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 Notiziario


 

Aldo Mantineo vince Premio Rhegium Julii per il racconto "Il capitano Zani"

Premio Aldo Mantineo

Con una versione ridotta de “Il capitano Zani” #AldoMantineo ha vinto la sezione per il racconto inedito del Premio Rhegium Julii a Reggio Calabria, rinunciando all’assegno previsto devolvendo la somma all’acquisto di libri - prevalentemente di case editrici ed autori calabresi - da destinare alle biblioteche delle carceri di Arghillà e San Pietro di Reggio Calabria.

Un racconto breve nel quale, con un originale tessuto narrativo, la vicenda della morte del protagonista di una fiction televisiva di successo, “Il capitano Zani”, si intreccia con quella della misteriosa scomparsa di un professore in pensione.
Due vicende tra di loro apparentemente distanti e che si ritrovano, invece, contemporaneamente - anche se seguendo strade differenti - sulla scrivania dell’ufficio di un maresciallo dei carabinieri, comandante di una piccola stazione del Ravennate, chiamato ad occuparsi con i suoi pochi militari a disposizione dell’indagine sulla scomparsa del professore in pensione proprio nei giorni in cui a tenere banco sui giornali era, invece, la “morte” dell’eroe televisivo. Poche pagine da scorrere velocemente per arrivare all’inevitabile colpo di scena che scioglie ogni mistero proprio nelle ultime righe del racconto.
Ma “Il capitano Zani” è anche un omaggio dell’autore al lavoro di un investigatore la morte del quale è maturata in circostanze ancora tutte da chiarire. Il richiamo è al capitano Natale De Grazia, l’ufficiale della Guardia Costiera che ha indagato a lungo sulle cosiddette navi dei veleni, grossi cargo affondati a largo della costa calabrese con tutto il loro carico di rifiuti pericolosi e scorie. Una pagina di cronaca che si salda alla finzione narrativa come contributo alla conoscenza di una vicenda sulla quale i riflettori non andrebbero mai spenti.

(Nella foto, da sin.Il sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatá, Aldo Mantineo e Giuseppe Bova presidente Rhegium Julii)

Rai: pubblicato il bando per 90 giornalisti

RAI nuovo logo cp

Entro le ore 12,00 del 28 ottobre 2019, si dovrà presentare la domanda di ammissione per poter partecipare albando di Concorso Rai 2019 per la selezione di 90 giornalisti, da utilizzare in qualità di redattore con contratto di lavoro a tempo determinato e che potrebbe portare alla successiva assunzione a tempo indeterminato.

La procedura per titoli e prove è finalizzata alla formazione di graduatorie regionali da utilizzare per l’assegnazione degli idonei vincitori alle diverse sedi, in base ai posti messi a bando e alla scelta manifestata dai candidati.

Domanda di ammissione

La domanda di ammissione deve essere esclusivamente attraverso la compilazione del form on line accessibile all’indirizzo www.lavoraconnoi.rai.itnell’area riservata all’iniziativa “SELEZIONE GIORNALISTI PROFESSIONISTI 2019”.

Per tutte le altre informazioni clicca qui

 

Al via il Festival Giornalisti del Mediterraneo

Festival Giornalisti del Mediterraneo 2019

Si svolgerà nella splendida cornice medioevale di Otranto, dal 2 al 7 settembre 2019, il Festival “Giornalisti del Mediterraneo”, la grande rassegna di eventi, incontri e formazione, giunta alla undicesima edizione, che ospiterà le grandi firme del reportage nazionale e internazionale.

Una rassegna che si preannuncia ricca di novità e curiosità, tra le più interessanti ricordiamo la mostra dei 900 anni di storia del Sovrano Ordine di Malta che si terrà sul Lungomare degli Eroi, patrocinato dal Comune di Otranto; Regione Puglia; Ambasciata del Regno del Marocco; Ambasciata del Regno di Giordania; Ambasciata della Repubblica di Tunisia e dal Sovrano Ordine di Malta.

