità e neutra è possibile solo se affidata a strutture professionalmente qualificate e a giornalisti garantiti da accordi contrattuali certi e rispettosi della dignità di chi lavora.
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