Il Festival Giornalisti del Mediterraneo, istituito nel 2009 dal giornalista Tommaso Forte, vede la partecipazione di reporter delle più importanti testate nazionali ed internazionali quali Corriere della Sera, L’Espresso, Panorama, Ansa, RaiNews24, La7, Rete4, Il Giornale, TGR Rai, Il Messaggero, Italia Oggi, Marie Claire, Babelmed.it, Europa, Metropolitan, Vanity Fair, Io Donna, Il Riformista, I Viaggi di Repubblica. 

L'ideatore del Festival,  anticipa in un’intervista il dibattito che già si preannuncia caldissimo, sulla difficoltà della professione giornalistica, denunciando la crisi profonda che colpisce il settore della stampa, sul piano dell’impresa editoriale e sul piano dei contenuti dell’informazione, infatti durante la manifestazione dove saranno consegnati i Premi Caravella del Mediterraneo” si affronterà il dibattito davanti a circa 400 giornalisti, docenti ed esperti dell’informazione provenienti da tutta Europa. 

“La democrazia è una parola bellissima ma viviamo – dice Tommaso Forte, durante l’intervista – in un Paese, l’Italia, che è nella lista degli Stati in cui la libertà di stampa è molto restrittiva. C’è una persecuzione politica e c’è una persecuzione legata, appunto, alle organizzazioni criminali. E’ ingiusto che un giornalista che racconta la verità viva sotto scorta, limitando la libertà a lui, alla sua famiglia, ai suoi figli”. 

E alla domanda se è importante che l’opinione pubblica senta il dovere di difendere la stampa, risponde: “Ovviamente, ma la prima responsabilità – dice Forte – è legata alla politica: la politica deve legiferare, la politica deve orientare, la politica deve essere più concreta. Troppi politici parlano di libertà di stampa e poi loro stessi, quando un giornalista scrive la verità, sono i primi a reprimere il lavoro del giornalista. Questa è una grande ingiustizia sociale”.

Una denuncia dunque, forte e decisa che siamo sicuri aprirà dibattiti e sollecitazioni sul ruolo della professione giornalistica.

Premio Kyle Phillips al giornalista enogastronomico under 35 più anticonformista

cucina carne piatto chef

Torna per la sesta edizione, il Premio Kyle Phillips, per il giornalista enogastronomico under 35 più anticonformista. Il premio, indetto da Aset, (Associazione Stampa Enogastroagroalimentare Toscana) vuole ricordare Kyle Phillips, scomparso prematuramente nel 2013, che con talento, curiosità, imprevedibilità e con spirito innovativo, ha tracciato un nuovo percorso nel giornalismo enogastronomico. 

Il premio, infatti, intende riconoscere il giovane che meglio ha rappresentato nel 2019, il modo di fare informazione secondo lo stile “Kyle Phillips”. Le candidature devono essere inviate entro venerdì 20 settembre 2019 all’indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

Tra i requisiti dei candidati: non aver compiuto 35 anni al 31/12 dell’anno di riferimento del premio, che si occupino non occasionalmente di vino, enogastronomia, cibo, alimentazione, agricoltura, agroalimentare e ristorazione, le candidature devono necessariamente essere motivate e possibilmente accompagnate da materiale giustificativo e/o curriculum professionale. 

Info: segreteria Premio Kyle Phillips - Francesca Pinochi tel. 3388469801 - mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Crisi di governo, Fnsi: «Il nuovo esecutivo volti pagina in materia di informazione ed editoria»

«Serve forte discontinuità rispetto ad un'impostazione che, come dimostrano gli atti già adottati e quelli annunciati negli ultimi mesi, punta a indebolire la professione giornalistica, a destrutturare il lavoro regolare e a colpire le aziende editoriali», rilevano il segretario Lorusso e il presidente Giulietti.

Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti segretario generale e presidente della Fnsi

«Se e quando ci sarà un governo ci auguriamo che voglia voltare pagina in materia di libertà di informazione ed editoria». Così Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti, segretario generale e presidente della Federazione nazionale della Stampa italiana. «Serve – incalzano – forte discontinuità rispetto ad un'impostazione che, come dimostrano gli atti già adottati negli ultimi quindici mesi e quelli annunciati dal sottosegretario uscente all'Editoria, punta a indebolire il sistema dell'informazione professionale, a destrutturare il lavoro regolare e a colpire le aziende editoriali».

Per i vertici della Fnsi, «nessuna delle grandi riforme annunciate, dal conflitto di interessi alla Rai, dalle norme antitrust alla lotta al precariato, fino all'abrogazione delle querele bavaglio, è stata portata a compimento. In compenso, è stato tagliato il fondo per l'editoria, sono state colpite alle spalle centinaia di piccole aziende, si è tentato di commissariare l'Inpgi. Scelte e decisioni che hanno contribuito a peggiorare ulteriormente la posizione dell'Italia nei rapporti internazionali in materia di libertà di informazione».

Dal nuovo governo, «se nascerà – concludono Lorusso e Giulietti – ci attendiamo una disponibilità al dialogo e al confronto e l'impegno a rafforzare le condizioni a sostegno del lavoro giornalistico, a cominciare dall'adozione di provvedimenti straordinari per il contrasto del lavoro precario. Confidiamo, come sempre, nell'azione di equilibrio e di garanzia esercitata dal presidente Mattarella, che ha più volte richiamato l'attenzione sull'articolo 21 della Costituzione, 'autentico presidio del nostro ordinamento democratico'».

@fnsisocial

A Paolo Borrometi il premio internazionale di giornalismo 'Peter Mackler'

«Un riconoscimento meritato, che rappresenta anche la migliore risposta alla campagna di 'avvertimenti e molestie' intrapresa in questi giorni contro il giornalista che, ci auguriamo, possa trovare la più rapida ed efficace risposta da parte delle autorità», commentano Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti.

paolo borrometi

Paolo Borrometi, consigliere nazionale della Fnsi e presidente di Articolo 21, giornalista costretto ad una 'vita sotto scorta' per le sue inchieste su mafia e malaffare, ha vinto il prestigioso premio Peter Mackler, edizione 2019, per 'il giornalismo coraggioso ed etico'. Il riconoscimento gli sarà consegnato il prossimo 25 settembre alla Craig Newmark Graduate School of Journalism di New York. Per la prima volta tale riconoscimento sarà consegnato a un giornalista europeo.

Nella motivazione, fra l'altro, si può leggere che il premio gli è stato assegnato 'perché Paolo ha già pagato caro e continua a pagare con costanti minacce alla sua vita per aver esposto il costo devastante delle operazioni della mafia in un numero crescente di Paesi europei'.

«Si tratta – commentano Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti, segretario generale e presidente della Fnsi – di un premio meritato e che, peraltro, rappresenta anche la migliore risposta alla campagna di 'avvertimenti e molestie' intrapresa in questi giorni da alcuni inquisiti e pregiudicati e che, ci auguriamo, possa trovare la più rapida ed efficace risposta da parte delle autorità competenti».

PER APPROFONDIRE
Le motivazioni della decisione di assegnare il riconoscimento a Paolo Borrometi sono pubblicate sul sito web del 'Premio Peter Mackler per un giornalismo coraggioso ed etico' (qui il link diretto).

@fnsisocial

È morto Giovanni Morgante, presidente di Ses

rotativa periodico

Per oltre 30 anni  ha seguito e guidato da presidente della società editrice di Gazzetta del Sud, le vicende di uno dei più importanti progetti editoriali in Italia, la Ses.

Per anni cronista giudiziario della Gazzetta, entrò in amministrazione per volere  del cavalier Bonino, storico imprenditore ligure che volle realizzare negli anni ’50 un quotidiano a Messina che facesse da ponte tra Sicilia e la Calabria.

Grandissimo lavoratore, con un senso di umanità, lungimiranza e schiettezza da grande imprenditore, aveva 89 anni ma sino all’ultimo ha continuato a tenere le redini dell’azienda.

Negli ultimi anni diresse con passione, abilità e competenza l’acquisizione del Giornale di Sicilia.  

E’ morto Reno De Benedetto, voce storica del Messina calcio

calcio

Si è spento a soli 65 anni, dopo una lunga malattia Reno De Benedettogiornalista, radiocronista amatissimo dai tifosi, da sempre appassionato della squadra.

Un amore, quello per il Messina, che lo ha portato negli anni a raccontare le avventure calcistiche della sua squadra sia dagli spalti della serie A, sia nelle più polverose panchine delle serie D, ma sempre con una passione smisurata e una competenza giornalistica e calcistica di alto livello, riconosciuta da tutti quelli che lo hanno conosciuto o incrociato negli stadi di tutta Italia. 

Quarant’anni dedicati al giornalismo, tra i pionieri di Radio Messina International e successivamente di Radio Antenna dello Stretto Reno, ha raccontato il Messina con la “Direttissima” di Televip, ed ha continuato con Messinasportiva.it, da 10 anni collaborava con Radio Amore. 

Concorsi, un giornalista per l’Ospedale di Alessandria

assistenza medica

Entro le ore 23,59 di giovedì 29 agosto 2019, si potranno presentare le domande di ammissione al concorso pubblico, per titoli ed esami, per la copertura a tempo indeterminato di 1 posto di “dirigente giornalista/divulgatore scientifico in ambito sanitario e della ricerca sanitaria afferente all’area della dirigenza professionale, sanitaria, amministrativa”, indetto dall’Azienda Ospedaliera Santi Antonio e Biagio e Cesare Arrigo di Alessandria.

Al giornalista è attribuito il trattamento giuridico ed economico previsto dal Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro del personale dell’area della Dirigenza sanitaria, professionale, tecnica ed amministrativa del Servizio Sanitario Nazionale.

Possono partecipare alla selezione tutti i giornalisti iscritti nell’elenco professionisti o pubblicisti.

Nel bando tutte le informazioni per partecipare

Chiude l’edizione orientale del Giornale di Sicilia. Serve una strategia contro la crisi del sistema dell’informazione

C’è qualcosa di stonato nella recente chiusura dell’edizione “orientale” del Giornale di Sicilia. C’è qualcosa di non detto da parte degli editori, mentre sullo sfondo si intravede una strategia che potrebbe far compiere un pericoloso salto indietro al sistema dell’informazione in Sicilia in termini qualitativi e quantitativi.

giornale di siciliaPenso che su tutta questa vicenda, capitata non a caso in piena estate, l’Associazione siciliana della stampa, sindacato unitario dei giornalisti, debba compiere una profonda riflessione perché essa è meno circoscritta di quanto appaia.

Riguarda le prospettive di lavoro dei giornalisti siciliani e, allargando la prospettiva, i livelli di democrazia, di trasparenza e di conoscenza nella nostra regione; livelli che solo un sistema dell’informazione solido, dinamico e diversificato può assicurare.

Per giustificare la chiusura dell’edizione “Sicilia orientale”, gli editori ci avevano spiegato che i costi erano troppo alti e non venivano compensati dalle copie vendute. Motivazione valida, ma insufficiente poiché, com’è a tutti noto, nessuna testata giornalistica si sostiene soltanto con le vendite. Le stonature sono iniziate quando, col passare dei giorni, si è compreso che, diversamente da quanto annunciato, non sarebbero state sei le province interessate dai colpi di scure, ma cinque, per poi diventare quattro: Siracusa, Ragusa, Catania e Messina. Sarebbero state “salvate” Caltanissetta ed Enna, anche se integrate nell’edizione di Agrigento.

L’orchestra Morgante-Ardizzone diciamo che ha steccato in pieno l’esecuzione di uno spartito - già mal scritto – il 6 agosto (primo giorno senza edizione “Sicilia orientale”), a pagina 12, quando ha ritenuto di giustificare le ragioni della scelta e del cambiamento in corso d’opera. In un articolo di taglio basso ci è stato detto, già nell’attacco, che Caltanissetta ed Enna erano state salvate dai tagli perché sono “province fulcro e crocevia strutturale e per questo anche economico e produttivo dell’Isola”. Lo dico subito: la conferma delle pagine di Caltanissetta ed Enna è una notizia molto, molto positiva, ma la motivazione dell’azienda è stata la classica pezza peggiore del buco.

Gli editori del Giornale di Sicilia quanto conoscono la Sicilia orientale e le potenzialità?

Mi chiedo quale sia il livello di conoscenza che i nostri principali editori hanno della Sicilia, e sì che sono a capo di aziende che producono informazione. Mi chiedo da quanto tempo non mettano piede nel Sud-Est tra Catania (la seconda provincia della Sicilia), Siracusa (la quarta) e Ragusa (tralascio Messina solo perché è già sede di un quotidiano dello stesso gruppo). Sanno che in quest’area c'è uno dei poli petrolchimici più grandi d’Europa e che ci sono due aeroporti e uno dei porti commerciali (quello di Augusta) più grandi del Paese? Hanno un’idea del volume d’affari del mercato ortofrutticolo di Vittoria (il terzo in Italia) e che a Portopalo di Capo Passero c’è la seconda flotta peschereccia siciliana dopo quella di Mazara del Vallo? Conoscono quanti siti Unesco ci sono in queste tre province? Conoscono la loro agricoltura, la loro zootecnica e la loro enogastronomia di qualità? Hanno mai sentito parlare dei luoghi del commissario Montalbano? Sanno cosa comporti tutto questo in termini di flussi turistici? Si ricordano che Siracusa (come Agrigento) dispone di un patrimonio archeologico invidiato nel mondo e che Catania e Ragusa sono storicamente le aree economiche più dinamiche dell'Isola?

Caltanissetta ed Enna meritano l’attenzione del Giornale di Sicilia, ma se la motivazione è quella delle potenzialità economiche allora nella scelta degli editori c’è quantomeno un difetto di analisi.

Consolidare il vecchio schema della ripartizione in aree d’influenza e azzerare la concorrenza

Lecito, dunque, chiedersi quale sia la vera ragione dei tagli: il mio sospetto è che si voglia nuovamente consolidare il vecchio schema della pacifica ripartizione in aree di influenza dei tre quotidiani, azzerando la concorrenza con l’effetto di omologare l'informazione verso livelli più bassi. Conosco, per averla vissuta personalmente e per averla seguita anche dopo, la vicenda di dei Giornale di Sicilia a Siracusa. Aprimmo la redazione nel '90 (inaugurando la cronaca locale) che si vendevano a malapena 80 copie. Da allora, nel giro di qualche anno, ci stabilizzammo ben oltre le duemila, con punte di tremila al giorno. Eravamo un gruppo di giovani cronisti che seppero affrontare una sfida non facile con impegno e passione, a fronte di investimenti col contagocce da parte dell’azienda. Le nostre richieste per potenziare la presenza in provincia restavano quasi sempre inascoltate; era difficile persino organizzare meglio la distribuzione del giornale quando gli edicolanti chiamavano in redazione per lamentarsi del fatto che le copie andavano esaurite a metà mattinata. La nostra era una presenza forte, ma era come se il conducente della macchina volesse procedere con le marce basse. Per non parlare poi della raccolta pubblicitaria, che subì un duro colpo quando i tre principali quotidiani siciliani decisero di affidarsi allo stesso concessionario. Il salto all’indietro era stato compiuto, la fase della concorrenza era terminata e si poteva tornare a convivere pacificamente, com’era accaduto fino agli anni '80, contando ciascun quotidiano sul proprio potenziale bacino di lettori. Solo che gli editori non avevano ancora compreso cosa stava per accadere con la diffusione della Rete e dell’informazione on-line.

Sotterrata l’ascia di guerra, i tre quotidiani hanno progressivamente ridotto la loro presenza nell’Isola. Prima sono spariti gli uffici dei concessionari pubblicitari, che negli anni d’oro erano uno per ogni giornale; poi sono state tagliate le pagine dedicate a ciascuna provincia; quindi è toccato alle redazioni. La Gazzetta del Sud, poco alla volta, ha chiuso le sedi di Catania, Ragusa e Siracusa; La Sicilia ha abbandonato Trapani e Palermo; il Giornale di Sicilia ha fatto sparire sei edizioni - le quattro della Sicilia orientale più Caltanissetta ed Enna - raggruppandole in una sola edizione di appena 12 pagine (poco più di quante ne produceva ancora pochi anni fa la sola Siracusa), fino ad arrivare alla decisione dei giorni scorsi. Ha avuto senso tutto questo? Se i lettori complessivi diminuivano, ha avuto senso abbandonare fette di territorio con il solo sbocco di vendere ancora meno copie e ridurre le entrate pubblicitarie? Visti i risultati, non si direbbe. Alla fine di questi trent’anni, possiamo dire che quella delle edizioni locali è stata una occasione persa per tutti, una opportunità che avremmo dovuto difendere con maggior convinzione dai tagli decisi dalle aziende.

Due anni fa salutammo con qualche speranza l’acquisizione del Giornale di Sicilia da parte dell’editore della Gazzetta del Sud. “Finalmente qualcosa si muove, forse si va verso la nascita un forte gruppo meridionale capace di essere all'altezza di altri gruppi italiani”, pensammo. Ma dopo tutto questo tempo, e tanti passi indietro, non comprendiamo ancora quale disegno si volesse perseguire con quella operazione, mentre l’arrivo sul mercato di un agguerrito “Quotidiano del Sud”, sotto la spinta di un giornalista esperto come Roberto Napoletano, dimostra che qui si può ancora investire.

Crisi economica e informazione web hanno mandato in tilt l’editoria tradizionale

La crisi economica e l’informazione on-line hanno certamente “terremotato” il settore dell’editoria, ma ciò che rimane nei quotidiani in Sicilia, dopo anni di stati di crisi e di tagli imposti promettendo investimenti mai realizzati, è la mancanza di visione degli editori. Siamo rimasti inascoltati quando denunciavamo l’inadeguatezza delle soluzione prospettate; vedevamo i giornali di carta arretrare verso ambiti sempre più angusti non avendo mai provato davvero ad affrontare le novità del mercato, la sfida della tecnologia, del web e dei nuovi media. Termini come multimedialità, crossmedialità e transmedialità forse non sono mai davvero entrati nelle redazioni siciliane ma altrove, in Italia e all’estero, sono stati sviluppati ed oggi le aziende raccolgono i frutti. Nel nostro mondo è in corso una trasformazione di vasta portata che riguarda gli editori ed anche i giornalisti e il modo di intendere e vivere la professione, solo che in Sicilia tutto questo è appena accennato mentre si fanno i conti con nuovi tagli destinati a produrre nulla di positivo.

Le conseguenze di questa situazione non sono ancora chiare, come tutto da scoprire è l’assetto proprietario definitivo dei tre quotidiani. Ho il sospetto che quanto accaduto in questi giorni al Giornale di Sicilia, di per sé drammatico, sia solo un passaggio verso scenari futuri ancora peggiori e dannosi per il pluralismo delle opinioni in Sicilia e, dunque, per le dinamiche democratiche oltre che per il mercato del lavoro giornalistico in generale.

La proprietà ha sottolineato che la chiusura dell’edizione non ha comportato perdite di posti di lavoro, ma si riferiva – è bene ricordarlo – ai giornalisti “articoli 1”. E i collaboratori? Non sono forse lavoratori anche loro, per di più pagati pochi euro a pezzo? Possibile che venga dato il benservito a giornalisti che da anni dedicano le loro giornate al quotidiano palermitano rimettendoci, in qualche caso, di persona? E poi, siamo così sicuri che i licenziamenti presto non riguarderanno anche i dipendenti “articoli 1”?

Se, come si dice da più parti, la prospettiva è di fare del Giornale di Sicilia e della Gazzetta del Sud due quotidiani fotocopia con la sola eccezione delle cronache locali, cosa accadrà ai redattori delle cronache nazionali e regionali? Ci sarà una cura draconiana come quella utilizzata per i poligrafici palermitani?          

Non possiamo stare a guardare e non staremo a guardare

Davanti a tutto questo l’Assostampa Siciliana non può restare a guardare – e non resterà a guardare - e deve essere protagonista di una iniziativa che possa ridare una prospettiva ai giornalisti e rilanciare l’informazione. I nostri interlocutori sono senza dubbio gli editori, ma anche la politica. Il segretario regionale, anche a nome dei segretari provinciali delle aree interessate regionali e del presidente, bene ha fatto a chiedere una audizione urgente alla commissione lavoro dell’Ars. Quindi attendiamo la ripresa dei lavori per farci ascoltare. Molte regioni italiane in questi anni si sono dotate di leggi a sostegno del settore, in Sicilia il tentativo compiuto negli anni scorsi all’Ars è naufragato in un mare di piccoli appetiti che misero in secondo piano la visione generale.

È sfuggita finora la percezione dell’entità dell’emergenza, che riguarda il futuro stesso della nostra regione e della sua crescita civile ed economica. Nell’epoca delle disintermediazione i politici sono portati a pensare che il successo si misuri con i “like” raccolti sui social e con i selfie, ma si tratta di una visione miope ed autoreferenziale, che crea un consenso effimero come dimostra la storia recente di alcuni leader nazionali. È un successo che non lascia traccia, che non si stratifica nella percezione dei cittadini; è un cortocircuito in cui tweet e post (talvolta privi di senso) e titoli giornalistici si inseguono a un ritmo forsennato; un cortocircuito che impedisce qualsiasi approfondimento e dibattito nell'opinione pubblica e che va interrotto al più presto. C’è solo un modo per farlo: ridare forza, centralità e autorevolezza al mondo dell'informazione. Questa è la sfida da affrontare e in cui tutti dobbiamo sentirci coinvolti.

Francesco Di Parenti
componente Giunta esecutiva
Assostampa Sicilia

Un addetto stampa per Orchestra sinfonica

addetto stampa orchestra sinfonica

La Fondazione Orchestra Sinfonica Siciliana, ha manifestato l’interesse ad acquisire dati e informazioni per l’incarico di Addetto Stampa e comunicazione presso la Fondazione per le stagioni artistiche 2019/2020 – 2020/2021

Tra i requisiti generali, oltre alla cittadinanza italiana o di uno degli Stati membri dell’Unione Europea, non essere destituito o dispensato dall’impiego per persistente rendimento, non trovarsi in situazione di incompatibilità  o di conflitto di interessi con la Fondazione, Laurea magistrale in Scienze della Comunicazione, Scienze politiche, giurisprudenza o altra laurea equipollente.

Tra i requisiti specifici, oltre all’iscrizione all’Albo dei giornalisti  (professionisti e/o pubblicisti), la comprovata esperienza presso Uffici Stampa o di Comunicazione.

La data di scadenza è fissata per il 16 settembre 2019 alle ore 12,00 

Tutte le indicazioni sono scaricabili attraverso il sito della fondazione 

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